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Cosa succede al Servizio banconote della Banca d’Italia

Ignazio Visco

È cominciato due giorni fa e durerà per tutto il 2017 il confronto per riorganizzare il lavoro all’interno del Servizio banconote della Banca d’Italia. Da una parte Via Nazionale, che tiene molto alla sua stamperia – polo di eccellenza nel Sistema europeo delle banche centrali (Sebc) – dall’altra i sindacati che rappresentano le 368 maestranze attualmente al lavoro nell’edificio progettato da Pier Luigi Nervi e intitolato al governatore Guido Carli, fautore della costruzione dello stabilimento su via Tuscolana.

Nel 2009 il servizio era stato potenziato e il personale raddoppiato: 150 assunzioni e turni giornalieri (dalle 6 alle 22) per realizzare un maggior numero di biglietti e arrivare a 1,5 miliardi di pezzi all’anno. Dal 2018, però, le esigenze di produzione – che al momento sono di 100mila pezzi al mese – si dimezzeranno. Da qui la necessità di riorganizzare i processi di lavoro, puntando a rivedere il modello organizzativo e l’orario di lavoro.

Nella proposta presentata alle organizzazioni sindacali, Bankitalia ipotizza un orario concentrato su 4 giorni, nella speranza di tornare a utilizzare pure il quinto giorno di lavoro settimanale qualora se ne presenti la necessità. Magari quando la Banca centrale europea deciderà di stampare anche la banconota da 1 e da 2 euro, come auspica il presidente Mario Draghi. Una mossa che potrebbe aiutare a portare l’inflazione al 2 per cento, livello cui Francoforte aspira da tempo. Messo nero su bianco anche il numero di maestranze che rimarranno al lavoro nella stamperia: 220. Per scendere di 148 unità si utilizzeranno incentivi ai pensionamenti – che la Banca d’Italia vorrebbe su base obbligatoria – e ricollocazione degli operai nel segmento tecnico-amministrativo.

Una trattativa lunga che parte da un presupposto: al governatore Ignazio Visco (nella foto) sta molto a cuore che il Servizio banconote di Palazzo Koch rimanga in house a differenza di altre banche centrali dell’area euro che invece si affidano a stampatori privati.

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