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Cosa farà Donald Trump contro Isis?

Donald Trump

La priorità della prossima amministrazione sarà in fondo la stessa di quella uscente: sconfiggere l’Isis e minare il terrorismo. Per far questo, liberare Mosul dallo Stato Islamico non sarà abbastanza. Anzi, avvertono gli analisti che ieri a Washington hanno partecipato a uno dei panel del Global Security Forum 2016, organizzato dal CSIS, bisogna guardarsi bene dal cadere nella tentazione di considerarla una vittoria definitiva. “

Il problema va affrontato in maniera più complessa – spiega Jessica Lewis McFate, una delle releatrici di “After Mosul”, direttrice del “Tradecraft and Innovation” all’Institute for the Study of War. Io sono ottimista sull’esito dell’operazione nella città irachena, meno sul fatto che questa significherà la fine dell’Isis. Se ci limiteremo solo a raggiungere questo obiettivo, il gruppo terroristico impiegherà poco a ricomporsi”.

Rimanere coinvolti in Iraq in varie forme è fondamentale. “Bisogna pensare alla ricostruzione, al tipo di assistenza che è meglio offrire. C’è un fattore economico da non sottovalutare, ma anche uno di intelligence – dice David Kilcullen,  esperto antiterroismo ed ex consigliere del generale statunitense David Petraeus in Iraq – Credo che la più grande battaglia contro l’Isis sia stata vinta nel momento in cui si è riusciti a coordinare una coalizione di forze che andasse nella stessa direzione”. “Quella di Mosul – continua – è la più grande battaglia urbana. È gigantesca, oltre all’altissimo numero di civili, ha coinvolto 25 mila forze irachene e curde e circa 6000 combattenti dello Stato Islamico”.

Qual sarà la priorità quindi degli Stati Uniti verso Mosul? La risposta il moderatore Jon Alterman, direttore del programma del Csis legato al Medio Oriente, la chiede al pubblico, che munito di un telecomando ha scelto in maggioranza l’opzione “lavorare per garantire la stabilità nella città” rispetto a “sconfiggere l’Isis”.

“È ancora presto per capire come l’amministrazione Trump affronterà il problema – riflette McFate – Si sta formando ora la squadra che dovrà determinare che tipo di politica estera portare avanti. Però questo è un argomento che resterà cruciale nel 2017. Gli Usa si dovranno chiedere che tipo di coinvolgimento vorranno a livello internazionale: di breve o lungo termine? Personalmente, credo che si debba arrivare a una combinazione di entrambe”.

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