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Ecco chi pone altre domande su Amoris Laetitia

La “laetitia” dell’Amoris è finita nelle praterie di un “tumultus” senza tregua. Un dibattito quotidiano che così acceso non si vedeva da tempo. Al centro le domande – i dubia – di quattro cardinali (Joachim Meisner, Carlo Caffarra, Raymond Burke, Walter Brandmüller) al Papa sulla corretta interpretazione dell’esortazione apostolica sulla famiglia. E non è questione solo di comunione ai divorziati risposati. Ecco le ultime novità.

SCISMA IN ATTO?

Alcuni ecclesiastici “usano trucchi, retorica e inganni” per rompere con la tradizione della Chiesa e promuovere il “vangelo della libertà sessuale”. Lo sostiene monsignor Athanasius Schneider, ausiliare di Astana. La sua è una voce di periferia che arriva dal Kazakistan. Non le manda a dire: “C’è già un bizzarro scisma tra alcuni membri del clero”. Così ha detto il vescovo, intervistato da Tv Libertés: “Numerosi ecclesiastici sono attenti solo all’unità formale con il Papa, a volte per la loro carriera o per una sindrome da papolatria”, tuona. Prosegue il monsignore: “E’ evidente che i veri scismatici sono quelli che vogliono un altro vangelo”. E il Papa che non risponde ai dubbi dei quattro cardinali? “Se il Papa non adempie il suo compito nelle attuali circostanze, i vescovi devono predicare il Vangelo, immutabile riguardo alla dottrina divina della morale e la disciplina perenne del matrimonio”. Quindi un fraterno richiamo a Francesco affinché ponga fine alla confusione: “Il compito del Papa è divinamente stabilito da Nostro Signore, che è quello di confermare tutti i fratelli nella fede. E confermare nella fede significa dissipare dubbi e portare chiarezza”.

Sì O NO. MAI NI. LA MATITA BLU DEL FILOSOFO AMICO DI RATZINGER

Professore emerito di filosofia alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, Robert Spaemann, intervistato dal La Nuova Bussola Quotidiana sui dubia espressi dai cardinali scandisce: “Assolvono al proprio dovere di sostenere con il proprio consiglio la Chiesa nella persona del Santo Padre”. E, di fronte al rifiuto di rispondere di Francesco, l’ultra ottantenne amico di Ratzinger, sbotta: “Mi riempie di grande preoccupazione, perché il Magistero supremo in tal modo si inabissa. Il Papa ha chiaramente una profonda avversione nei confronti di quelle decisioni che comportano un sì o un no. Però Cristo, Signore della Chiesa, mette spesso i suoi discepoli davanti a decisioni di tal genere”.

DUBIA FIN DALL’EAST COAST

Anche il New York Times è entrato nel dibattito. Ross Douthat si è domandato (e domanda a Roma) se le linee pastorali sposate dal vescovo di San Diego, Robert McElroy – che sembra ammettere con larghezza i divorziati e risposati alla comunione dopo un previo discernimento compiuto in una “conversazione” con un sacerdote – siano in linea con il pensiero di Francesco. Dunque conciliabili con il magistero della Chiesa.

IL GIALLO DI PINTO

A fine novembre era uscita una sonora intervista a Religion Confindencial di Pio Vito Pinto decano della Sacra Rota: l’intervento dei quattro cardinali è uno scandalo molto grave che potrebbe portare il Papa a ritiragli la berretta cardinalizia, come già accaduto in passato. Era la prima versione. Poche ore e la dichiarazione si acconcia: Pinto voleva dire che Francesco potrebbe, ma non lo farebbe mai perché misericordioso. Esce la correzione. Sfumature curiali. Pochi giorni dopo il National Catholic Register ricostruisce la vicenda: secondo fonti che il giornale definisce “affidabili” sarebbe stato Francesco stesso a chiedere a monsignor Pinto di dire pubblicamente qualcosa di critico sui quattro cardinali.

“BARCA ALLA DERIVA”

Nel giorno dell’Immacolata, giovedì scorso, è uscito in italiano, inglese e spagnolo, un documento firmato da ventitré studiosi e pastori a sostegno dei dubia. “Dato che il pontefice regnante lancia segnali assai confusi in questa battaglia contro i principati e le potestà del Nemico, la barca di Pietro sta andando pericolosamente alla deriva, come una nave senza timone e, in effetti, mostra sintomi di incipiente disintegrazione”, premettono. Quindi: “Crediamo che tutti i successori degli Apostoli abbiano un grave e urgente dovere di parlare con chiarezza e forza per confermare gli insegnamenti morali esposti chiaramente nel magistero dei papi precedenti e del Concilio di Trento”.

NUOVA LETTERA AL PAPA

Che ci sia necessità di chiarire alcuni punti di Amoris laetitia lo sostengono anche due filosofi cattolici di primo piano, Germain Grisez e John Finnis, che hanno scritto una lunga lettera al Papa chiedendogli di condannare gli errori che possono derivare da una cattiva interpretazione dell’esortazione. I due accademici sostengono che alcuni passaggi del documento possono essere utilizzati per promuovere errori sul matrimonio, la confessione, la coscienza e la legge morale.

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