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Bilancio di un manager in affitto

Una buona idea mi entra dentro come il getto d’aria compressa che spara un aerografo.

In questa riflessione è giusto capire bene anche il senso del mio lavoro. Io non sono né un produttore né un giornalista. Possiamo dire che sono un imprenditore di me stesso come dice Marco Monty Montemagno? C’è chi mi reputa un manager in affitto. Un libero ricercatore di idee e talenti. Come faccio a scoprire una buona idea? Credo che sia una questione di intuito. Una buona idea mi entra dentro come il getto d’aria compressa che spara un aerografo. E poi il fattore umano è fondamentale. Io credo nella forza delle persone.

Come ho già raccontato a chi me lo chiedeva, una sera – nel 2011 – stavo bevendo una birra con il mio amico Pietro e mentre parlavo con lui ho visto nei suoi occhi una luce che mi parlava di poesia, di arte, di cultura e allora gli ho detto: “Apriamo un blog letterario e condividiamo la nostra passione con gli altri“. Adesso The Freak è una SRLS e una casa editrice che produce. Poi nel 2013 ho dato fiducia ad un giovane regista, Edoardo Palma, e ho prodotto un cortometraggio che ha vinto molti premi in giro per il mondo (Yet, the best universe ever) e ho fondato la factory Alfiere productions.

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E nella mia strada ho incontrato tante persone come Francesco e Pasquale, due ragazzi di vent’anni che volevano produrre una linea di magliette e adesso sono proprietari di un brand internazionale (Les Bohemiens), durante un viaggio in blablacar da Roma a Milano ho incontrato Andrea che voleva promuovere il cinema indipendente e abbiamo creato Younger’s in.Movie. Poi ho incontrato Emy e abbiamo organizzato il primo Film Fashion Food Show a Roma, e così ho fatto con Adelmo Togliani organizzando le riprese del cortometraggio “La Macchina Umana”, e con Cristina e Mario con i quali abbiamo organizzato Formia Effetto Cinema Notte, un evento sperimentale itinerante legato al cinema, con Cateno Piazza anche quest’anno organizzeremo il suo Festival a Catania, il Gold Elephant World Festival. Cerco di aiutare tutti coloro che reputo abbiano un talento e buone idee.

Come? Condividendo i miei contatti e le mie capacità relazionali. Ad esempio ho ideato il Formia Film Festival per promuovere le opere di giovani autori, per mettere in connessione idee e talenti nel mondo del cinema e non solo.

Io penso che se vuoi andare veloce, vai da solo, se vuoi andare lontano, vai insieme.

Non sempre va bene però. Non si può riuscire in tutto. A volte si sbaglia, solo chi non ha il coraggio di osare non commetterà errori. Ma se si lavora con passione, impegno e in buona fede non si sbaglia mai.

Adesso seguo diverse aziende per i loro progetti globali di comunicazione. Società piccole, grandi, associazioni, persone fisiche. Adesso stiamo sviluppando un progetto di promozione di uno studio dentistico, di un centro benessere, di una società che produce prodotti per viso e corpo. Poi non abbandono la mia passione per l’audiovisivo e continuo a produrre. Sto preparando il videoclip di una giovane cantante.

Viviamo in una società molto egoista e parlo di condivisione. Sono un sognatore? Non lo so. Io conosco tante persone che mi invitano a non mollare. Pierluigi Celli mi ha insegnato che “un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso“. Poi come dice Paolo Bini “chi ce la fa in Italia ce l’ha fatta in assoluto“, perché è davvero dura nel nostro Paese per i liberi professionisti. Quindi è una follia lavorare in Italia? Diciamo che “è tutto un equilibrio sopra la follia” come canta Vasco. Chi è lungimirante però non guarda soltanto al mercato italiano perché dobbiamo affacciarci al mercato globale, infatti a breve lancerò il mio nuovo progetto pensato per il mercato giapponese.

La mia esperienza di cestista, la filosofia dello spogliatoio, il rugby mi hanno insegnato la lealtà e la correttezza. Nel nostro lavoro le persone sono leali e corrette? No. Ce ne sono davvero poche, ma lottiamo per non far estinguere la specie. Bisogna saper scegliere. Amici e collaboratori.

Forse è rischioso fidarsi delle persone ma se non lo fai resti in attesa di qualcosa e io odio attendere. David Clementoni ha detto “salta che vedrai apparire la rete“. Io credo in una generazione di sognatori, e tra i miei sogni c’è quello di poter collaborare un giorno con un ragazzo che in poco tempo è diventato un esempio da seguire per me: Jacopo GUEDADO Mele, un giovane che a 24 anni è tra i trenta under30 più infuenti in Europa, ha inventato la figura del Digital Life Coach. Un piccolo genio che a dodici anni programmava siti internet, poi montava i videoclip di Rocco Hunt, poi è diventato consulente per società che fatturano milioni e milioni di euro. Lui mette al centro del lavoro il rapporto umano, sperimenta sempre e non si ferma mai. Ecco questa è la strada che voglio percorrere, una strada lunga ma certamente piena di umanità e magari di idee sorprendenti.

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Foto di Brunella Iorio per Fabrique du Cinema. Progetto grafico a cura di Ilaria Massimi.

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