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Fincantieri, ecco come Bono lavora a un’Airbus dei mari

Di Michele Arnese e Valeria Covato

Con l’acquisto del 66,6% della divisione francese di Stx, colosso sudcoreano della cantieristica che controlla i cantieri navali di Saint Nazaire, Fincantieri compie un altro passo verso il consolidamento del settore navale su scala europea. Dall’acquisizione potrebbe nascere, secondo gli auspici del gruppo italiano e degli esperti del settore, il più grande costruttore europeo di navi, una sorta di Airbus dei mari.

Ecco gli obiettivi dell’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, la reazione del governo parigino e il giudizio degli analisti dopo la conquista italiana del cantiere delle portaerei francesi.

L’OFFERTA

La corte distrettuale di Seoul, che si occupa della procedura fallimentare di STX Offshore&Shipbuilding, società che negli ultimi anni ha accumulato perdite crescenti, ha ritenuto congrua l’offerta presentata dal gruppo guidato da Bono e presieduto da Giampiero Massolo che, secondo stime prive di conferme ufficiali, valorizza il 66,6% di STX (la restante quota è in mano allo Stato francese) in una forchetta che oscillerebbe tra gli 80 e i 220 milioni.

COSA FA FINCANTIERI

Fincantieri realizza navi da crociera di taglie diverse, per 13 differenti brand del comparto delle cosiddette “navi bianche”, ed è attiva anche in ambito militare, dove a ragione è considerata un player di riferimento, anche nell’export, come testimonia il recente contratto con il  ministero della Difesa del Qatar concernente sette unità di nuova generazione per un valore di circa 4 miliardi di euro; commessa che ha spiazzato i concorrenti francesi di Fincantieri. In Italia sono otto i siti in cui opera: Monfalcone, Marghera, Ancona e Genova-Sestri Ponente nella produzione delle navi da crociera; il cantiere integrato di Riva Trigoso-Muggiano tra genovese e spezzino, attivo principalmente nel militare, ma anche nella costruzione di mega yacht di lunghezza superiore agli 80 metri; quello di Castellammare di Stabia, nel recente passato dedicato alla costruzione di cruise ferry e ora, stante la quasi inesistente domanda per il segmento dei traghetti,  a quella di naviglio per la Guardia Costiera e la Marina; infine, quello di Palermo, specializzato nella riparazione e trasformazione: degno di menzione il programma “Rinascimento”, che ultimamente ha visto lo stabilimento siciliano protagonista di un’eccezionale opera di ingegneria navale consistita nell’allungamento di quattro navi della flotta di Msc Crociere.

L’ATTIVITÀ DI SAINT NAZAIRE

Il cantiere di Saint-Nazaire conta 2.600 dipendenti diretti oltre a 5.000 nell’indotto, e un portafoglio ordini di 10 navi più 4 in opzione per un valore complessivo di 12 miliardi di dollari. Dallo stabilimento da poco ha preso il mare la più grande nave da crociera del mondo: 361 metri di lunghezza, 47 di larghezza e 72 di altezza, per 225 mila tonnellate di stazza, e in grado di ospitare 5.400 passeggeri e 2.100 membri dell’equipaggio, frutto di una commessa da oltre un miliardo di euro della Royal Caribbean. Oltre a produrre le navi passeggeri più grandi al mondo, Saint Nazaire è crocevia di importanti commesse militari che giungono alla Francia.

LA STRATEGIA DI BONO

L’operazione si inserisce in disegno più ampio. Secondo l’amministratore delegato della Fincantieri, va creato un “Airbus dei mari”, cioè un costruttore europeo di navi, altrimenti “l’Europa sparisce e sparisce anche ogni possibilità di crescita”, come ha detto Bono di recente nel corso di un convegno organizzato dal Cesi (Centro studi internazionali) dal titolo “L’evoluzione della cantieristica navale militare europea: un’opportunità per l’Italia”, sottolineando che “la crescita economica dev’essere supportata da idee, coraggio, capacità di investire e non solo dal denaro” e nel settore navale “è indispensabile rafforzarsi per competere con il mondo”. Un’iniziativa, l’“Airbus dei mari”, che “da sola non basta – ha detto Bono -, però aiuterebbe moltissimo a fare consolidamenti in altri settori”. Per questo sarebbe opportuno secondo il top manager che i grandi costruttori europei come Fincantieri si coalizzassero per favorire economie di scala nello sviluppo dei programmi e nel procurement, potendo così competere con maggiore massa critica nelle gare internazionali. La posizione di avanguardia del gruppo italiano quotato in Borsa ma controllato con circa il 71% dalla Fintecna (100% Cassa depositi e prestiti) è dovuta anche – come ha scritto Sergio Luciano sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi – alla “costante innovazione tecnologica sulla grandissima scala ingegneristica dei colossi del mare”.

LO SCENARIO DI CONSOLIDAMENTO

L’operazione Stx, secondo alcune indiscrezioni di mercato, sottende una prossima collaborazione ulteriore, in vista di quell’Airbus dei mari evocata espressamente da Bono, in cui la Francia avrà un ruolo. In particolare, come è emerso nettamente negli ultimi giorni, attraverso l’ingresso nell’azionariato della nuova società che gestirà i cantieri dell’Atlantico, della francese DCNS, che opera nello stesso sito di Saint-Nazareth e con la quale Fincantieri già collabora (ciascuno per le rispettive Marine nazionali) nel  segmento delle navi da superficie: attualmente nel programma FREMM per le fregate e, in passato, in quello ORIZZONTE per cacciatorpediniere. C’è chi però sottolinea come in questo scenario c’è l’incognita della produzione sommergibilistica nucleare di DCNS, che lo Stato francese considera strategica. Per questo, osservatori del settore ritengono che dovrà essere mantenuta separata dalle restanti attività di DCNS, anche considerando che l’azienda italiana produce, su licenza tedesca, sofisticatissimi sottomarini per la Marina Militare a propulsione non convenzionale, vale a dire con tecnologia a celle a combustibile.

LA REAZIONE DEL GOVERNO FRANCESE

Per il momento, comunque, dopo l’offerta del gruppo italiano per Saint Nazaire il governo di Parigi, che controlla il 33,4% del capitale sociale di Stx France tramite Caisse des dèpôts et consignations, ha precisato: “Lo Stato francese intende mantenere il suo fiore all’occhiello, Fincantieri intende acquistarlo”, ha commentato il segretario di Stato all’Industria, Christophe Sirugue. “Noi avremmo difficoltà a dire di no a un gruppo industriale europeo, ma intendiamo mantenere il sito, l’indotto e il know how. È su questa base che si farà la discussione”, ha proseguito il politico.

COSA DICONO GLI ANALISTI

Gli analisti intanto plaudono all’operazione. Equita Sim segnala che “il deal è molto sensato dal punto di vista strategico, da verificare ammontare del cash out e modalità di finanziamento”. Per Mediobanca Securities la notizia sarebbe positiva, con Fincantieri che “agirebbe come consolidatore nel settore, evitando l’ingresso di altri operatori. Per Kepler Cheuvreux l’acquisizione “rafforzerebbe la posizione di leadership di Fincantieri nel settore navi da crociera, con la quota di mercato che salirebbe dal 40-45% al 60% circa e la maggior concentrazione di mercato avrebbe effetti positivi sui margini”. Infine, Banca Imi si attende “un prezzo d offerta inferiore a 100 mln euro. Pensiamo che ci sia bisogno di alcun interventi di ristrutturazione, comunque la potenziale uscita di cassa è pienamente sostenibile da Fincantieri”.

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