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Essilor-Luxottica, ecco perché gli analisti applaudono e Piazza Affari piange

L’occhialeria non è certo un settore strategico, ma all’indomani di quella che è la più grande fusione mai realizzata nel settore, montano le polemiche di chi ogni volta si sveglia per schierarsi a difesa dell’italianità, mentre il titolo di Luxottica, da ieri mezza francese dopo l’accordo con Essilor, vola in Borsa: il leader delle montature (Luxottica) con il leader delle lenti (Essilor). “Un sogno che si realizza”, ha dichiarato Leonardo Del Vecchio di Luxottica che con l’advisor Mediobanca stava lavorando al progetto da quattro anni.

EFFETTO BORSA

Leonardo Del Vecchio conserverà la quota di maggioranza di almeno 31%, il resto è di Essilor ma diviso in piccolissime quote, vista la natura diffusa dell’azionariato,  e l’unica vera sconfitta certa a livello di sistema Paese sarà il delisting: una Borsa, quella di Milano, ancora più povera con una importante società quotata in meno. Il titolo sarà espunto sia da Piazza Affari sia da New York e resterà a fare bella mostra di sé al Cac, a Parigi.

I NUMERI

La fusione è la seconda maggiore per dimensioni mai realizzata in Europa e la più grande degli ultimi cinque anni e darà vita a un gruppo con 140mila dipendenti e vendite in 150 Paesi. Si tratterà di «un player integrato dedicato alla cura della vista e a creare un’esperienza di livello superiore per il consumatore. Insieme, Essilor e Luxottica saranno in una posizione migliore per offrire una risposta ai bisogni relativi alla vista di 7,2 miliardi di persone, 2,5 miliardi delle quali non hanno ancora accesso a una correzione visiva», così la nota del gruppo. Parliamo di un colosso che capitalizzerà 50 miliardi con un giro di affari (prendendo a riferimento gli ultimi bilanci completi, al 2015) di 15 miliardi e un ebitda di 3,5 miliardi.

I DETTAGLI

Tecnicamente il merger avverrà attraverso la cessione da parte di Delfin delle «proprie azioni Luxottica ad Essilor sulla base di un concambio di 0,461 azioni Essilor per 1 azione Luxottica», si legge ancora sulla nota ufficiale. Se i soci di Essilor daranno il via libera in assemblea, secondo la procedura prevista dalla legge francese, il gruppo promuoverà un’offerta pubblica di scambio obbligatoria sulla totalità delle rimanenti azioni Luxottica in circolazione, al medesimo rapporto, finalizzata al delisting di Luxottica. Non dovrebbero esserci problemi di posizione dominante sul mercato.

IL NUOVO AZIONARIATO

Ovviamente, anche alla luce delle recenti avanzate sull’Italia da parte di società d’Oltralpe (vedi Vivendi su Mediaset e Amundi su Fineco) le preoccupazioni sul fronte occupazione sono comprensibili. Cosa accadrà? Un indizio lo forniscono le nuove partecipazioni azionarie: Delfin, la holding di Del Vecchio, passerà dal 61,90% a una quota tra il 31 e il 38%. Essilor che è una public company, vedrà i dipendenti azionisti passare dall’attuale 8,3% al 4% nella newco. Del Vecchio Del Vecchio sarà il presidente esecutivo della società, affiancato dall’amministratore delegato di Essilor, Hubert Sagnieres, nel ruolo di vice presidente esecutivo: sarà una cabina di regia a quattro mani e il messaggio che al mercato si intende passare è che il patron di Agordo non lascia il timone. Anzi, «continueremo ad investire in Italia e in Francia, vogliamo essere un campione europeo che mantenga forte le sue radici», ha detto il presidente.

L’INDAGINE SEC

Negli ultimi mesi c’era stato un carteggio tra Luxottica e Sec che, secondo quanto scrive il Sole, alla luce della fusione con i francesi diventa più chiaro. “In un momento di transizione il gruppo italiano non aveva creato un management “forte” che rappresentasse la guida della società per i prossimi anni – scrive il Sole – La Commissione americana aveva chiesto a Luxottica chi è colui che prende le decisioni operative e strategiche all’interno del gruppo dopo l’ultimo riassetto avvenuto a gennaio scorso al vertice. Una domanda a cui il colosso ha risposto che l’unico Codm (chief operating decision maker) è il presidente Leonardo Del Vecchio”.
Un problema, però, c’è. Ed è l’età di Del Vecchio: 81 anni e una discendenza molto litigiosa. I centri di competenza di Luxottica dovrebbero rimanere in Italia, così come quelli di Essilor dovrebbero rimanere in terra francese: in sostanza una holding terrà sotto il cappello i due gruppi ma ognuno dovrebbe conservare autonomia. E dunque non dovrebbero esserci tagli di personale: al momento si parla di sinergie per 400-600 milioni nel medio termine, con un’accelerazione nel lungo termine.

UN PIANO DI SUCCESSIONE FRANCESE

Secondo gli analisti l’operazione ha il grande vantaggio di offrire un “piano di successione a Del Vecchio, considerati i 20 anni di differenza di età fra Del Vecchio e Sagnieres”, come scrive il Corriere. E considerato anche il fatto che l’ex Martinitt dai valori solidi e dall’ascesa impetuosa non è mai riuscito a organizzare la successione in casa, cedendo il testimone ai figli, sei avuti da tre mogli e sempre in conflitto. Quindi, in prospettiva, Luxottica sarà gestita da un francese.

L’ELOGIO DI GOLDMAN SACHS

Tuttavia, piccolo nell’impresa non è più bello e se non si cresce non si compete nel mercato globale anche in un settore in salute come è l’occhialeria, a metà tra lusso e salute. Gli analisti hanno applaudito senza dubbi al merger. “Il prezzo del concambio – scrive Veronika Dubajova, CFA di Goldman Sachs, sell su Luxottica con prezzo obiettivo a 40,5 euro – implica un multiplo EV/EBITDA di 12,2 volte, rispetto alla media storica di 17 nel settore del Medtech e di 14 nel settore lusso. Le sinergie previste dalla nuova entità corrisposto a circa il 3-5% dei costi di base combinati. La mossa è strategia sia per Luxottica sia per Essilor e crediamo che questa integrazione verticale porterà entrambi i gruppi a crescere in termini di mercato e profittabilità nel medio termine”.

COSA DICONO AKROS E BANCA IMI

In effetti nella giornata dell’annuncio pre apertura, ovvero ieri, lunedì 16 gennaio, il titolo della società di Agordo non è riuscito ad aprire per eccesso di rialzo (quello teorico ammontato al 19%). Un tripudio generale anche per quegli analisti che non avevano giudizi propriamente positivi su Luxottica. Banca Akros ha confermato il suo accumulate sulla società italiana e Banca Imi ha messo il giudizio sotto revisione giudicando l’operazione positiva “in una fase di transizione del lusso vive in cui i grandi marchi si stanno muovendo verso una strategia di fare tutto in casa, come nell’esempio di Safilo-Gucci”.

IL REPORT DI EQUITA SIM

Per Equita Sim il concambio è fair – leggermente sbilanciato a favore di Essilor, e le sinergie importanti. Ma per la sim milanese non sono da escludere problemi di antitrust che sono il rischio principale dell’operazione. la pensa così anche Kepler Cheuvreux che però è entusiasta della notizia, tanto da cambiare completamente il rating sull’italiana: da reduce e buy con un target price che diventa 56 euro dai 44 precedenti. Anche su Essilor il prezzo obiettivo diventa di 140 euro dai 125 precedenti e viene confermato il giudizio buy. Buy confermato anche da Ubs su Essilor con prezzo obiettivo fissato a 130 euro.

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