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Rai Way, Ei Towers e Inwit. Ecco chi e come spinge per il polo unico delle torri

Equita sottolinea il forte senso industriale di un’eventuale fusione tra Rai Way ed Ei Towers. Giacomelli impone che il controllo del nuovo polo unico rimanga pubblico, e Mediobanca indica in F2i, il fondo per le infrastrutture partecipato da Cdp, il perno per mantenere la presa pubblica sul nuovo soggetto. Ecco le ultime novità sulle società che gestiscono in Italia le torri per la trasmissione del segnale radio-tv e di telecomunicazioni.

LE PAROLE DI GIACOMELLI

Rai Way ed Ei Towers controllano insieme l’80% del mercato degli impianti broadcasting. La possibilità di un polo unico delle torri di trasmissione è affiorata nel febbraio del 2015 quando Ei Towers, controllata al 40% da Mediaset, lanciò un’opas su Rai Way, il gruppo controllato da Viale Mazzini. Il progetto si arenò a causa della clausola statutaria che impone al governo di mantenere il 51% del capitale contenuta nel Dpcm che avviò la privatizzazione della società per gli impianti.
“Spero che sia in corso e che si concluda anche rapidamente”, ha commentato Giacomelli a margine di un evento di Aeranti-Corallo ricordando che l’unico paletto è che il controllo del nuovo polo unico delle torri di trasmissione “rimanga pubblico”, come prevede la norma. Giacomelli si è mostrato fiducioso sul fatto che l’operazione possa vedere presto la luce. È sembrato invece meno propenso all’ingresso anche di Inwit, la società per gli impianti di trasmissione che fa capo a Telecom Italia: “Non so rispondere, dipende se la presenza di Inwit possa avere un senso industriale in un progetto di questo tipo. A noi interessa che in questo settore rimanga il controllo pubblico, è questo l’unico paletto”.
A gennaio dello scorso anno Giacomelli ha detto che “le infrastrutture di comunicazione strategiche” devono essere “di proprietà pubblica o a controllo pubblico, a garanzia della concorrenza, del mercato e della libera iniziativa. A maggior ragione nel settore delle torri, dove seguiamo con attenzione quello che sta avvenendo”.

LA POSIZIONE DI EI TOWERS

In occasione della presentazione del piano al 2020, Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, ha evidenziato a investitori e analisti che l’asset non è considerato “core” da Cologno Monzese e che l’obiettivo è una sua valorizzazione nell’ambito di una alleanza. Berlusconi a Londra ha affermato anche di rimanere attivamente alla ricerca di un’aggregazione per Ei Towers.
Desiderio confermato anche dall’ad di Ei Towers, Guido Barbieri: “Siamo pronti ad essere parte attiva in processi di consolidamento in qualsiasi momento: per il paese avere infrastrutture uniche nel settore sarebbe un valore. Sempre più aziende italiane sono nel mirino dell’estero e il tema di infrastrutture più solide ed efficienti italiane resta ancora attuale”.

IL GIOCO DELLE TRE TORRI

L’aggregazione vedrebbe coinvolte quindi Ei Towers e Rai Way. Ma nella partita delle torri gioca anche Inwit, la società per gli impianti di trasmissione controllata al 60% da Telecom Italia, non più in vendita dopo il congelamento delle trattative voluto dal nuovo ad di Telecom Italia, Flavio Cattaneo. Offerte erano arrivate da Cellnex, la società spagnola che ha acquisito in Italia le torri Wind e Abertis e Ei Towers.
Il legame tra la società guidata da Cattaneo e Mediaset sono ormai noti: hanno in comune un azionista, Vivendi, che controlla il 24% dell’ex monopolista della telefonia e il 29% dei diritti tv della prima tv commerciale. Dopo essere arrivata poco sotto la soglia dell’Opa in Mediaset, il 15 dicembre Vivendi ha acquistato 4.500 titoli Ei Towers per un controvalore di circa 220mila euro. Gli acquisti sono stati effettuati su un mercato estero e corrispondono a uno 0,016% del capitale di Ei Towers. Una quota minima ma che, viene spiegato, permette a Vivendi di essere informati sull’andamento della società.
“Gli analisti di Berenberg scommettono che se Bolloré trovasse un accordo con Berlusconi, Inwit che fa capo a Telecom, potrebbe convolare a nozze con la Ei Tower di cui Mediaset ha il 40%. Viceversa se tra il finanziere bretone e la famiglia lombarda si dovesse arrivare ai ferri corti, con una guerra di carte bollate infinita, il gruppo delle torri di cui Guido Barbieri è amministratore delegato potrebbe finire nell’orbita di Ray Way”, si legge su Repubblica.

Secondo gli esperti un eventuale matrimonio tra Ei Towers e Rai Way permetterebbe di mantenere un’infrastruttura strategica in mano italiana evitando il rischio di offerte ostili dall’estero e creando un operatore più efficiente.

LE IPOTESI DI MEDIOBANCA SECURITIES

Una recentissima analisi di Mediobanca Securities sul comparto tlc e media citata dal Sole 24 ore attribuisce “un’alta probabilità” al completamento dell’asse EiTowers-Rai Way nel corso del 2017 alla luce della trasformazione delle frequenze 700 mhz e dell’operazione Vivendi-Mediaset: “Il consolidamento consentirebbe il mantenimento di questa infrastruttura strategica in mani italiane prevenendo il rischio di offerte ostili dall’estero e allo scopo di giocare un ruolo attivo nelle torri per il mobile”, si legge nel report che ipotizza un coinvolgimento di F2i, il fondo per le infrastrutture partecipato da Cdp in linea con le parole espresse da Giacomelli.

IL COMMENTO DI EQUITA E ICBPI

“Vediamo un forte senso industriale da un’eventuale fusione Rai Way ed Ei Towers. Recentemente Rai Way ha evidenziato che deal simili hanno portato a sinergie nell’ordine del 10% della base combinata, un livello a nostro avviso prudenziale”, hanno sottolineato ieri gli analisti di Equita. Dal punto di vista del controllo pubblico, “l’operazione potrebbe essere costruita con una quota di cash e azioni e con il supporto di azionisti nuovi per garantire il controllo pubblico”. Gli stessi analisti hanno invece attributo meno senso industriale a un coinvolgimento di Inwit, almeno nella prima fase del consolidamento.

Per gli esperti di Icbpi “un deal avrebbe una forte logica industriale con significative sinergie di costo”. Il rinnovo anticipato del contratto di servizio tra Mediaset ed Ei Towers , che scade nel 2018, e la possibile vendita di Towertel da parte di Ei Towers, per gli analisti di Icbpi, aumenterebbero la possibilità di una fusione.

IL RIALZO IN BORSA

Dopo l’esplicita apertura del Governo al progetto di creazione di un polo nazionale delle infrastrutture per la trasmissione del segnale telefonico e televisivo, i principali gruppi delle torri tlc e tv hanno registrato un rialzo in Borsa. Tutti in positivo quindi Ei Towers (gruppo Mediaset), Rai Way (controllato da Viale Mazzini) e Inwit, che ha Tim come socio di maggioranza.

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