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Cosa fa Gsk in Italia. Parla Daniele Finocchiaro

“Innovazione, reti internazionali e spillover di conoscenza – Industria farmaceutica, la prospettiva internazionale e il caso Gsk in Italia”. È stato questo il titolo dell’evento organizzato da Formiche il 21 febbraio a Roma al Montecitorio Meeting Center (via della Colonna Antonina, 52) durante il quale sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta dal centro studi Cerm (Competitività, Regole, Mercati) sul settore farmaceutico.

CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DELLO STUDIO DEL CERM SULL’INDUSTRIA FARMACEUTICA. FOTO PIZZI

Lo studio è stato illustrato dal professor Fabio Pammolli, presidente del Cerm e autore della ricerca con Armando Rungi (Imt Alti studi Lucca).  Ecco gli elementi principali emersi sull’industria farmaceutica in Italia e nel mondo: nel 2015 il commercio di prodotti farmaceutici è aumentato in volume nove volte il valore che aveva nel 1995. Tra i Paesi dell’Unione, l’Italia si piazza al secondo posto dopo la Germania per fatturato, ed esporta circa il 73% dell’intera produzione. Nel mondo, più di 7.000 medicinali sono attualmente in fase di ricerca e sviluppo, anche grazie all’impegno dei ricercatori e delle istituzioni di ricerca localizzati nel nostro Paese. Nel solo 2015, sono stati spesi circa 1,5 miliardi di euro in farmaceutica e biotech, di cui circa il 90% provenienti dal comparto privato, occupando 6.100 addetti alla R&S. (Leggi qui i principali risultati del report del Cerm)

Al dibattito hanno preso parte Luc Debruyne, presidente Global Vaccines di Gsk, Daniele Finocchiaro, presidente e amministratore delegato di Gsk Italia, Marco Simoni, consigliere economico di Palazzo Chigi e Federico Gelli, deputato e responsabile Sanità del Pd. In sala anche lo scienziato Rino Rappuoli, amministratore delegato di Gsk Vaccini Italia, noto per i suoi studi sulla prevenzione di malattie pericolose e mortali come la meningite, Annarosa Racca, presidente di Federfarma (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani) e Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg (Federazione medici di medicina generale).

CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DELLO STUDIO DEL CERM SULL’INDUSTRIA FARMACEUTICA. FOTO PIZZI

Dopo l’analisi dell’impatto dell’industria farmaceutica in Italia, al Momec si è parlato principalmente di vaccini, con riferimento al recente piano nazionale del governo, e della candidatura di Milano come possibile sede per accogliere l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco con sede a Londra, in cerca di dimora per effetto della Brexit. “Credo che il nostro Paese non sia ancora sufficientemente maturo nel decidere autonomamente cosa è giusto e cosa non è giusto sul tema della vaccinazione. Purtroppo le campagne di informazione e di comunicazione che hanno un maggiore appeal non sono quelle che fanno le istituzioni o il settore della corretta informazione, ma sono banalmente i social. Il doctor Google o il doctor Facebook, come sono stati definiti, hanno molta più forza di quanto possono avere i colleghi di medicina generale attraverso il loro sforzo continuo nel cercare di spiegare ai genitori di un bambino quanto sia fondamentale vaccinare il proprio figlio”, ha spiegato Gelli sui vaccini.

Non sono mancati riferimenti al progetto dello Human Technopole, centro dedicato alla medicina predittiva che sorgerà all’interno dell’area Expo. (Qui tutti i dettagli)

Tutti gli approfondimenti dell’evento organizzato da Formiche

L’industria farmaceutica, l’Italia e l’export. Lo studio del Cerm
Vaccini, cosa pensano governo e industria farmaceutica
Sfide e potenzialità dell’industria farmaceutica. Report Cerm

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