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Jochen Wermuth, chi è il finanziere tifoso dei Verdi che ha donato a Papa Francesco una Nissan Leaf elettrica

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Quando nell’aprile del 2005 dal Vaticano si levò finalmente la fumata bianca e fu annunciata urbi et orbi la nomina di Joseph Ratzinger al Soglio Pontificio, il tabloid Bild Zeitung sparava in prima pagina: “Wir sind Papst” (in italiano, “Abbiamo il Papa”). Una festa particolarmente interessante, considerando la prevalenza di protestanti e il numero crescente di non credenti che caratterizza la Germania. Ora, per un evento meno storico, è lo Spiegel ad annunciare – con un certo orgoglio, anche se celato dall’ironia – “Papa Francesco e la sostenibilità – Habemus Elektroauto”.

L’avversione di Papa Francesco per le limousine – e in genere per le automobili vistose – è nota. Tant’è che Famiglia Cristiana volle omaggiare l’affetto del Santo Padre per la sua utilitaria, scrivendo: “La Renault 4 del Papa: 300 chilometri di carità”. I tempi virano però sempre più verso l’ecologico, un tema sul quale Papa Bergoglio ha incentrato anche l’enciclica del 2015 Laudato Sii. E così al parco vetture del Santo Padre si è venuta ad aggiungere anche una vettura elettrica, per la precisione una Nissan Leaf. Si tratta di un dono del finanziere e investitore Jochen Wermuth, titolare dell’omonima società di consulenza finanziaria Wermuth Asset Management GmbH con sede a Berlino.

Fondata nel 1999 da Wermuth, WAM era nata originariamente per investire soprattutto – fino a raggiungere il 100 per cento del patrimonio familiare – in iniziative dall’impatto ecologico non invasivo. Un progetto con cui all’epoca convinse anche altri ex colleghi a investire con lui. Wermuth aveva lavorato a suo tempo per la Deutsche Bank, anche in Russia, ed era stato membro della Deutsche Bank’s Global Division. Successivamente avrebbe anche consigliato il governo russo negli anni di transizione verso l’economia di mercato. Russa è anche sua moglie, l’ecologista Alexandra Korlinova, con cui ha tre figli.

Tra i primi investimenti di peso della Wermuth Asset Management (WAM) figura, nel 2000, quello in un impianto finalizzato ad abbattere di dieci volte i costi del silicio solare. A firmare il progetto era niente di meno che il premio Nobel per la Fisica Alexander Prokhorov. Wermuth è inoltre membro del Disinvestment Movement, una piattaforma internazionale alla quale aderiscono famiglie particolarmente facoltose, che si sono poste come fine quello di disinvestire progressivamente dai settori del gas, petrolifero e carbonfossile, e puntare invece sulle energie rinnovabili.

Uno dei più efficaci strumenti di sensibilizzazione è ovviamente l’esempio dato da personalità di spicco. Da qui anche l’idea di regalare al Papa una vettura elettrica. A dire il vero inizialmente si era pensato a una Tesla modello S, automobile sempre elettrica, ma di classe superiore. Il Santo Padre ha invece preferito qualcosa di meno impegnativo. A consegnargli la Nissan Leaf – che resterà a sua disposizione per un anno – è stato Wermuth in persona, che ha colto l’occasione per fare anche un giro di prova con il Santo Padre. Wermuth spera che l’esempio di Francesco possa ispirare capi di stato, di governo, insomma altri potenti della terra.

Già che c’era, Wermuth ha proposto al Santo Padre anche l’idea di una gestione più sostenibile non solo per l’ambiente ma anche per le casse del Vaticano. Motivo per il quale, racconta lo Spiegel online, ora un team misto, composto da collaboratori del Vaticano e da collaboratori di WAM, è allo studio per controllare le strategie gestione e amministrazione del Vaticano e per approntare un piano che permetta di investire in futuro, sempre più nello spirito tracciato dall’enciclica Laudato Sii.

La macchina elettrica per il Papa, ovviamente, ha fatto notizia. Ma non è la prima volta che il 47enne Wermuth finisce sulle prime pagine dei giornali. La primavera scorsa, in occasione delle elezioni regionali nel Baden Württemberg e nel Mecklenburg-Vorpommern (la regione nella quale si trova anche la circoscrizione elettorale di Angela Merkel), Wermuth aveva sostenuto i Verdi nei due Länder, donando complessivamente 600mila euro. Per i Verdi la donazione più consistente in tutta la storia del partito. Ma mentre Kretschmar, il governatore uscente dei Verdi, aveva vinto di nuovo le elezioni, i Verdi nella regione della Kanzlerin avevano perso quasi il 4 per cento dei voti, e con appena il 4,8 per cento dei voti non ce l’avevano nemmeno più fatta a restare nel parlamento regionale.

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