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Poste Italiane, ecco le novità su Anima, conti 2016 e privatizzazione

I conti 2016 di Poste da divulgare con le prime stime degli analisti. La prospettiva della seconda tranche della privatizzazione con le discussioni all’interno dell’esecutivo. Il dossier Anima che attira le attenzioni di investitori e analisti. Il futuro di Francesco Caio nell’ambito della prossima tornata di nomine ai vertici delle società controllate o partecipate dal ministero dell’Economia. Sono questi i principali aspetti che riguardano Poste Italiane. Ecco tutti i dettagli dossier per dossier.

LA PRIVATIZZAZIONE

Il collocamento sul mercato della seconda tranche di Poste Italiane, che dovrebbe portare nelle casse del Tesoro circa 2,4 miliardi di euro, ha provocato tensioni all’interno del ministero dello Sviluppo Economico, con il ministro Carlo Calenda a favore, e il sottosegretario Antonello Giacomelli contro, e divisioni hanno solcato anche il Partito democratico.
Calenda ha confermato che la privatizzazione del 29,7% di Poste ancora in mano al Tesoro verrà collocata sul mercato entro l’estate. Avverrà “verosimilmente nella primavera o nell’estate di quest’anno”, ha detto il ministro nel corso di un question time alla Camera, precisando che il tutto avverrà “in linea con gli impegni assunti dal governo in Europa sulla riduzione del debito pubblico”.

Il capitale della società quotata in Borsa dal 2015 è suddiviso tra Cassa depositi e prestiti (35%), Tesoro (29,3%), investitori istituzionali (21,8%) e singoli investitori (13,9%). Al termine dell’operazione via XX Settembre deterrà il controllo indiretto del gruppo attraverso il 35% in mano a Cassa Depositi e Prestiti, al quale si somma la presenza della soglia del 5% al possesso azionario per soggetti diversi da enti pubblici o da soggetti da questi controllati.

DOSSIER ANIMA

In linea con lo sforzo del gruppo presieduto da Luisa Todini di evolversi nei servizi finanziari, entro il primo semestre dovrebbe essere completato l’accordo con Anima che porterà Poste Italiane a detenere il 25% della società. Anima è l’operatore indipendente dell’industria del risparmio gestito di cui Poste lo scorso anno ha acquisito il 10,3% detenuto da Banca Monte dei Paschi di Siena.
“Le difficoltà attraversate da Mps, storicamente il più importante collocatore di Anima anche dopo l’uscita di Siena dal suo azionariato (appunto per fare spazio a Poste), starebbero interessando anche la raccolta dei fondi comuni – si legge su MF/Milano Finanza -. Anima però sta cercando di compensare la situazione proprio attraverso un maggiore contributo da parte della rete di Poste, con la quale la collaborazione commerciale sta progressivamente diventando più efficace”.
Nei prossimi mesi Anima dovrebbe fondersi con Banco Posta Fondi, la SGR di Poste Italiane. Secondo quanto ha riportato Milanofinanza.it, Filippo Di Naro è uscito da Banca Esperia, la società in cui ricopriva il ruolo di a.d. e capo investimenti di Duemme SGR, per entrare in Anima.
Poste Italiane l’anno scorso si è vista sfilare l’affare Pioneer, la società del risparmio gestito messa in vendita da Unicredit, a cui il gruppo di Caio puntava cordata con Anima e Cdp. Ma il gruppo guidato da Jean-Pierre Mustier ha scelto la francese Amundi per la trattativa in esclusiva su Pioneer.

I CONTI

Secondo un report di Intermonte, Poste Italiane si accingerebbe a chiudere il 2016 con un utile netto di 614 milioni e un margine operativo superiore a 947 milioni. “Il mercato si attende un risultato operativo attorno a un miliardo (contro i 691 milioni di fine 2014) e un utile netto tra 600 e 630 milioni”, ha scritto Laura Serafini sul Sole 24 Ore. La nuova dividend policy sarà resa nota prima della collocazione della seconda tranche e Poste Italiane è pronta a confermare la politica dei dividendi annunciata al momento dell’Ipo e pari, per il 2015 e il 2016, all’80% dell’utile netto.

I PRONOSTICI SU CAIO

Il cda di Poste Italiane, così come quelli di altre 11 società controllate direttamente dal Mef, tra cui spiccano le quotate Eni, Enel, Terna, e Enav, è in scadenza. Il ministero dell’Economia ha dato per cui il via alla procedura di nomina dei nuovi vertici delle grandi società pubbliche. Mediobanca ipotizza che la conferma dell’ad Francesco Caio al vertice della società sarebbe un elemento rassicurante per gli investitori e gioverebbe al titolo Poste Italiane. Gli esperti dell’istituto di credito guidato da Alberto Nicola Nagel ritengono, infatti che le indiscrezioni di stampa che vorrebbero un avvicendamento al vertice delle Poste, in Borsa pesino sul titolo del gruppo guidato da Francesco Caio in Borsa. Per Mediobanca, dunque, il mandato di Caio dovrebbe essere rinnovato nella prossima assemblea degli azionisti, in quanto un cambio al vertice, a ristrutturazione avviata, sarebbe interpretato come un segnale di scarsa determinazione nel portare a compimento questo obiettivo.

 

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