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Gucci, l’Educandato Setti Carraro di Milano e le drag queen

La doppia vita di un Educandato: il Setti Carraro di Milano. Di giorno, popolato di giovinetti e signorine dai 6 ai 19 anni. Di notte, affollato di lustrini, paillettes, drag queen e signorine in abiti succinti. Che cosa tocca fare in nome del fundraising. O almeno così dicono. Ciò che stiamo per raccontarvi è una delle “classiche vicende all’italiana”: c’è lo Stato latitante, la necessità di una scuola, un privato che investe, non tutto fila liscio e allora si minimizza. Ma il fine educativo di una scuola che fine fa?

LA VICENDA

Lo scorso 22 febbraio, in piena Fashion Week milanese, Gucci – marchio italiano di alta moda famoso in tutto il mondo – ha organizzato un party a Palazzo Archinto. Ha affittato i locali attraverso la società Twist’n Scout. Neanche a dirlo: tra gli ospiti c’erano molti vip – Charlotte Casiraghi e Bebe Vio, solo per citarne alcuni – e gli inviti per il party erano introvabili ed esclusivi. Addirittura, le 60 ragazze del convitto – che vivono all’interno del palazzo elargendo una generosa retta annuale – non hanno avuto accesso. “Loro ce lo hanno chiesto ma noi non glielo abbiamo permesso”, ha spiegato il rettore Professor Giorgio Ragusa. Eh sì, perché la lussuosa struttura, situata in via della Passione, è la sede dell’Educandato Statale Emanuela Setti Carraro dalla Chiesa che ospita al suo interno una scuola elementare, una media e diversi licei: circa 850 studenti in tutto. Facendo una capatina su Instagram e digitando “Educandato Setti Carraro” spuntano subito foto degli alunni in classe o all’uscita dalle lezioni. Scorrendo tra i sorrisi sornioni dei ragazzi però ecco che saltano all’occhio mucchietti di drag queen e immagini osée che risalgono proprio alla sera della festa organizzata da Gucci.

LE SPIEGAZIONI

Fino a qualche anno fa le spese di manutenzione straordinaria erano sostenute dal Ministero dei Lavori Pubblici. Nel 1996 è stata approvata una legge che invece le attribuisce alle province. Per noi alla città metropolitana. Morale: queste spese non sono sostenute né dallo Stato né dalla provincia/città metropolitana e quindi dobbiamo autofinanziarci”, ha spiegato il rettore. Questo dunque è il motivo per cui la scuola ha bisogno di affittare i propri locali a eventi di vario genere. Ha aggiunto il Prof. Ragusa: “L’agenzia – che tra l’altro è del papà di un nostro alunno – ci ha proposto un pacchetto in cui erano previste sfilate di moda e una cena di gala. Così, il Cda ha dato il via libera”. Il Consiglio d’amministrazione sì, perché il Consiglio d’Istituto non esiste al Setti Carraro. “C’è un vuoto legislativo. Per gli istituti in cui coesistono tutti e tre i gradi d’istruzione la legge non prevede la composizione del Consiglio d’Istituto” ha spiegato ancora Ragusa. Come fa una scuola statale a vivere senza Consiglio d’Istituto? Ha un Commissario Straordinario che nello specifico è l’ex vicesindaco (della giunta Pisapia) Francesca Balzani (nella foto). Ma torniamo alla festa della discordia. “A seguito dell’attenzione mediatica dedicateci per questa vicenda le richieste di iscrizione sono aumentate, nonostante siano chiuse” ha precisato ancora il rettore, ovviando così al problema del danno d’immagine. Che quindi c’è stato o no? “A noi è spiaciuto” ha sottolineato e ha aggiunto ancora: “Qualche convittrice ha lamentato di non aver potuto dormire nelle prime ore della serata: fino alla una di notte c’è stata la musica che poi è stata spenta. I genitori erano stati informati informalmente, non c’è stato nessun comunicato ufficiale perché non sembrava così grave che le ragazze perdessero una o due ore di sonno”.

NOTE UFFICIALI

Nonostante tutto, sia il rettore che il Cda si sono premurati, questa volta ufficialmente, di comunicare il loro pensiero rispetto a quanto accaduto. Ragusa ha scritto: “L’Educandato comunica di aver ricevuto le scuse dagli organizzatori dell’evento Gucci del 22 febbraio scorso (…) L’Educandato, indotto a concedere in locazione i locali al prestigioso marchio dalla ricerca di fondi per la manutenzione straordinaria necessaria a Palazzo Archinto, si riserva di chiedere i danni morali, poiché non è disposto a rinunciare ai valori morali ed educativi su cui fonda la sua azione quotidiana per nessuna cifra”. Cifra che comunque pare fosse a tanti zeri. Ha rincarato la dose il cda: “Il CdA dell’Educandato (…) intende precisare che (…) ritiene opportuno valorizzare e far conoscere le bellissime sale di Palazzo Archinto ed al contempo acquisire dei fondi utili per lavori di manutenzione e ristrutturazione del Palazzo. In sede contrattuale e precontrattuale il Rettore e il CdA hanno più volte evidenziato la necessità di autorizzare degli eventi che non confliggessero con i fini istituzionali dell’Educandato (…) La serata, pur facendo registrare la presenza di ospiti di rilievo e nessun danno materiale, ha invece visto la presenza fra i molti invitati di alcuni ospiti che hanno assunto atteggiamenti disdicevoli e non consoni all’ambiente. La responsabilità di tali comportamenti ricade interamente sugli organizzatori dell’evento (…)”. Nel frattempo, il marchio Gucci si è difeso sulle colonne de Il Corriere della Sera: Noi siamo in regola”.

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