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Vi racconto fatti, numeri e bufalette sul recupero dell’evasione fiscale

Banca padoan, evasione fiscale amministrazione, Pier Carlo Padoan, pIL

Dall’insediamento di Mario Monti in poi, i governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi hanno continuato a ripetere agli italiani che, anziché aumentare le tasse, sarebbero riusciti a reperire le risorse necessarie per risanare la finanza pubblica attraverso l’inasprimento delle norme relative alla lotta all’evasione fiscale.

Sono state introdotte numerose misure per raggiungere l’obiettivo: split payment, reverse charge, norme sulle società dormienti, tassazione dei “falsi residenti all’estero”, esterovestizione, voluntary disclosure. Miliardi di euro di gettito recuperato e da recuperare, secondo i promotori delle misure. Risultato raggiunto? No, stando a quanto si legge oggi sui giornali, che, riportando i dati dell’ultimo rapporto sull’economia sommersa presentato dalla Commissione istituita ad hoc, scrivono che l’evasione fiscale sarebbe addirittura aumentata.

Ora, qualcuno dovrebbe spiegare agli italiani come sia possibile far credere che le misure di lotta all’evasione hanno funzionato in un contesto in cui l’evasione fiscale è aumenta. Qualcosa decisamente non quadra a livello logico. O è vero che l’evasione fiscale è aumentata, e quindi significa che le misure introdotte non hanno funzionato, con conseguente opportunità di valutare se rafforzarle o toglierle del tutto, oppure è vero che hanno funzionato e allora significa che l’evasione fiscale non è poi così alta come questi studi vorrebbero dimostrare.

Se la seconda ipotesi è vera, vuol dire anche che l’ulteriore inasprimento delle misure anti-evasione che verrà fatto sin dalla prossima “manovrina” di aprile non produrrà quel gran recupero di gettito previsto dal governo e che puntare, invece, su un taglio della spesa pubblica sarebbe forse una soluzione in grado di produrre risultati più certi e giustificabili agli occhi dei contribuenti.

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