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Isis, Stoccolma e quella previsione del Gran Mufti di Damasco

“Nel momento in cui il primo missile colpirà la Siria, il Libano e la Siria lanceranno tutti i loro figli come attentatori suicidi sul territorio europeo e della Palestina (Israele, ndr)”, ha detto il Gran Mufti di Damasco, Ahmad Badr Hassoun, in un video trasmesso la sera del 9 ottobre 2011 dalla tv di Stato siriana e ripreso il giorno seguente dalla tv panaraba Al Arabiya. In quel discorso il Gran Mufti disse anche: “Vi avverto, Europa e Stati Uniti: prepareremo attentatori suicidi che sono già tra di voi”. “Se bombarderete la Siria o il Libano sarà occhio per occhio e dente per dente e chi infliggerà il primo colpo sarà più ingiusto… vi prego… non avvicinatevi al nostro Paese!”.

Questo discorso del Gran Mufti è stato seguito da un’altra esternazione molto famosa, quella del 2015, quando avvertì che il terrorismo è un’ideologia che mette a rischio tutti, nell’Oriente quanto nell’Occidente. L’inversione di rotta è troppo profonda e il timing appare di assoluto rilievo: nell’ottobre del 2011 Assad sembrava alle corde, e il terrorismo legittimo. Nel 2015 invece Assad era sulla cresta dell’onda, e il terrorismo un pericolo, che magari il raìss combatteva.

Tutto questo da un lato getta una luce sinistra sull’odioso attentato verificatosi a Stoccolma. Se “il primo” muftì Hassoun avesse parlato non solo “col cuore” potrebbe essere addirittura un indizio. Dall’altro, però, seguendo un celebre adagio della politica italiana di anni fa, quello degli opposti estremismi, tutto questo ha un’ancor più inquietante possibile lettura: gli opposti estremismi ci sono davvero e si sostengono, uno vive in quanto c’è l’altro. Forse, nel caso siriano, sono anche l’uno figlio dell’altro.

Ci sarebbe stato l’Isis, almeno in Siria, senza la furia devastatrice del regime di Damasco? E ci sarebbe ancora Assad senza la furia devastatrice dell’Isis? L’attentato contro inermi civili di Stoccolma non sembra dirci proprio questo: “State attenti, Assad combatte una minaccia mortale per voi”. Ma davvero uno minacciato da Assad può finire col fare “oggettivamente” il suo gioco in un momento simile, cioè a poche ore dal raid americano?

Un tempo si diceva che non si può combattere il male con il male. Dovrebbe essere chiaro a tutti. Sbaglia chi, nel mondo arabo-islamico, pensa di combattere Assad aiutando formazioni mostruose come l’ISIS, e sbaglia chi pensa di poter combattere l’ISIS sostenendo un regime mostruoso come quello di Assad. I due sono le due facce della stessa medaglia. E magari lo sanno pure.

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