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Un nuovo Jedermann a Salisburgo

Di Giuseppe Pennisi e Patrice Poupon
Stefanie Reinsperger and Tobias Moretti © Salzburger Festspiele / Anne Zeuner

Jedermann di Hugo von Hofmannsthal inaugurò il festival di Salisburgo il 22 agosto 1920. Da allora, ogni anno è in scena, sulla Piazza del Duomo di Salisburgo (in caso di pioggia nella antica cavallerizza adattata a sala per opere e concerti e dotata di un palcoscenico smisurato). Circa ogni quattro- cinque anni viene cambiato l’allestimento, spesso attualizzandolo ai tempi nostri. Inoltre, al di fuori del Festival, nel periodo della manifestazione e non solo ne vengono messe in scena altre edizioni, meno sfarzose e con biglietti a prezzi contenuti. Quindi ancora un grande successo, nonostante il tema mistico, i versi difficili, ed i decenni trascorsi.

Alle prime rappresentazioni, a Vienna ed in Germania nel 1911-14, Jedermann era stato accolto da successo di pubblico ma da critiche durissime. Le riserve degli addetti ai lavori erano tali che ci vollero la determinazione di Max Reinhardt e l’amicizia e stima che Richard Strauss nutriva nei confronti di Hugo von Hofmannsthal per inaugurare il Festival con un lavoro stroncato dalla critica tedesca e, soprattutto, da quella viennese. Occorre notare che nella sua monumentale Storia del teatro drammatico, Silvio D’Amico prende le distanze dai critici austro-tedeschi  dell’epoca ed elogia la raffinatezza del lavoro che ancora oggi  – come si è detto – appassiona il pubblico. Non solo di cultura tedesca. Ne ricordo una splendida messa in scena sul sagrato di San Miniato.

Non si tratta di un’opera del tutto originale di Hugo von Hofmannsthal ma di un adattamento in versi, in tedesco vagamente arcaico, di un morality play britannico del XV secolo: The Somnyng of Everyman (generalmente conosciuto come Everyman), un lavoro edificante in cui si narra la storia di un uomo, bello, ricco, arrogante e lussurioso, che si confronta con la morte. Un apologo che potrebbe sembrare banale, ma è arricchito dai versi estetizzanti di von Hofmannsthal. La scelta colse nel segno: il testo di Hofmannsthal, antico memento mori modernizzato, posto a inaugurare in quel 22 agosto 1920 il Festival di Salisburgo, improvvisamente sembrò scritto per quei tempi e quel pubblico di reduci di guerra orfani di un Impero; la nuova messa in scena di Reinhardt, che faceva della Piazza del Duomo un palcoscenico, dell’intera Salisburgo – con i suoi campanili, la sua rocca, anche con la sua meteorologia e forti escursioni termiche , nonché macchine teatrali, commossero e catturarono così profondamente gli animi degli spettatori, e soprattutto in maniera così durevole, che Jedermann è divenuto un classico a Salisburgo ed è assurto a rappresentare il Festival tout court, guadagnandosi così un posto d’onore nel teatro austriaco e tedesco. Funziona anche oggi. Non solo con il pubblico austro-tedesco.

Questa estate va in scena un nuovo allestimento, il precedente risale al 2013.  Ci sono state difficoltà con il team del 2013 Renate Martin  e Andreas Donhauser, molti attori sono da allora cambiati e quindi si è scelto di voltare pagina. Questa estate Jedermann sarà allestito da Michael Sturminger e la sua équipe di scenografi e costumisti. Il nuovo allestimento avrà oltre un mese di prove dal 6 giugno al 21 luglio. Sturminger è un regista viennese versatile sia nella prosa che nella lirica. A Salisburgo ha avuto un gran successo la sua messa in scena de Il Sogno di Scipione nel 2008. Al Mariinsky di San Pietroburgo sono in repertorio due sono sue produzioni: Idomeneo di Mozart e Ariadne auf Naxos di Strauss. E’ stato regista di prosa in numerosi teatri austriaci e di lirica alla Staatsoper di Vienna al Teatro Nazionale di Taipei ed ai teatri d’opera di Colonia e Gratz.

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