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G7 Energia, che cosa (non) si è deciso a Roma

Rafforzare una comune politica energetica su scala mondiale per garantire una disponibilità di risorse energetiche diversificata, affidabile ed economicamente sostenibile.

Questi i temi del vertice dei ministri dell’Energia dei Paesi del G7, tenuto il 5 e 6 maggio a Roma, al quale hanno partecipato anche il Commissario Europeo per l’Energia e il Direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia.

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CASINI E MUCCHETTI “VERSO IL G7 ENERGIA”. LE FOTO DI PIZZI

LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO GUIDI

Le conclusioni dell’incontro presieduto dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidispiega una nota del Mise – verranno portate al prossimo summit dei capi di Stato e di governo, previsto a giugno a Bruxelles.

Al centro dell’agenda la sicurezza energetica collettiva e gli interventi necessari a garantirla“, ha sottolineato la Guidi nella conferenza stampa conclusiva. Il dibattito – ha spiegato – “ha analizzato quali strategie adottare per ridurre la dipendenza energetica e i rischi a essa collegati (richiamati dalla crisi ucraina, ndr); lo sviluppo e la modernizzazione delle infrastrutture, con la necessità di reti dell’energia più potenti e integrate, capaci di garantire approvvigionamenti anche nell’eventualità di choc energetici“; e “come armonizzare le politiche e il quadro regolatorio in materia di mercati delle materie prime, meccanismi di formazione del prezzo dell’energia e della CO2, difesa della concorrenza, libero accesso ai mercati e alle infrastrutture, e, infine, sistemi coerenti di incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica“.

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CONCLUSIONI DA SVELARE

Per il momento, dunque, nessuna decisione pratica, se si esclude un accordo firmato tra la Guidi e il ministro canadese Greg Rickford sul gnl. Le conclusioni del vertice verranno sottoposte al prossimo G7 di giugno a Bruxelles, anche con l’obiettivo di contribuire alla discussione sui cambiamenti climatici in programma alla Conferenza di Parigi nel 2015.

GLI USA PRONTI A ESPORTARE?

Una delle risposte alla domanda di maggiore indipendenza energetica proveniente dall’Europa potrebbe arrivare dagli Usa, pronti a fornire gas all’Europa. Sul Sole 24 Ore di oggi è Ernest Moniz, l’ex professore del Mit chiamato da Barack Obama, a disegnare le strategie energetiche di Washington, a sostenere che l’America ha approvato “in termini condizionali sette progetti per un totale di 96 miliardi di metri cubi all’anno. Tutto questo si concretizzerà entro la fine del decennio”, immettendo “una quantità enorme” di gas sul mercato e impedendo così “che Paesi come la Russia usino l’energia come un’arma“.

L’APPELLO DI RUSSO

Mentre la politica discute, il mondo dell’impresa chiede decisioni. L’Italia – è l’allarme lanciato da Giampaolo Russocountry manager di Tap Italia, nel suo intervento al seminario “Verso il G7 Energia” tenuto il 5 maggio nella sede romana del Centro Studi Americani – rischia di essere esclusa dal tracciato del gasdotto Tap (la pipeline che trasporterà gas dall’Azerbaijan alla Penisola), che potrebbe approdare in Croazia a causa di alcuni ritardi. Pertanto, ha detto, “è importante che si prendano decisioni e impegni”. Il rischio è che tramonti definitivamente il progetto dell’Italia come centro di smistamento della fonte enegetica in Europa.

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