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Tutte le misure anti terrorismo del Viminale per la Settimana Santa

Più prevenzione, più controlli e 5 mila agenti e militari in servizio solo a Roma. Il lavoro antiterrorismo sotto traccia continua ogni giorno, ma ovviamente si intensifica in certi periodi, come per le imminenti festività pasquali. Nei prossimi giorni le forze dell’ordine aumenteranno le misure di sicurezza intorno agli obiettivi sensibili e a quelle zone dove ci sarà maggiore afflusso di viaggiatori come porti, aeroporti e stazioni. Naturalmente ciò riguarderà anche le principali città d’arte e le cerimonie legate alla Settimana Santa. È questa la conclusione della riunione del Casa, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, convocata dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, con la presenza dei vertici delle forze di polizia e dell’intelligence.

ATTENZIONE AI SIMBOLI CRISTIANI

Subito dopo la riunione è stata diramata una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza che dispone la massima visibilità del personale in divisa e una specifica attenzione alle cerimonie religiose perché potrebbero essere oggetto di attacchi. I controlli negli aeroporti dovranno essere particolarmente scrupolosi anche negli scali minori così come più attenzione sarà rivolta agli alberghi. Il questore di Roma, Guido Marino, ha disposto un piano particolareggiato per le cerimonie con Papa Francesco, a cominciare dalla Via Crucis nella serata di venerdì 14. Saranno impegnate oltre 5 mila unità tra forze dell’ordine e forze armate e ci sarà il divieto di sorvolo sulla Capitale. I fedeli che vorranno assistere alla Via Crucis saranno sottoposti a numerosi “filtraggi”.

L’IMPORTANZA DELLE ESPULSIONI

In quasi tutti i più recenti attentati in Europa gli investigatori hanno ammesso che i terroristi erano conosciuti, ma evidentemente né controllati né tantomeno espulsi. Invece “le espulsioni ci hanno consentito di fare la differenza”, ha spiegato il capo dell’Antiterrorismo, Lamberto Giannini, in un convegno al Salone della giustizia di Roma. In Italia, contrariamente alle altre nazioni, i soggetti a rischio che simpatizzano o inneggiano all’Isis o plaudono alle stragi vengono cacciati dal territorio nazionale d’intesa con l’autorità giudiziaria: alla festa della Polizia Minniti ha parlato di 164 espulsi dal gennaio 2015 di cui 32 quest’anno. Una “pulizia” determinante perché siamo di fronte alla minaccia “più ampia, diffusa e grave degli ultimi 15 anni” secondo John J. Mulligan, vice direttore del Centro nazionale antiterrorismo degli Stati Uniti intervenuto in quel convegno. L’imprevedibilità del nuovo terrorismo, che ha quasi azzerato i tempi dall’ideazione all’esecuzione (vedi il furto del camion a Stoccolma e il successivo attacco), modifica anche il lavoro delle agenzie di intelligence americane che, secondo Mulligan, stanno privilegiando l’uso della tecnologia rispetto alla humint, la raccolta di informazioni attraverso contatti diretti tra le persone.

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E CONTATTI SOSPETTI

Pur senza porre sullo stesso piano terrorismo e immigrazione, come ripetono quotidianamente dal Viminale, certe inchieste sono particolarmente significative. La Guardia di Finanza di Roma ha appena smantellato un sistema di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina arrestando un egiziano, Reda Shalaby, che forniva supporto logistico soprattutto a suoi connazionali. Nell’indagine sono stati coinvolti anche gli uomini della Sezione investigativa finanziamento al terrorismo del Gico di Roma e il II reparto (intelligence) del Comando generale: proprio quest’ultimo reparto ha accertato che in 24 ore Shalaby ha effettuato un viaggio aereo Roma-Istanbul-Il Cairo-Milano acquistato lasciando come recapito un’utenza intestata a un pakistano il cui fratello è in carcere in Italia per associazione con finalità di terrorismo: i finanziamenti transitavano dalla sua agenzia di viaggi a Roma. Shalaby, invece, assumeva fittiziamente nei suoi negozi di frutta e verdura (non operativi) connazionali che ottenevano così il permesso di soggiorno. L’arresto consente di approfondire la sua rete di contatti perché i soldi che finiscono al terrorismo passano per mille rivoli.

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