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Marek Halter, tutte le astruserie dell’intellettuale che vaneggia su Isis pro Le Pen

Per Marek Halter, intervistato da Repubblica, “i terroristi vogliono far vincere Marine Le Pen. Ma né i terroristi, né Le Pen alla fine vinceranno”. Secondo costui, definito dal giornale “uno dei massimi intellettuali francesi viventi”, “la leader del Front National è idealmente il loro cavallo di troia per infiltrare nella società francese l’odio, l’intolleranza, il razzismo, per far insorgere l’estrema destra e gli estremismi in generale e così fare sempre più proseliti”. Così, “a caldo”, il “noto intellettuale” (figuriamoci gli “ignoti”), come lo definisce Repubblica, ha commentato l’attentato sugli Champs Elysées. Il titolo dell’intervista è ancora più esplicativo e raggelante: “Vogliono far vincere i fascisti ma la Francia saprà resistere all’odio”.

Non sappiamo se il “noto intellettuale” si sia reso conto con le sue affermazioni di aver gettato un anatema barbarico su una fascia considerevoli di elettori che democraticamente si riconoscono nel Front National e che certamente si sentiranno quantomeno offesi da un tale che pure dice, contraddicendosi palesemente, di voler difendere la tolleranza, la democrazia, il dialogo, l’unità tra cristiani, ebrei e musulmani.

Perché l’Isis dovrebbe far vincere la Le Pen? Ma è chiaro: per alimentare lo scontro, per far crescere in Francia il seme dello scontro, perché la società diventi un campo di battaglia nel quale il jihadismo possa mietere le sue fortune spargendo paura e lutti. Il “nemico”, dunque, non è l’islamismo radicale, quello che vuole la “sottomissione”, lanciato contro i “crociati” con una ferocia che lascia sconcertati, ma chi vi si oppone, con le armi delle idee e delle parole. Il tentativo di persuasione dei cittadini a votare in un certo modo viene messo sullo stesso piano del crimine ispirato dalla falsificazione di una religione. Davanti all’applicazione pratica della filosofia sanguinaria di Daesh, del Califfo, dei miliziani che colpiscono ovunque e chiunque, qualche “noto intellettuale” francese si permette di dire che essa è funzionale, sostanzialmente, a chi la contrasta democraticamente e guardandosi bene dal suggerire scorciatoie che inducano ad usare altri strumenti se non quelli costituzionalmente previsti per affermare il proprio punto di vista.

La Le Pen era impegnata in un dibattito televisivo con Fillon ieri sera quando un jihadista, sbucato da un’automobile, ha cominciato a sparare contro una pattuglia di poliziotti uccidendone uno e ferendone altri due: per Marek Halter la leader del Front National era – evidentemente anche in quel momento – il “cavallo di troia” dell’assassino. Se le parole hanno un senso è questo che si ricava dal pensiero del “noto intellettuale”, talmente noto che a nessuno è dato di contraddirlo, o quantomeno di fargli notare che è uscito fuori dal seminato e che le sue parole colpiscono duramente milioni di francesi che la pensano in maniera diversa da lui. A questi suoi connazionali il signor Halter non ritiene di riservare almeno un po’ di rispetto, magari facendosi venire il dubbio che le loro convinzioni sono altrettanto legittime delle sue?

Un interrogativo che non troverà risposta. Intanto Parigi, la Francia, l’Europa, l’Occidente si piegano ancora una volta nel dolore e si rafforzano nella convinzione che la “guerra asimmetrica” scatenata dagli islamisti non potrà essere vinta con le marce, i proclami, le dichiarazioni accorate davanti alle telecamere, ma con sistemi che puntino a distruggere definitivamente il covo dove si schiudono le uova del drago. Con tutti i sistemi più idonei ed efficaci ancorché ritenuti da qualche anima bella poco ortodossi.

Il terrore che accompagna i francesi al voto di dopodomani è un insulto sanguinoso alla nostra civiltà. Insopportabile. Comunque la si pensi e qualsiasi candidato si scelga, in ogni elettore dovrebbe essere ben presente che il suo voto è diverso, profondamente diverso, dal passato. Questa non è una normale elezione presidenziale, come non lo saranno le elezioni che si terranno negli altri Paesi europei: adesso si tratta di difendere un sistema di valori, di usi, abitudini, costumi, tradizioni e, nello stesso tempo, trovare la forza per lanciare un’offensiva contro chi vorrebbe sottometterci alla tirannia della paura. Chiunque vincerà la partita per l’Eliseo speriamo ne sia consapevole.

ECCO FOTO E VIDEO SULL’ATTENTATO A PARIGI

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