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Cosa condivido (e cosa non condivido) di Donald Trump. Parla Grover Norquist

È stato definito l’uomo più potente d’America dal Globe magazine. È il fondatore dell’Americans for Tax Reform, l’associazione conservatrice plurimilionaria che combatte le tasse come un esorcista il demonio. Ha fatto firmare a 257 congressisti il “Taxpayer Protection Pledge”, il patto che li impegna davanti agli elettori a non alzare mai più le tasse. Grover Norquist è molto più di un semplice politico. Mercoledì scorso la Fondazione De Gasperi lo ha contattato con una Skype call per dare inizio a una rete di conservatori liberisti in giro per il mondo.

Non è un caso che uno degli uomini più influenti degli Stati Uniti non sia mai stato eletto. Nel 1985 su richiesta di Ronald Reagan ha fondato l’ATR, che da più di 30 anni è votata con dedizione monacale a un unico scopo: abbassare le tasse ovunque e a qualsiasi costo. Ma la storia politica di Norquist affonda le sue radici tra i repubblicani: senza la sua mobilitazione del movimento conservatore, ad esempio, l’elezione di George W. Bush nel 2004 sarebbe stata una salita più ripida, e lo stesso si può dire di quella di diversi governatori. Prima del 2012, il 95% dei repubblicani aveva sottoscritto il patto sulle tasse: in un’intervista a “60 minutes” Norquist ha dichiarato che “è difficile immaginare di vincere le primarie repubblicane senza sottoscrivere il patto”. Eppure Norquist resta un repubblicano sui generis: non ama i fondamentalisti anti-immigrazione e gli islamofobi, ed è felicemente sposato con una palestinese musulmana. L’elezione di Donald Trump c’entra poco con lui: Norquist aveva infatti dato il suo appoggio incondizionato al governatore del Wisconsin Scott Walker, che ha finito la sua corsa alle primarie con largo anticipo. Ma Trump non ha voluto fare a meno di un pezzo da 90: lui e gli esperti dell’ATR sono stati consultati dal Transition team del Tycoon, specialmente per discutere dei tagli alle tasse.

Mercoledì, quando dalla Fondazione De Gasperi gli hanno chiesto se ci sono ancora tensioni tra Trump e i repubblicani, Norquist ha smentito. A suo dire, al contrario di quello che sentiamo dai media, la vittoria di Trump è stata la vittoria dei repubblicani vecchio stampo, e il suo programma, “specialmente su tasse, deregolamentazione, giudici e lotta ai sindacati” è “squisitamente repubblicano: quasi tutte le persone che ha nominato in posti di rilevanza nazionale sono persone che Ronald Reagan sarebbe stato felice di nominare”. All’origine della lotta tra Trump e il partito repubblicano ci sono piuttosto “alcune persone che vogliono usare Trump come il loro campione contro gli altri repubblicani con cui ci sono vecchi dissidi”. Norquist è soddisfatto del decreto contro l’Obamacare e si augura che Trump mantenga le promesse sulle tasse: “Noi conservatori speriamo che Trump trasformi il partito repubblicano in quello che oggi non è: meno governo e più libero mercato”.

Sull’immigrazione invece il presidente dell’ATR è lontano dalla nuova amministrazione: “Le persone hanno perso il lavoro e pensano che sia colpa degli immigrati messicani. La verità è che l’immigrazione crea più opportunità di lavoro e fa bene all’economia. La colpa della disoccupazione è della scarsa crescita economica degli ultimi anni, rimasta intorno al 2%”. Qualche dubbio su Trump rimane quando si parla di politica estera: se è vero che negli ultimi 8 anni “c’è stata una pressione eccessiva di Obama sulla Russia”, Norquist non è sicuro che “Trump abbia veramente capito gli interessi della Russia in Siria” e spera che il presidente non tolleri l’appoggio di Putin “a un dittatore che usa le armi chimiche sui civili”.

Sembra proprio che Norquist e l’ATR siano sempre più vicini a Trump con grande sorpresa dei conservatori e dei “NeverTrump” repubblicani. Quando ad aprile, in piena campagna elettorale, aveva incontrato Trump per parlare del suo Tax plan, il Tycoon gli aveva ripetuto per ben tre volte “I’m with you 100 percent”. Oggi Norquist parla della nuova amministrazione col sorriso di chi sa che il suo momento è appena iniziato.

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