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Chi sale e chi scende nel Pd di Renzi dopo le primarie

Renzi Martina, agricoltura

Da maggio 2014 a maggio 2017. Sono passati esattamente tre anni dalla vittoria del Pd alle elezioni Europee, con il clamoroso 40,8%. Domenica sera Matteo Renzi è stato rieletto segretario del Pd, la prima giornata positiva per lui dopo la batosta referendaria del 4 dicembre scorso. E le istantanee delle due notti, quella di domenica e quella di tre anni fa, fanno capire molto della fluidità del mondo renziano, con fedelissimi della prima ora ormai in declino, pretoriani di ritorno, nuovi acquisti dalle altre correnti ormai ridotte al lumicino e soliti noti. Anche le immagini aiutano a capire cosa si muove nella galassia renziana e su quali personaggi, vecchi e nuovi, il neo segretario del Pd punterà per la sua seconda stagione politica, che inizia ora e ha come obbiettivo quello di vincere le elezioni e tornare a Palazzo Chigi.

A colpire dal punto di vista mediatico, per esempio, è stato l’abbraccio con Patrizia Prestipino, di rosso vestita. Ex consigliera comunale a Roma e rutelliana di ferro, sul suo sito personale campeggia una foto insieme a Maria Elena Boschi. Potrebbe essere lei una delle new entry in Parlamento alla prossima legislatura: la dichiarazione di fedeltà al capo e alla Boschi l’ha fatta il giorno dopo con un’intervista al Corriere.

Tra le donne in ascesa nell’universo renziano c’è anche Alessia Morani, che il partito manda spesso e volentieri in tv perché funziona: è considerata telegenica e nei dibattiti riesce a dare filo da torcere ai suoi avversari. Altra deputata in auge, ma più defilata, è Chiara Gribaudo: piemontese, di conio orfiniano, si è fatta notare come secchiona, perché è sempre presente in Parlamento e si da un gran da fare su atti e proposte legislative. Insomma, agli occhi del capo è vista come seria e affidabile. Stesso discorso per Lia Quartapelle, varesotta esperta di esteri e di politiche verso i Paesi in via di Sviluppo. Un po’ in declino, invece, Anna Ascani: troppo spavalda e sicura di sé, non ha più l’appoggio incondizionato dell’ex premier. Ancora sotto osservazione, ma comunque in ascesa rispetto al passato, sono Alessia Rotta e Simona Malpezzi, pure loro assidue frequentatrici degli studi televisivi.

E veniamo agli uomini, perché sarà il sesso forte a farla da padrone nella nuova nomenclatura del partito renziano. A cominciare dal numero due, Maurizio Martina (renziano acquisito), che i book makers danno come possibile futuro segretario nel caso in cui Renzi torni a Palazzo Chigi. Sull’impossibilità del doppio ruolo, infatti, si è convinto anche Matteo, a patto di mettere alla guida del partito una sorta di ombra di se stesso. Domenica si riunirà l’Assemblea nazionale che eleggerà la nuova direzione, con Matteo Orfini che dovrebbe spuntarla su Anna Finocchiaro per la presidenza. Una riconferma, dunque. In prima fila nella galassia renziana restano anche Lorenzo Guerini e Matteo Richetti, con incarichi ancora da definire. Ma nel partito ci saranno anche due new entry: a capo dell’organizzazione andrà Andrea Rossi, collaboratore del governatore emiliano Stefano Bonaccini, mentre a coordinare i segretari regionali sarà il milanese Alessandro Alfieri, asso nella manica di Martina. Tommaso Nannicini, invece, resterà a coordinare il programma con delega all’economia. Considerati in grande ascesa sono poi l’ex Sel Gennaro Migliore e l’ex franceschiniano Emanuele Fiano. Mentre sulla comunicazione andrà in scena il derby tra Michele Anzaldi e Filippo Sensi. Assolutamente più defilati al momento Luca Lotti e Maria Elena Boschi. D’altronde dire come ha fatto Renzi negli scorsi giorni – secondo quanto ha scritto Maria Teresa Meli del Corriere della Sera – che la vicenda dei vaccini potrebbe e dovrebbe essere “la Banca Etruria per M5s” non è stato un pensiero troppo gentile per l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Gentiloni.

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