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Perché con Macron all’Eliseo la Bce penserà al tapering

Di Raman Srivastava
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L’assunto dei mercati in vista del voto era che Macron avrebbe vinto le elezioni presidenziali in Francia. Il risultato, pertanto, non è una gran sorpresa. Se si guarda a cosa è accaduto dopo il primo round elettorale, c’è stato un rally di sollievo in tutta Europa. I bund tedeschi sono stati l’unica eccezione, poiché si è in parte invertito il trend di fuga verso gli investimenti rifugio.

Ci aspettiamo un rally simile dopo i risultati del secondo round, ma in misura minore, poiché i mercati avevano già ampiamente scontato la vittoria di Macron. Crediamo che gli spread dei titoli governativi periferici si restringeranno, così come quelli sul credito societario. Crediamo che l’euro si rafforzerà e che i bund attraverseranno un periodo di calo di prezzi.

Guardando al futuro, riteniamo vi sia ancora un rischio politico per l’Eurozona, legato alla Germania e all’Italia. Crediamo che l’esito delle elezioni tedesche avrà un impatto più favorevole per i mercati, a prescindere dal vincitore. Il rischio è maggiore per l’Italia, anche se è improbabile che le elezioni si tengano nel 2017. Nel frattempo, riteniamo che il primo e più importante rischio per i mercati risieda nel tempismo che la Bce adotterà per l’avvio del tapering del QE. Qui la domanda chiave è se la Bce riuscirà a procedere senza suscitare un “taper tantrum” simile a quello cui abbiamo assistito negli USA quando la Fed ha iniziato a ridurre il proprio piano di acquisto titoli.

L’elezione francese era uno dei rischi principali per l’Europa. Con la prospettiva di una presidenza Le Pen scongiurata, riteniamo che la Bce potrebbe cogliere lo scenario politico relativamente stabile per iniziare a considerare il tapering.

 

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