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Perché sulla Difesa l’Italia andrà all’attacco in Europa. Parla Pinotti

Difesa

“Negli ultimi quindici anni ci sono stati tagli molto forti al settore della Difesa. Gli sprechi vanno ridotti e stiamo tagliando il personale di alto livello ma le risorse per la Difesa servono perché viviamo in un mondo non pacificato”. Così il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenendo ieri pomeriggio a Roma, presso la sala Buozzi della Uil confederale, alla presentazione del libro di Antonello Di Mario “L’ultimo contratto”, dedicato al rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici.

LE PAROLE DEL MINISTRO

“In un contesto di terrorismo e crisi internazionali – ha continuato il ministro – non si può sguarnire la Difesa: tagliare gli investimenti poi vuol dire tagliare la produzione industriale della Difesa che rappresenta lo 0,8% del Pil e che va sostenuto. Non dobbiamo tagliare, ma incrementare in modo ragionevole e questo significa porre il tema della Difesa a livello europeo: la sicurezza va costruita a livello europeo e su questo qualcosa si muove in termini di risorse e di progetti comuni”. Nel suo intervento il ministro Pinotti ha ribadito che “il Diario metalmeccanico di Antonello Di Mario racconta una storia di successo come il rinnovo contrattuale delle ‘tute blu’ raggiunto in modo unitario ed utile all’intero sistema economico del Paese”. Poi, nel corso della sua esposizione, l’esponente del governo Gentiloni ha messo in evidenza una serie di valutazioni relativi all’intero comparto industriale della Difesa e della Sicurezza.

LO SCENARIO INTERNAZIONALE

“Lo scenario internazionale presenta elementi di estrema fluidità ed instabilità con radicali evoluzioni delle minacce e sfide per la difesa e la sicurezza unitamente al perdurare della fase di sofferenza economica e conseguente contrazione di risorse finanziarie disponibili -ha aggiunto Pinotto – È indispensabile la razionalizzazione delle spese militari e degli investimenti nel settore, ricercando modelli innovativi, ad esempio, in un’ottica di maggiore integrazione europea e, oltre l’ambito comunitario, ricorrendo a schemi di negoziazione tra Governi quale cornice di garanzia politica e di supporto istituzionale entro cui inquadrare accordi industriali nel settore”.

LE CARATTERISTICHE DEL COMPARTO DELLA DIFESA

“L’industria italiana della difesa – ha poi sottolineato Pinotti – rappresenta una matrice di valenza strategica per le FA ma, soprattutto, uno dei comparti industriali più importanti per il ‘sistema Paese’, in termini di proiezione sui mercati internazionali, tutela dell’occupazione più qualificata, tutela di capacità  tecnologiche di rilevanza mondiale, e, in generale, incremento del PIL nazionale”. “L’alta valenza dell’industria italiana della difesa – ha aggiunto il titolare della Difesa – scaturisce dalla capacità imprenditoriale e tecnologica delle singole aziende, ma anche dagli ingenti e pluriennali investimenti dello Stato destinati a sostenere e sviluppare uno dei principali settori produttivi del Paese. E’ importante sottolineare la produttività degli investimenti pubblici nel settore della difesa, insieme alla necessità di rafforzare nell’opinione pubblica la consapevolezza circa gli effetti ed i benefici, in termini economici, tecnologici e occupazionali, generati dal segmento dell’industria della Difesa stessa”.

LA RILEVANZA DELL’INDUSTRIA DELLA DIFESA

“Dai dati rilevati da Istituti indipendenti – ha aggiunto il ministro – emerge che le aziende del settore: generano complessivamente (considerando contributi diretti, indiretti ed indotti) oltre 11,5 miliardi di euro di valore aggiunto (lo 0,8% del PIL nazionale); occupano lungo l’intera filiera produttiva oltre 159.000 lavoratori; garantiscono un gettito fiscale di oltre  4,9 miliardi di euro; producono un effetto moltiplicativo per l’economia: 1 euro di valore aggiunto delle imprese del settore genera 2,6 euro di valore aggiunto per l’economia nel complesso; costituiscono una filiera caratterizzata da alta produttività del lavoro e da offerta di lavoro qualificata (industria hi-tech e servizi ad alta intensità di conoscenza sono il 60% del totale in termini di valore aggiunto sviluppato a fronte del 16% dell’intera economia italiana. Nel comparto industriale della “difesa e sicurezza” sono investiti annualmente circa 1,4 miliardi di euro in ricerca e sviluppo (13% circa degli investimenti complessivi delle imprese italiane nell’intero settore della ricerca e dello sviluppo)”.

COME LE ISTITUZIONI SUPPORTANO L’INDUSTRIA DELLA DIFESA

Particolare rilevanza a livello industriale è rivestito dalle importanti commesse che la Difesa ha contribuito ad assegnare alle imprese nazionali, ha rimarcato il ministro: “Alla Difesa, infatti, spetta il compito di fornire supporto nelle attività di export dei prodotti tecnologici nazionali. I principali risultati che nel corso degli ultimi anni si sono raggiunti sono il contratto in Kuwait per la fornitura degli Eurofighter (valore complessivo di circa 8 miliardi di euro) e il contratto navale in Qatar (in realtà oltre le navi anche il pacchetto munizioni) dal valore di circa 5 miliardi di euro. Ma proprio questi esempi dimostrano che una volta assegnata una importante commessa nel paese si da avvio ad una fase di fidelizzazione di tale Paese che costituisce l’opportunità per le imprese italiane per incrementare il loro export. Le potenzialità dello strumento ‘Gov-to-Gov’ ha già fatto vedere i benefici effetti su tutto il comparto industriale, in particolar modo nelle filiere tecnologiche delle PMI che ovviamente risentono in maniera molto più pesante gli effetti di una crisi, ovvero delle conseguenze dei bilanci nazionali investiti nella Difesa che solo nel corso dell’ultimo anno sembra invertire la tendenza alla contrazione”.

PUNTARE ALLA CRESCITA TECNOLOGICA

Conclusione di Pinotti: “Il comparto industriale della difesa rappresenta per una Nazione un bene prezioso sia perché costituisce un asset strategico per lo strumento militare sia perché da solo contribuisce in maniera importante a creare valore aggiunto. Il ruolo della Difesa in tale contesto è negli ultimi anni sempre più cresciuto come è dimostrato dagli importanti contratti finalizzati che porteranno sicuramente lavoro, possibilità di sviluppare nuove tecnologie e avvieranno un rapporto di proficuo e mutuo interesse con Paesi terzi; L’incremento della sinergia tra il comparto industriale della Difesa ed il mondo militare costituisce pertanto un asset che ha portato pertanto risultati concreti e possibilità di crescita sia tecnologica che sociale”.

GUARDA IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE A CURA DI ALESSANDRA PESATURO

 

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