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Ecco le priorità definitive del Movimento 5 Stelle su scuole paritarie e statali

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Finanziamenti pubblici destinati “prioritariamente” alle scuole statali, modifica della legge 62 del 2000 che introduca una distinzione netta tra scuole statali e paritarie e smantellamento delle vecchie riforme dell’istruzione Gelmini e Buona Scuola. Sono stati votati ieri sera su Rousseau i 5 punti del Programma scuola del Movimento 5 Stelle, che hanno delineato al posizione del movimento di Beppe Grillo e Davide Casaleggio sui temi dell’istruzione, molto più morbida (o forse vaga), di quanto in alcuni settori si paventava inizialmente. Il programma sulla scuola si aggiunge agli altri tasselli sul Programma di governo che il Movimento, da mesi, sottopone al voto degli iscritti su Rousseau.

IL CONTO CON LE PARITARIE

Il punto del programma più controverso riguardava i finanziamenti alle scuole paritarie. Dopo lo slalom del Movimento, passato dallo stop totale dei finanziamenti alle paritarie all’esclusione delle scuole dell’infanzia e i nidi, “perché per questa fascia d’età (0-6 anni) le scuole private paritarie nella maggior parte dei casi suppliscono alla mancanza di scuole pubbliche statali”, il quesito proposto agli iscritti chiedeva: “Vuoi che i finanziamenti dello stato siano destinati prioritariamente alle scuole pubbliche statali, affinché queste siano realmente gratuite e le famiglie non siano più costrette a versare il cosiddetto ‘contributo volontario’?”. La base del Movimento si è espressa a favore dello stop dei finanziamenti alle paritarie (17937 preferenze su 19040 votanti), anche se non è chiaro quali scuole saranno dai fondi pubblici – presumibilmente i nidi e le scuole d’infanzia – e in quali percentuali verranno distribuiti tali finanziamenti. Il secondo quesito, riguardante la legge 62 del 2000 che introduceva la parità scolastica, ha visto prevalere l’opzione di modifica della legge “affinché ci sia una distinzione chiara tra scuola statale e scuola privata” (18618 votanti, 15697 sì).

OFFERTA FORMATIVA (RIFORMA GELMINI)

Al terzo quesito, si è chiesto agli iscritti di “decidere le azioni che ritieni prioritarie per migliorare la qualità della scuola e l’offerta formativa per gli studenti”. Su 18544 preferenze espresse, in 8080 hanno votato come prima priorità la diminuzione del numero di alunni per classe, a seguire in 5308 si sono espressi a favore della diffusione del tempo pieno e la compresenza di docenti nelle classi. Infine, 5156 preferenze sono state raccolte dalla proposta di “ripristinare gli insegnamenti ridotti dalla ‘riforma Gelmini’ e inserirne di nuovi”.

SMANTELLARE LA BUONA SCUOLA

Obiettivo del quarto punto del programma era lo smantellamento della riforma del governo Renzi, la Buona Scuola, ma come fare? Agli iscritti sono state chieste le priorità (posto che, come in altre occasioni, pur trattandosi di priorità i punti verranno perseguiti tutti): al primo posto, con 10847 preferenze, è stata scelta la cancellazione della “card” di 500 euro (bonus destinato ai docenti per la propria formazione) da sostituire con ore di formazione obbligatorie e retribuite. Al secondo posto, con 10422 preferenze, la promozione della collaborazione tra docenti, “eliminando la chiamata diretta e il bonus del merito assegnato dal dirigente”; a seguire la promozione della cooperazione tra studenti con l’eliminazione o modifica dei test Invalsi (5514 preferenze); l’aumento degli strumenti di partecipazione degli studenti e delle famiglie (5269 preferenze) e da ultimo la riduzione delle ore di alternanza scuola-lavoro e il miglioramento della loro qualità (4101 preferenze).

PIÙ TECNOLOGIA A SCUOLA

È stato chiesto, da ultimo, con quali priorità perseguire l’innovazione della didattica all’interno delle scuole. Al primo posto gli iscritti hanno votato la diffusione dell’utilizzo di strumenti tecnologici e di libri digitali (8175 voti), maggiori investimenti su ambienti di apprendimento innovativi (pur non chiarendo quali siano) (7849 preferenze) e la promozione di “maggiori esperienze all’esterno dell’ambiente scolastico con pieno protagonismo degli studenti” (7764). Al quarto e quinto posto si sono posizionate, invece la costituzione di “equipe di esperti territoriali con educatori, pedagogisti, ricercatori ed esperti nel campo della didattica a supporto dei docenti” (6915 voti) e l’istituzione di un fondo per l’innovazione didattica (5262 preferenze).

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