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Claudia Ferrazzi, cosa farà la manager italiana chiamata da Macron all’Eliseo

CLAUDIA FERRAZZI

La Francia, evidentemente, è nel suo destino. Claudia Ferrazzi, quarantenne bergamasca fino a una settimana fa alla corte del sindaco di Milano Beppe Sala, è stata chiamata all’Eliseo dal neoeletto presidente Emmanuel Macron per occuparsi di cultura. Un’italiana a Parigi, proprio mentre in Italia impazza la polemica per l’annullamento da parte del Tar del Lazio delle nomine dei direttori stranieri di alcuni musei nostrani.

Invece Claudia Ferrazzi, che nella sua breve ma intensa carriera è stata anche nel trio dirigenziale del Louvre, a soli 34 anni, per tornare Oltralpe ha rinunciato al ruolo assunto solo due mesi fa come direttore marketing territoriale del Comune di Milano, un ruolo che le consentiva di “vendere” il marchio Milano nel mondo.

Nata a Bergamo l’8 maggio del 1977, Ferrazzi si è laureata nel 2000 allo Iulm di Milano per poi, come tanti esponenti della Generazione X, proseguire gli studi oltre confine e precisamente a Bruxelles dove ha conseguito prima un Master in politica europea, con specializzazione relazioni esterne presso la Université libre de Bruxelles (Ulb), Institut d’études européennes, e poi un ulteriore titolo all’Ecole Nationale d’Administration (Ena). All’Ena la studentessa lombarda incontra quello che sarebbe diventato suo marito, Fabrice Bakhouche, che oggi è un dirigente alla Corte dei Conti francese. Ed è plausibile che il suo ritorno a Parigi sotto l’egida di Macron sia stato dettato anche un po’ dal cuore: in ogni caso Ferrazzi ha la doppia cittadinanza italiana e francese.

“Io sono laureata in Italia in Scienze politiche, indirizzo relazioni pubbliche – raccontava al Sole 24 Ore che l’aveva intervistata nel 2012 quando appunto era dirigente del più famoso museo parigino e probabilmente del mondo  – e poi ho fatto un master a Bruxelles. Però mi sono subito resa conto che il titolo di studio non era un punto di arrivo, come molti miei coetanei italiani allora pensavano”. Ma è, probabilmente, un buon punto di partenza, questa laurea italiana che la porterà lontano. “Mi sono messa a cercare una scuola più orizzontale: all’epoca l’École nationale d’administration era sia a Parigi che a Strasburgo. Io a Parigi avevo già fatto l’Erasmus, parlavo un po’ di francese… È andata così”.

Già, è andata così. A Bruxelles ha iniziato a lavorare come consulente per l’organizzazione prima in Cap Gemini Ernst & Young e poi in Boston Consulting Group. Nel 2007 è approdata poi a Parigi nella Inspection générale des finances (IGF), ministero dell’Economia, delle finanze e dell’industria, ministero del bilancio, dei conti pubblici, della funzione pubblica e della riforma dello Stato francese, dove si è occupata, come riporta il suo cv ufficiale sul sito del Mibact, di missioni di controllo, consulenza e strategica valutazione per il governo francese e poi di gestione delle risorse umane. In questo periodo Ferrazzi avrebbe conosciuto Macron, allora nell’entourage di Hollande che poi lo avrebbe scelto per diventare il suo ministro dell’Economia.

A Parigi, dal 2011 al 2013, è stata poi vice amministratrice generale del Louvre per poi tornare in Italia e assumere il ruolo di segretario generale dell’Accademia di Francia a Villa Medici, a Roma. Poi un incarico all’Unesco e nel Cda della Galleria degli Uffizi. Ha fatto parte del Consiglio superiore dei Beni culturali per la sezione arte e archeologia presso il ministero dei Beni culturali e aveva fatto parte anche della Commissione creata ad hoc per selezionare i direttori dei musei poi bocciati dal Tar. Di certo, il coraggio di cambiare spesso strada non ha fatto difetto a questa giovane manager italiana. Ma le sue stesse parole aiutano a capire che l’humus dentro cui è cresciuta l’hanno aiutata: “In Italia manca un meccanismo di selezione – dichiarò ancora al Sole – In Francia, invece, esiste un sistema scolastico che seleziona davvero, permettendo anche a un giovane di arrivare a ruoli di vertice. Io ad esempio ho fatto la Scuola nazionale di amministrazione, un istituto di formazione dell’alta funzione pubblica francese. Dopo questo biennio, anche se hai solo 25 o 30 anni, puoi aspirare subito a un posto di quadro superiore”.

 

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