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Come Usa e Germania guidano gli investimenti nelle nuove tecnologie

Di Romano Prodi

Anche se siamo in presenza di lodevoli eccezioni, stiamo subendo un danno doppio dalla rivoluzione tecnologica, perdendo imprese e lavoratori nella fascia bassa del mercato e acquisendone meno dei nostri concorrenti nella
fascia alta.

La Commissione europea ha individuato nell’iniziativa dal nome esotico di Kets (Key Enabling Technologies) la leva strategica per costruire un sistema industriale europeo in grado di reggere la sfida mondiale del prossimo futuro.

In base a tale indirizzo, gli investimenti europei e le linee di finanziamento dovrebbero convergere in questa direzione. Un esempio viene dal Programma Horizon 2020 che attraverso l’individuazione di sei categorie tecnologiche principali (tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nanotecnologie, materiali
avanzati, biotecnologie, fabbricazione e trasformazione avanzate) sta promuovendo l’adozione delle Kets tra gli Stati membri.

Il più importante consulente europeo di strategia aziendale (Roland Berger) ha recentemente quantificato lo sforzo da compiere in questa direzione, specificando che l’obiettivo di Europa 2020 di passare dall’attuale 15% del valore aggiunto manifatturiero al 20% è raggiungibile solo attraverso un investimento nella contaminazione tra nuove tecnologie, prodotti e processi. Il che implica un costo di 85 miliardi all’anno per i prossimi 15 anni!

La Germania ma anche gli Stati Uniti sembrano guidare questo percorso. La Germania, per non perdere l’ampio vantaggio competitivo accumulato a partire dal 2011, è già pronta a investire oltre la metà di tale importo nella direzione indicata da Industry 4.0, mentre il governo Usa sta intervenendo, dopo decenni di difficoltà della propria industria, con un poderoso programma di investimenti (National Network for Manufacturing Innovation) dedicato all’accelerazione delle nuove tecnologie industriali. Il programma prevede di creare, entro il 2025, un network
di 45 grandi centri per l’innovazione a servizio dell’industria.

cover Prodi

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