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Movimento 5 Stelle, chi plaude e chi borbotta sulla sterzata di Grillo e Casaleggio ai meetup

Beppe Grillo

“Speravo in qualcosa di più onestamente. I veri meetup resteranno qui almeno per ora”. “Non mi pare che ci sia spazio per attivare una discussione”. “Mi piace moltissimo la proposta sopra descritta. Se solo riuscissi ad iscrivermi!”. Così si commenta nei i meetup e tra i simpatizzanti di M5S la nuova funzione di Rousseau, Call to Action, svelata gli scorsi giorni da Formiche.net e confermata ieri da Roberto Fico con un post sul blog di Beppe Grillo. Ecco, allora, come funziona Call to Action e i dubbi e gli interrogativi dei meetup e tra militanti e iscritti al Movimento 5 Stelle.

LE FUNZIONI DI CALL TO ACTION

Call to Action permette di svolgere diverse “azioni” (ossia eventi) che vanno dai banchetti informativi agli incontri per discutere di temi locali fino ad attività a scopo sociale come la pulizia di strade e parchi. Il tutto geolocalizzato su un mappa interattiva dell’Italia. Le regole, però, non cambiano e quelli organizzati attraverso Rousseau, come per i meetup, “non sono da considerarsi eventi ufficiali del MoVimento 5 Stelle, ma eventi creati dagli iscritti per promuovere iniziative nel territorio”.

I DUBBI DEI MEETUP E DEI SIMPATIZZANTI

Tuttavia, alcune differenze tra Call to Action e il vecchio sistema sono state messe in evidenza dagli stessi componenti dei meetup. “Ho visitato la nuova sezione – scrive un utente di un meetup locale – non mi pare che ci sia spazio per attivare una discussione come questa (purtroppo)”. “Si – scrive un altro militante 5 stelle -, me la sono studiata anche io!, speravo in qualcosa di più onestamente. I veri meetup resteranno qui almeno per ora”. Inoltre, per accedere alla nuova funzione è necessario essere iscritti certificati, bisogna cioè aver inviato il proprio documento di identità per certificarla. “Ma che invenzione se mandi i dati della carta di identità il file è troppo grande se cerchi di convalidare l’iscrizione aspetti una settimana e non basta mai, inizio a pensare che si accetti solo chi ubbidisce solo ai dictat della dirigenza,che peccato che si sparisca per mancanza di confronto”, commenta un utente sul video pubblicato da Roberto Fico per spiegarne il funzionamento. “Mi piace moltissimo la proposta sopra descritta – scrive ancora una militante -. Se solo riuscissi ad iscrivermi! Credevo in effetti di essere iscritta da tempo immemore e invece o scoperto di non esserlo! Come si fa a inviare la propria foto e carta di identità se non c’è la possibilità di farlo?”.

DISCIPLINA DI PARTITO

Dai parlamentari pentastellati viene vista, invece, molto positivamente. “Ero una vecchia comunista, favorevole alla disciplina di partito, e non ho cambiato idea”, ha detto la senatrice Paola Nugnes a Repubblica, confermando quanto scritto anche da Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano di ieri. Lo scopo di Call to Action è anche “quello di depotenziare capi e capetti dei vari meet up locali”.

LA GEOGRAFIA DEL POTERE

Quella del Movimento è una “Geografia complessa del potere che, come sempre nei 5 Stelle, si interfaccia con il controllo della tecnologia”. “Se in molte città i litigi tra i meet up hanno prodotto disastri – ha scritto Alessandro Trocino sul Corriere della Sera di ieri -, ecco, da ieri, la nuova funzione di Rousseau (piattaforma della Casaleggio), Call to action. Strumento di collaborazione digitale destinato a superare gli storici meet up, nati nel 2005. Un modo, spiega un deputato, per normalizzare e controllare il web e la base”.

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