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Attacco jihadista contro un resort in Mali

Uomini armati hanno attaccato un resort turistico nella capitale del Mali, Bamako, uccidendo tre persone e ferendone diverse altre, secondo i numeri forniti dal ministero dell’Interno locale.

“Si tratta di un attacco jihadista. Le forze speciali maliane sono intervenuto e hanno liberato una ventina di ostaggi”, ha dichiarato il ministro  alla AFP. In realtà alla fine dell’intervento gli ostaggi erano 36. “Purtroppo – ha aggiunto – per il momento ci sono due morti, tra cui un franco-gabonese”. Successivamente, è rimasto ucciso anche un uomo delle forze di sicurezza maliane, portando a tre il numero di morti ufficiali. L’attacco è avvenuto nel pomeriggio di domenica 18 giugno nel resort di lusso Le Campement Kangaba, a Dougourakoro, ad est della capitale Bamako. Almeno due uomini armati, hanno raccontato alcuni testimoni ai reporter sul posto, sono entrati nella hall e hanno iniziato a sparare ad alzo zero contro “qualsiasi cosa si muovesse”. Uno degli assalitoriè riuscito a fuggire lasciando dietro di sé delle bottiglie contenti sostanze esplosive. Quattro sono stati uccisi nel blitz delle forze dell’ordine.

Sul posto sono intervenute sia le forze speciali maliane, sia i soldati della missione Onu MINUSMA, sia alcuni team delle unità anti terrorismo francesi che Parigi ha schierato nel Sahel con l’operazione Barkhane – la Francia ha particolari interessi e collegamenti con la regione, che è un luogo infestato da forze combattenti islamiche, principalmente appartenenti alla galassia qaedista, ma molto colluse con la criminalità che gestisce i mercati clandestini locali (uno dei più forti gruppi di questo genere è al Mourabitoun, guidato da Mokhtar Belmokhtar). Nella zona ci sono anche alcune entità affiliate allo Stato islamico.

All’inizio di questo mese, l’ambasciata statunitense a Bamako aveva avvertito di “possibili attacchi futuri sulle missioni diplomatiche occidentali, e in altre località a Bamako che gli occidentali frequentano”. Il corrispondente della BBC Alex Duval Smith ha spiegato che “molti espatriati e ricchi maliani vanno al Kangaba durante i fine settimana, per godersi le piscine, il cocktail bar, le strutture per il canoa e altre attività per i bambini”. Il resort è piuttosto nuovo, inaugurato nel 2009, di proprietà Hervé Depardieu, nipote del celebre attore francese (scrive la Stampa).

Il Mali sta combattendo da alcuni anni un’insurrezione jihadista, con combattenti islamici che vagano nel nord e nel centro del paese. Nel novembre del 2015, circa 20 persone sono state uccise quando uomini armati hanno attaccato l’hotel Radisson Blu di Bamako e preso gli ospiti e il personale in ostaggio. Quell’azione fu rivendica da Belmokhtar, il cui gruppo è parte semi-indipendente del braccio nord africano di Al-Qaeda, Al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM).

La missione Onu MINUSMA, composta da circa 12mila militari di decine di paesi, è partita dal 25 aprile del 2013: in quell’anno un’azione di intervento francese aveva bloccato l’insurrezione dei ribelli Tuareg; i caschi blu si trovano nel paese nel tentativo di stabilizzarlo.

Sabato 17 giugno cinque soldati sono rimasti uccisi, e altri otto feriti, in un’attentato contro un posto di polizia nel nord del Mali: l’attacco è stato rivendicato dal Jamaat Nusrat al-Islam wal-Muslimeen, il Group to Support Islam and Muslims (Gsim), fusione di tre gruppi minori tutti con collegamenti qaedisti – è stato formato a marzo, è guidato da Iyad Ag Ghaly, ex leader di Ansar Dine, e rappresenta la nuova minaccia numero uno nel paese.

(Foto: Twitter, @MENASTREAM)

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