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Il viaggio di un sottomarino nucleare russo sta attirando l’attenzione internazionale

Negli ultimi giorni il più grande sottomarino del mondo, il russo “Dmitri Donskoj”, classe Typhoon (172 metri di lunghezza) a propulsione nucleare, è partito dal porto di Severmorsk (penisola di Kola) e ha costeggiato tutta la Scandinavia per arrivare a Kronstadt, isolotto/porto davanti San Pietroburgo, dove il 29 luglio è prevista la sua partecipazione alla grane festa della marina russa alla presenza di Vladimir Putin. Ad accompagnarlo la portabandiera della Flotta del Nord, l’incrociatore da battaglia classe Kirov “Pytor Velikiy”. Si tratta di uno spostamento delicato di cui si parla da aprile, che per il tipo di mezzo, per il contesto geografico e politico, sta facendo discutere e ha magnetizzato l’interesse dei sistemi di difesa regionali e alleati, spiega un analista a Formiche.net.

CHE COS’È IL DONSKOJ

“Lo spostamento ha come scopo [anche] verificare la sicurezza della navigazione tra il mar di Barents, il mare del Nord il Baltico, specialmente nei passaggi stretti” scrive il comunicato della marina di Mosca. Ma che cos’è un sottomarino classe Typhoon come il Donskoj? Lo chiediamo a Giuliano Ranieri, analista specializzato in questioni militari: “I sottomarini a propulsione nucleare Classe Typhoon (che il nome datogli dalla Nato, in Russia sono noti come Project 941 Akula) sono dei battelli concepiti per il trasporto e il lancio di missili balistici intercontinentali dotati di testate nucleari. Entrati in servizio a partire dal 1981 fino al 1989, sono i sottomarini più grandi al mondo. Dei sei esemplari completati solo uno, il Donskoj (TK-208), è attualmente in servizio con la Flotta del Nord ed armato con il nuovo missile balistico RSM-56 Bulava”. In un’analisi dello scorso anno, l’esperto Hi Sutton riportava un estratto da una conversazione del 26 ottobre 1974tra Leonhid Brezhnev e Henry Kissinger: si parlava del numero di missili che i Typhoon imbarcavano (confrontato con i corrispettivi Trident), un dettaglio tecnico che nasconde un rovescio politico-strategico.

LA QUESTIONE GEOGRAFICA

“Sono profondamente preoccupato” ha detto al sempre informatissimo sito locale thebarentsobserver.com il fisico nucleare Nils Bøhmer della Bellona Foundation (ong ambientalista con sede a Oslo): il problema, spiega, è che i due enormi reattori che alimentano la propulsione del Donskoy (i più grossi costruiti dalla Russia per essere messi su un sottomarino) sono vecchi, ed è la prima volta dopo la caduta dell’Unione sovietica che il mezzo navale viene spostato per un viaggio così lungo – se ne fa una questione di inquinamento potenziale, ma non solo. “Il suo ingresso nel Baltico è di certo inconsueto, questi battelli sono stati concepiti per operare in ampie aree di pattugliamento e fare rientro in porto dopo diversi mesi, analogamente ai sottomarini lanciamissili nucleari in servizio nelle altre nazioni”, spiega Ranieri: “Il Baltico è uno specchio di mare particolarmente trafficato e con una serie di passaggi obbligati che renderà di certo non agevole la manovra di un sottomarino di questa mole. La marina russa ha anche montato per facilitare la navigazione un radar convenzionale sul sottomarino”.

C’È UNA BOTTOM LINE POLITICA

Ma c’è anche un messaggio politico in questo spostamento? “La partecipazione del Dmitrij Donskoj alle celebrazioni per la festa della Marina Russa ha un valore puramente simbolico – dice Ranieri – e rientra nello show of force attuato dal Cremlino negli ultimi anni. Il sottomarino, verosimilmente sprovvisto di armamento nucleare, sta percorrendo la rotta che lo porterà a San Pietroburgo in emersione, insieme alle altre unità che parteciperanno alle celebrazioni”. E infatti la marina norvegese e quella danese ne hanno ripreso diverse foto in navigazione in superficie, circostanza necessaria data la scarsa profondità delle acque solcate. “Sì, ma il motivo è anche da ricercarsi nella volontà da parte dei russi di evitare che le marine occidentali possano acquisire dati acustici sul battello in immersione durante il transito attraverso il Mare di Norvegia e il Mare del Nord”, aggiunge Ranieri.

donskoy

UN MESSAGGIO ALLA NATO

“Tra la crescente pressione militare e politica degli Stati Uniti e della Nato, una sfilata a San Pietroburgo non è l’unico obiettivo di questo viaggio navale. Naturalmente, questo è anche uno show of force per la Norvegia, la Germania, la Svezia, la Polonia e alcune altri paesi”, scrive l’analista politico russo Aleksandr Khrolenko in un up-ed uscito su RIA Novosti. È una risposta “all’infinita espansione” a Est della Nato, una risposta alle manovre nel Baltico – dove l’Alleanza Atlantica ha spostato modeste unità militari in un simbolico messaggio di deterrenza verso l’ingerenza di Mosca lungo il fronte orientale. Tra il 21 e il 28 luglio le navi russe saranno raggiunte da unità cinesi, con cui, sempre nel mar Baltico, compieranno esercitazioni congiunte – “Un messaggio di multipolarità, partenariato e cooperazione”, dice Khrolenko.

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