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Sen, tutti i passi dell’Italia verso la decarbonizzazione

Di Pierpaolo Signorelli
centrali decarbonizzazione

Sin da inizio secolo l’Ue ha con decisione imboccato la strada della difesa dell’ambiente prima e poi dell’economia ad impatto zero. È del 2007 l’adesione dell’Unione allo sfortunato accordo di Kyoto, il protocollo internazionale di riduzione dei gas clima-alteranti. Nel 2011 la Commissione europea nella Comunicazione indicava la Roadmap di de-carbonizzazione per ridurre le emissioni di gas serra di almeno 80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990.

grafico articolo

Figura 1 – Roadmap di de-carbonizzazione al 2050 – comunicazione della CE è il COM(2011) 112 final

Il Consiglio europeo, massimo organo politico, dell’ottobre 2014, sotto presidenza italiana, definendo la propria strategia al 2030 ha posto come obiettivi in materia di emissioni di gas serra, fonti rinnovabili ed efficienza energetica, la costruzione di un’ Unione dell’Energia – vero target politico del prossimo decennio – capace di un promuovere un mercato dove la commodity “energia” sia accessibile nei prezzi, sicura e sostenibile. Su tali conclusioni, la Commissione ha elaborato le successive proposte normative per il 2030:

– riduzione vincolante delle emissioni di gas serra almeno del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 (obiettivo UE); l’obiettivo è ripartito tra settore ETS e non ETS: al primo è attribuita una riduzione del 43% e al secondo del 30% (entrambi rispetto al 2005); nel settore non ETS tutti gli Stati membri devono contribuire alla riduzione con obiettivi compresi fra lo 0% e il -40%;

– quota dei consumi energetici coperta da rinnovabili pari almeno al 27%; questo obiettivo è vincolante a livello UE e sarà realizzato mediante i contributi degli Stati membri

– miglioramento dell’efficienza energetica almeno del 27% (obiettivo indicativo) a livello dell’UE

Su queste premesse, la SEN 2 prevede di riconvertire il sistema energetico italiano in un sistema sempre più de-carbonizzato. E in tale prospettiva le fonti rinnovabili elettriche avranno la parte principale, atteso il progressivo andamento di riduzione dei costi (si pensa a quasi un ulteriore 50%).

La sola fonte fossile che a livello mondiale non subirà battuta d’arresto sarà il gas, vettore tradizionale che integrerà e supporterà l’impetuosa crescita dei giganti asciatici. Ma il carbone per generazione elettrica e il petrolio per la trazione progressivamente scompariranno.

A inizio gennaio 2018 l’Italia dovrà presentare, con la prima versione del Piano Nazionale Energia e Clima, il proprio contributo agli obiettivi europei sulla base della sostenibilità complessiva degli interventi e del potenziale dei singoli settori.

Si impone, allora, come fondamentale, la realizzazione di una politica energetica nazionale adeguata e tempistica rispetto alle richieste dell’Europa e alle sollecitazioni del resto del mondo, e perciò in grado di perseguire in modo non altalenante rispetto alle maggioranze di goverso la via del rinnovamento tecnologico non impattante.

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