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Ecco come il Vaticano e la Chiesa in Venezuela seguono le malefatte di Maduro

In Venezuela “i morti sono troppi”, ha detto sabato il segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin, rispondendo alle domande dei cronisti al termine di una celebrazione, in provincia di Belluno. Sono infatti almeno diciassette le vittime delle ultime giornate, caratterizzate dalle votazioni di domenica per la nuova Assemblea Costituente, che si sommano alle centoventi totali registrate da quando è scoppiata la crisi, ormai quasi quattro mesi fa. Sei delle quali colpite da arma da fuoco, tra cui una ragazzina di 15 anni di San Cristóbal, Daniela Salomón Machado, che ha avuto la sola sventura di trovarsi al centro degli scontri rimettendoci la vita.

LE PAROLE DEL CARDINALE PAROLIN

“Credo non ci siano altri criteri da seguire se non il bene di quella gente. Bisogna trovare una maniera pacifica e democratica per uscire da questa situazione, e l’unica strada è sempre la stessa: ci si deve incontrare, parlare, ma seriamente, per farne uscire un cammino di soluzione”, ha ribadito, come numerose altre volte in passato, il cardinale Parolin, ex nunzio proprio in Venezuela.

IL VOTO SULLA NUOVA COSTITUENTE

Domenica è così andato in onda lo spettacolo del voto per l’elezione della nuova Costituente, con il presidente Nicolás Maduro che alla chiusura delle urne ha fatto il suo discorso sulla tv nazionale. “È quando l’imperialismo ci sfida a mostrarci degni del sangue dei liberatori che questo corre nelle vene di uomini, donne, bambini e giovani”, ha detto il presidente alle telecamere. La disputa, che si è poi verificata, sui numeri dei partecipanti alle votazioni era già da molti ampiamente prevista, ma le dimensioni delle divergenze risultano particolarmente elevate: il governo parla di otto milioni di votanti, oltre il quaranta per cento degli elettori, mentre le opposizioni si fermano a due o tre milioni, poco sopra il dieci per cento. Rilevazioni indipendenti si attestano invece intorno ai 3, 6 milioni di persone recatesi alle urne, come riporta il Corriere della Sera.

LE MOSSE DEL VATICANO

Il Vaticano, che ha seguito la crisi venezuelana fin dall’inizio, ha spiegato Parolin, si è “impegnato molto” per “una soluzione che deve essere pacifica e democratica”, “aiutando tutti senza distinzione” e “ricordando a ogni persona le proprie responsabilità”. Ma la Costituente è “illegittima”, ha rimarcato l’arcivescovo di Caracas e presidente della Conferenza episcopale venezuelana Jorge Urosa, sottolineando l’unanimità dei vescovi venezuelani nel respingerla: “Non è stata convocata dal popolo” e non risolverà “i problemi del Paese”, ha detto Urosa.  E l’obiettivo è di “essere liberati dagli artigli del comunismo e del socialismo”, si legge in una preghiera postata dalla Cev su Twitter.

LE DICHIARAZIONI DEI VESCOVI VENEZUELANI

“Le responsabilità delle morti spettano a chi ha dato gli ordini”, e “ho l’impressione che al governo non interessi l’angoscia, la fame che colpisce molti, la mancanza di medicine e sicurezza e il desiderio di pace e libertà”, ha aggiunto il vescovo di San Cristóbal Mario Moronta all’Agenzia Sir, lanciando un appello alla Guardia nazionale venezuelana – un corpo speciale, di sicura fedeltà della presidenza, che viene utilizzato per la guerriglia urbana – dove la richiesta è di “agire secondo la propria coscienza e nel timore di Dio”. Per l’arcivescovo di Merida Baltazar Porras l’atteggiamento del Governo assomiglia infatti a una “spada che vuole tagliare le teste”, un “messaggio di vendetta che non aiuta”, e la Chiesa “non può ospitare violenza”. Stesse conclusioni offerte del preposito generale della Compagnia di Gesù, Padre Arturo Sosa, alla Radio Vaticana: “la priorità è la sofferenza della gente e bisogna condividere il dolore”, per permettere “di arrivare a un programma di unità nazionale”.

GLI OBIETTIVI DI MADURO

L’obiettivo di Maduro è al contrario quello di impossessarsi dell’attuale parlamento, capeggiato dal presidente Julio Borges e composto dalla maggioranza della Mesa de unidad democrática (Mud), arrivando fino alla possibilità di occupare l’aula, come emerge dalle dichiarazioni che hanno fatto seguito alle votazioni. Obbligando le opposizioni al leader a trattare, minacciando di renderle fuori legge, e arrestando i leader delle proteste. Oltre all’intenzione di sostituire la giudice attualmente a capo della Procura generale della Repubblica, la chavista Luisa Ortega, dichiaratasi contraria alla nuova Costituente. Stando a quanto denunciato dalle famiglie pare inoltre che in mattinata due leader di opposizione, Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma, siano stati prelevati dalle loro abitazioni, dove erano ai domiciliari.

LE PREGHIERE NELLE CHIESE DEL VENEZUELA

Nelle Chiese del Paese nel frattempo si prega per il dialogo: “Aspiriamo ad essere un popolo identificato con il rispetto della dignità umana, la libertà, la giustizia e l’impegno per il bene comune”, recitano le invocazioni diffuse dai vescovi ai fedeli per la giornata del voto. “Come figli di Dio, dacci la capacità di costruire la convivenza fraterna”, continua la preghiera. “Concedici la saggezza del dialogo e dell’incontro, perché insieme costruiamo la civiltà dell’amore attraverso una reale partecipazione alla solidarietà fraterna”. E “per tutto questo diciamo insieme: Venezuela!”.

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