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Perché i Radicali sparsi non possono non gridare Forza Europa (come Calenda). Parla Cappato

Nel momento in cui nel mondo politico italiano sembrano prevalere spinte anti europeiste e sovraniste, Benedetto Della Vedova ha dato vita a un movimento che già dal nome è una sfida agli euroscettici: Forza Europa. Ne abbiamo parlato con Marco Cappato, radicale e attuale tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, presente all’iniziativa inaugurale sabato scorso a Roma, dove, oltre a Della Vedova, sono intervenute personalità provenienti da diverse famiglie politiche: da Emma Bonino e Riccardo Magi (radicali) all’ex montiano Andrea Mazziotti, dal segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli all’ex direttrice del Secolo d’Italia ed ex deputata di An Flavia Perina, fino al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Cappato, perché ha aderito?

Nel momento in cui la politica sembra ritirarsi in una dimensione statale, di tipo sovranista, da federalista europeo penso sia importante affrontare i problemi in maniera transnazionale. Sulle politiche ambientali o sul riscaldamento del pianeta è ridicolo pensare che si possano trovare risposte ripiegandosi sui singoli Stati. La risposta deve essere l’opposto di quella che cercano in maniera evidente Salvini e in modo più mascherato Grillo, Renzi e Berlusconi.

Forza Europa si prepara a scendere in campo alle elezioni?

Un progetto politico, se è solido, può sempre diventare un progetto elettorale. La possibilità c’è. Ma più importante di questo è che questo soggetto sia di tipo europeo o paneuropeo. Non basta essere europeisti, come Macron, per poter fare davvero politica al di là degli interessi nazionali. Deve essere un soggetto transeuropeo e anche trasversale tra le varie famiglie politiche.

Infatti sabato hanno partecipato radicali, ex montiani, liberalisti, liberali, socialisti, ex An…

Il successo dell’iniziativa è dovuto proprio dalla partecipazione di personaggi provenienti da esperienza politiche e partitiche anche lontane tra loro.

Cosa vi tiene insieme?

Sia io che Calenda nei nostri interventi abbiamo sottolineato che oggi uno dei problemi maggiori è quello di ricostruire una politica internazionale fondata sui diritti umani e sulle libertà fondamentali, che sono state alla base dell’occidente democratico oggi sempre più in crisi, anche a causa delle politiche di Donald Trump. Ma i temi comuni sono molteplici: la giustizia giusta, la difesa della scienza oggi pesantemente sotto attacco, l’ambiente e il riscaldamento globale, le libertà economiche, i temi sociali, il lavoro.

Forza Europa sarà la lista di Carlo Calenda alle prossime elezioni?

Questo andrebbe chiesto a Calenda. Con lui non ne ho parlato, posso solo dire che ho apprezzato il suo intervento. Ignoro cosa farà nel suo futuro politico.

Lei, Bonino e Magi vi state lasciando alle spalle il partito radicale?

I radicali da sempre, storicamente, hanno cercato di realizzare progetti anche elettorali che non fossero ricalcati su un livello identitario, ma che potessero abbracciare altre figure politiche. Basti vedere come noi, piccolo partito, ci siamo sempre battuti per un sistema maggioritario all’anglosassone. Non c’è nulla di più naturale, per i radicali, di provare a dar vita a progetti di riforma che si aprano a persone di diversa appartenenza politica. Non vedo nulla di contradditorio con la continuazione della nostra storia di radicali, che va avanti.

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