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Ecco gli ultimi occhiolini del Qatar all’Italia

Continua la “Qatar connection” fra Roma e Doha iniziata dal governo Renzi. Mercoledì 9 agosto il commissario per la ricostruzione Vasco Errani e il presidente del Qatar Development Fund (QDF), l’ambasciatore Khalifa Bin Jassim Al-Kuwari, hanno firmato un memorandum per il finanziamento di un complesso scolastico da 4.000 metri quadri a Macerata, una delle città colpite il 24 agosto 2016 dal sisma del centro Italia. Alla firma hanno partecipato anche il consigliere del ministero degli Esteri Simone Petrone e l’ambasciatore del Qatar in Italia Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki.

Il fondo qatarino con base a Doha stanzierà 5,6 milioni di euro per co-finanziare la scuola Enrico Mestica di Macerata. Il resto dei fondi arriverà dalle istituzioni italiane secondo le modalità fissate dal decreto 189/2016. Un’iniziativa che arriva direttamente dai vertici di Doha, ha assicurato il direttore del QDF Al-Kuwari, che ha sottolineato come il supporto finanziario sia “scaturito dalle indicazioni di Sua Altezza Sheikh Tamim Bin Hamad Al Thani, Emiro dello Stato del Qatar, confermando che lo Stato del Qatar è uno dei primi paesi che hanno offerto supporto al Governo italiano dopo il sisma”.

Lo stanziamento di fondi per la scuola di Macerata voluto da Al-Thani è solo uno degli ultimi passi fatti da Doha per corteggiare il governo italiano, da quando il 5 giugno i Paesi del golfo hanno dato inizio all’isolamento diplomatico e commerciale del Qatar, accusandolo di finanziare organizzazioni terroristiche. Gli Emirati Arabi Uniti (UAE), che fanno la guerra diplomatica a Doha anche attraverso la loro tv Al-Arabiya contro la celebre tv qatarina Al-Jazeera, hanno fatto pressioni sul governo Gentiloni per tagliare ogni rapporto col Qatar.

Il 15 giugno la ministra emiratina del Welfare Ohoud Al Roumi aveva fatto visita al vice-ministro degli Esteri Enzo Amendola consegnandogli una lista di 59 individui sospetti e 12 organizzazioni terroristiche finanziate dal Qatar. Un avvertimento che non ha ad oggi sortito grandi effetti, se è vero che i rapporti fra Roma e Doha non sono mai stati tanto distesi come negli ultimi mesi.

Si tratta di una linea avviata dall’ex premier Matteo Renzi fin dai primi mesi a Palazzo Chigi, quando, a differenza del suo predecessore, Enrico Letta, che prediligeva la linea diretta con gli Emirati Arabi Uniti, ha dato vita a una vera e propria partnership italiana con il Qatar. Nei suoi 1000 giorni di governo il feeling con l’emiro Tamim al-Thani aveva portato ad operazioni di successo come l’acquisizione di Meridiana e ad altre meno fortunate, come il mancato intervento del Qatar nel salvataggio di Monte dei Paschi di Siena nell’ottobre del 2016.

Con l’arrivo di Gentiloni a palazzo Chigi l’asse Roma-Doha non ha subito grandi flessioni. Tra gennaio e aprile del 2017 l’export italiano in Qatar è ammontato a 294,51 milioni di euro (dati Istat), in lievissimo calo rispetto al 2016, con in cima alla lista delle vendite la voce “macchinari e apparecchiature” (270 mln di euro nel 2016). Con il nuovo esecutivo le importazioni da Doha sono invece aumentate: 360,17 milioni di euro nel primo quadrimestre del 2017, 43 milioni in più rispetto al 2016.

Da quando è scoppiata la crisi diplomatica con il Qatar in giugno, i Paesi del golfo hanno mantenuto il pugno di ferro con la dinastia Al-Thani: i cittadini qatarioti sono stati espulsi, le linee di trasporto con Doha interrotte (con grave danno della Qatar Airways), e chiunque in Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti simpatizzi per il Qatar o contesti le misure prese contro il paese rischia di essere imprigionato o pagare multe salatissime.

Il governo italiano, benché pregato dagli UAE, non ha voluto sposare la linea dura col Qatar. Già il 12 giugno, a soli 7 giorni dalla dichiarazione dell’embargo, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan riceveva a Roma il suo omologo qatarino Ali S. Al Emadi per discutere dei nuovi investimenti in Italia del Qia, il fondo di investimento sovrano del Qatar. Il 1 luglio il ministro degli Esteri del Qatar Al Thani (nella foto) aveva tuonato dal Westin Excelsior di Roma contro gli Emirati Arabi Uniti, definendo l’Italia “un partner molto importante”. Era seguita il 23 luglio la missione strategica a Doha del Ceo di Eni Claudio Descalzi, che, fra gli altri incontri istituzionali, aveva trovato il tempo per parlare di una possibile partnership con l’Eni con Saad Sherida Al Kaabi, ceo di Qatar Petroleum.

Lo scorso 2 agosto il ministro degli Esteri Angelino Alfano è volato a Doha dal suo omologo qatarino. L’incontro aveva fruttato un memorandum sugli investimenti bilaterali fra la Qatar Investment Authority e il Fondo Italiano Strategico, ma anche e soprattutto la commessa da parte di Qatar Emiri Navy di sette navi a Fincantieri. Una buona notizia, a pochi giorni dal no di Macron all’acquisizione della maggioranza dei cantieri di Saint Nazaire.

L’ultimo segnale in ordine di tempo delle buone relazioni fra Roma e Doha è giunto questo mercoledì. La Qathar Tourism Authority ha inserito l’Italia nella lista degli 80 paesi che da ora in poi potranno viaggiare in Qatar senza esporre un visto di ingresso. L’Italia peraltro farà parte di un gruppo ristretto di 32 nazioni ai cui cittadini sarà permesso soggiornare dal loro arrivo nell’emiro per un periodo massimo di 180 giorni.

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