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I ponti e i muri del Mediterraneo. Il dibattito al Meeting di Rimini tra Al-Nasser, Sorondo e Lasram

Mediterraneo

“Qual è l’eredità da riguadagnare? Non è un valore, un principio, una dottrina, ma un luogo, uno spazio, un mare: il Mediterraneo. La scenografia muta in cui ogni giorno vediamo accadere una tragedia sconvolgente. Oggi il Mediterraneo è infatti uno sconfinato cimitero, ma non è sempre stato così. Non è l’eredità che ci è stata consegnata”. Così Andrea Simoncini (nella foto), professore Ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Firenze, ha aperto l’incontro del Meeting di Rimini di lunedì 21 agosto dal titolo “Mediterraneo: costruire ponti, abbattere muri”.

L’ALLEANZA DELLE CIVILTÀ DELL’ONU TRA ORIGINE E MURI

Durante il convegno l’alto rappresentante dell’Onu per l’Alleanza delle Civiltà, Nassir Abdulaziz Al-Nasser, ha spiegato l’origine e la missione del soggetto da lui guidato, nato su proposta del primo ministro spagnolo Zapatero rivolta all’assemblea generale Onu nel 2005. Che è quella di “abbattere i muri tra le persone per promuovere il dialogo interculturale e interreligioso e lavorare per la diversità e l’inclusione”. Quei “muri” che sono stati citati per la prima volta, ha sottolineato Nasser,  in un discorso di Ronald Reagan in cui si riferiva al muro di Berlino. Mentre oggi “va riconosciuto che tutte le società sono multietniche, multi-religiose e multiculturali, e che non si può non investire nella loro coesione sociale”.

IL MEDITERRANEO E LE PAROLE DEL RAPPRESENTANTE ONU AL-NASSER

La regione mediterranea in questo, sostiene Al-Nasser, è “un esempio di successo”, in quanto “è stata la culla di varie civiltà, servendo come collegamento culturale, economico e religioso tra Asia, Africa e Europa, e fornendo un collegamento religioso alle tre religioni monoteistiche”. Ma “molto lavoro deve ancora essere fatto”, ha aggiunto il rappresentante Onu, riconoscendo che “l’antica rete di vie commerciali che collegano l’Oriente e l’Occidente ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo mondiale: storicamente, la diversità religiosa e culturale ci è arrivata lungo la grande strada della seta, e la ripresa di questo progetto è un altro grande passo verso il nostro obiettivo di costruire ponti tra le civiltà”.

IL VIDEO-INTERVENTO DI MONS. SÀNCHEZ SORONDO

Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, tramite un video-intervento ha fatto un richiamo alle “due grandi emergenze”. Quella del “clima, per cui vanno portate soluzioni basate sull’energia pulita, o il rischio è che i deserti del sud si estendano fino all’Europa centrale”. E dei “rifugiati, con 60 milioni di persone coinvolte, di cui approfittano i trafficanti di persone, con la tratta sotto forma di prostituzione e lavoro schiavistico”. Sorondo ha così specificato che a suo avviso “la prostituzione si potrebbe sradicare se tutti i Paesi adottassero il modello nordico, come ha fatto la Francia, che criminalizza non le vittime ma il cliente”.

IL TRAFFICO DI ORGANI E IL LAVORO SCHIAVISTICO

Riguardo il dramma della vendita di organi, il prelato ha portato l’esempio della Cina dove “è stato presentato di recente un modello molto suggestivo che ricompensa i familiari dei donatori mostrando come i loro organi siano serviti a salvare vite”. Sul lavoro schiavistico, invece, ha concluso dicendo che “stiamo cercando di individuare modelli per sradicarlo”, esaminando “come le comunità nazionali dovrebbero autoregolarsi per favorire un lavoro libero e degno”.

L’INTERVENTO DEL SINDACO DI TUNISI SAIFALLAH LASRAM

Il sindaco di Tunisi Saifallah Lasram ha infine raccontato della rivoluzione “pacifica, senza spargimenti di sangue o regolamenti di conti” avvenuta nel 2011 nel suo Paese, dopo la quale è “iniziato un processo democratico, di rottura con l’antico sistema politico centralizzato e dittatoriale”. L’obiettivo, ha spiegato il sindaco, era di “creare la democrazia e dare libertà di parola”, ed è “grazie a elezioni libere che abbiamo eletto una nuova assemblea costituente dove abbiamo approvato la costituzione della seconda repubblica tunisina”.

LE RELAZIONI TRA LE SPONDE DEL MEDITERRANEO

Perciò “tra la riva nord e quella sud del Mediterraneo bisogna favorire e semplificare le relazioni e non avere paura”, ha infine proclamato, nonostante i problemi di “terrorismo e migrazioni”, che per queste seconde è “chiaro che non devono essere selvagge o soprattutto non diventare una forma di commercio e di tratta degli esseri una i”. “Nessuno sbaglia nel voler controllare le frontiere, è un dato di fatto”, ma “Italia e Tunisia, di fronte a immigrazione clandestina e illegale e grazie a una cooperazione su sicurezza e controllo dei flussi, sono riusciti ad agire sul problema”. Anche se il nodo, ha concluso il primo cittadino di Tunisi, è “affrontare e puntare il dito contro l’origine di questo male”.

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