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Vi racconto l’essenza dello scontro nella sinistra su Minniti, ong e migranti

ALESSANDRO MARAN SENATORE, Trump

In Italia (come dappertutto e non da oggi) ci sono due sinistre, una riformista (e probabilmente minoritaria), l’altra passatista (e probabilmente maggioritaria), si sa. Anzi, per usare la bella espressione di Loris Zanattahay diferentes tipos de izquierdas: la hay reformista y redentiva”. Non per caso, Gianfranco Carbone osserva: “Lo scontro fra Minniti e la sinistra antagonista mi ricordano la contrapposizione fra gli spatachisti e il ministro socialdemocratico Noske nella Repubblica di Weimar“.

Tanto per capirci, non è vero che la sinistra (tutta la sinistra) sull’immigrazione sia cieca; che non voglia vedere il problema (e quindi non lo veda); che le posizioni di Minniti di contrasto al disordine migratorio e la tesi, contenuta nel libro Avanti, di mettere un numero chiuso agli ingressi dei migranti e di “aiutarli a casa loro” siano una novità assoluta; che la sinistra (tutta la sinistra) abbia un approccio ideologico sul tema dell’immigrazione. Anche su questo tema, nella cultura della sinistra ci sono (nettamente distinte, anzi contrapposte) due anime. E non è un caso che dopo un lungo silenzio riemerga Gino Strada, medico e fondatore, con la moglie, di Emergency, e accusi Minniti di avere una biografia da sbirro. Solo per aver riportato un po’ di ordine nel caos delle Ong e degli sbarchi.

Sarà che sto invecchiando e che mi tornano in mente un sacco di cose, ma ricordo bene lo scontro che andò in scena all’Assemblea Nazionale del Partito Democratico che si svolse l’8 e 9 ottobre 2010 in provincia di Varese, a Malpensa Fiere a Busto Arsizio.

Tanto per la cronaca, all’Assemblea nazionale di Varese, avevo messo a punto e avevamo poi presentato un documento sull’immigrazione che, per usare le parole del Corriere della Sera, “non ricalca le parole d’ordine care alla sinistra, ma affronta il problema in maniera del tutto inedita per una forza politica come il Pd“. L’articolo di Maria Teresa Meli del 9 ottobre 2010 ne riassume i contenuti. Avevo illustrato la questione in un articolo sul Foglio e in una intervista (di poche battute) su l’Unità ed ero tornato sull’argomento ancora su Unità. Da qualche parte devo avere anche il documento integrale.

“Oggi – concludeva Maria Teresa Meli – dopo una nottata di trattative in un’apposita commissione di lavoro, si saprà se il gruppo dirigente del Pd è disposto ad accettare la sfida sull’immigrazione lanciatagli dalla minoranza di Veltroni (tanto più che il documento è piaciuto anche a una parte della maggioranza interna e a una fetta degli amministratori locali del Nord), o se preferirà attestarsi sul documento elaborato da Livia Turco, in linea con i temi e gli slogan tradizionali della sinistra”.

Sappiamo come è andata a finire. Ma sappiamo anche che non bisogna mai disperare: dai e dai…

(Tratto dal profilo Facebook di Alessandro Maran)

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