Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Sputnik non è un sito di informazione (e gli americani non evacuano comandanti dell’Isis)

Sputnik è un media nato nel 2014 e prodotto con i soldi del Cremlino che serve a propagandare in giro per il mondo la linea politica russa, veicolando informazioni a volte alterate, spesso fomentando l’odio anti-occidentale – non è un sito di informazioni, a meno che non lo si usi per registrare qualche dichiarazione, ovviamente soggettiva, del governo di Mosca. Lo schema su cui si basa è piuttosto semplice se se ne conosce questo minimo di background, ma è un’esca perfetta per una larga fetta di popolazione che vi accede in tutto il mondo. Perché Sputnik accompagna a informazioni reali, come per esempio la festa dell’ottocentesimo anniversario della fondazione di Mosca, altre realistiche ma alterate, quando non inventate come si vedrà.

LA FORZA DELLA DISINFORMATIA

La disinformazione che emerge dal sito è potente, anche perché Sputnik ha base in diversi Paesi europei e pubblica in decine di lingue: per esempio, c’è una versione in italiano, e considerando che in generale i lettori italiani non accedono con facilità ai contenuti in lingua inglese, quella usata dalle principali testate indipendenti internazionali (vedere per esempio questo rapporto di EF), questo facilità la fruizione dei suoi contenuti. Un altro pregio di Sputnik (pregio per chi deve venderne gli articoli) è che molti dei pezzi riprendono esattamente le cose che la gente vuol sentirsi dire. Sono trattati argomenti spesso con toni cospirazionisti: un mix perfetto per il complottista con un filo di anti-occidentalismo. Il tutto, come d’uso, condito con il sano vittimismo del “ci oscurano perché ci temono” (sottinteso: a noi che vi diciamo la verità).

L’FBI INDAGA UN EX REPORTER DEL SITO

Quadro definitivo sulla situazione, che porterà da un lato i fan a dire “visto (li temono), vogliono metterli a tacere”, mentre all’opposto gli altri diranno “era ora (da tempo lo diciamo)”: Andrew Feinberg, ex corrispondente di Sputnik. è stato interrogato dall’Fbi di Washington nell’ambito allargato del Russiagate. I federali, che stanno conducendo l’inchiesta sotto gli ordini del procuratore speciale che indaga le interferenze russe durante le presidenziali americane, volevano capire meglio i meccanismi interni alla redazione perché pensano che il media outlet del Cremlino “agisca come organo di propaganda russa e che violi la legge americana sulle agenzie straniere (FARA)” – questo lo racconta proprio Sputnik in un articolo in cui definisce l’interrogatorio “un’intimidazione” (l’articolo c’è anche in italiano).

L’EVACUAZIONE DA DEIR EZZOR CHE NON C’È MAI STATA

Giovedì scorso il sito russo ha pubblicato un articolo sconvolgente – se fosse stato vero – secondo cui alcuni elicotteri americani avrebbero evacuato venti capi dello Stato islamico nei pressi di Deir Ezzor, che era una delle ultime lingue di territorio rimaste in mano al Califfato in Siria ed è stata oggetto di una robusta campagna militare condotta proprio dai governativi guidati dai russi: i due contingenti negli ultimi giorni hanno espulso i baghdadisti dal controllo dell’area. Il giornalista del Foglio Daniele Raineri, su Facebook, si è occupato di un rapido debunking che non accede nemmeno troppo a dati dettagliati (di cui Raineri è in possesso), ma semplicemente alla logica. Perché mai gli americani, che sono i più micidiali nemici dello Stato islamico, quelli grazie a cui gli attuali pianificatori mondiali possono dichiarare chiuso il capitolo statuale dell’organizzazione perché devastato dalla superiorità tecnologica messa in campo proprio da Washington nell’assistere i partner (che siano i soldati iracheni, le milizie curdo-arabe in Siria o quelle misuratine in Libia), dovrebbe caricare venti capi dell’IS e portarli in salvo? Non c’è ragione, perché ammesso che venti comandanti dell’IS finiscano in mano americana senza prima aver attivato le loro cinture esplosive (extrema ratio per non cadere in mano al nemico, già successo), finirebbero in qualche base speciale sotto interrogatori severissimi. Però Sputnik cavalca una vulgata cospirazionista – e quindi molto en vogue di questi tempi – che, sebbene vecchia di qualche anno, continua a dire che l’Isis l’hanno inventato proprio gli americani. Non è vero, ovviamente, ma poco importa, perché serve a spingere la propaganda russa contro Stati Uniti e Occidente e alla fine riporta a casa un buon bottino di caccia, tra complottisti, sovranisti, anti-occidentalisti, creduloni e disattenti in genere.

UN ALTRO ESEMPIO

Lo scorso anno su Sputnik Italia ha ripreso dal blog sapereeundovere.com un articolo che aveva il fine di provare gli esperimenti scientifici che la Nasa starebbe compiendo nell’atmosfera. Il pezzo, che citava come fonte un altro sito inglese noto per essere un conglomerato di bufale, sosteneva che gli americani stanno spruzzando in aria “litio psicotropo” e stanno irrorando “vaccini per via aerea sulle popolazioni a loro insaputa e senza la loro autorizzazione”. Non c’è nemmeno mezza prova di queste affermazioni (che in teoria dovrebbero essere supportate almeno dai link presenti nell’articolo, ma pure quelli sono finiti e non funzionano): però, non serve aggiungere altro al mix mortifero che scie-chimiche e vaccini possono avere su un certo genere di pubblico che non sta troppo a controllare che in fondo al pezzo, in corsivo, ci sia scritto “L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione”, come disclaimer per mantenere un minimo di credibilità.

×

Iscriviti alla newsletter