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Che cosa fa la Marina militare nell’Artico

Valter Girardelli

L’Italia si sta dotando di una “strategia artica”. Se il clima cambia e il pianeta si riscalda, i ghiacci polari si sciolgono. Questa, che dal punto di vista ambientale non è certamente una buona notizia, ha però anche dei fattori positivi, quantomeno potenziali. Uno di essi è la creazione di nuove rotte per la navigazione commerciale e non solo.

LA MISSIONE HIGH NORTH

La Marina Militare italiana, dopo quasi 90 anni dall’ultima trasvolata in dirigibile di Umberto Nobile, è tornata nell’Artide. L’ha fatto lo scorso luglio, con la nave Alliance, per la missione High North. L’obiettivo era acquisire dati scientifici su fondale, correnti e situazione dei ghiacci al largo delle Isole Svalbard. Il fine ultimo, invece, è studiare la possibilità di aprire nuove rotte commerciali, che la Marina definisce “un elemento di interesse per la sicurezza della navigazione e per aspetti geostrategici del nostro Paese”. Le ricerche si sono svolte dal 9 al 29 luglio scorso e hanno interessato un’area di 650 chilometri quadrati a sud delle Svalbard. Sulla nave Alliance, di proprietà della Nato, erano presenti gli uomini della Marina Militare, affiancati da 25 tecnici di alcuni dei principali istituti scientifici: il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto di oceanografia e geofisica sperimentale, l’Agenzia nazionale per l’energia (Enea) e il Centre for Maritime Research and Experimentation della Nato.

I RISULTATI RAGGIUNTI

Due i risultati più significativi raggiunti dalla missione High North: la mappatura di aree inesplorate e la scoperta di una lingua d’acqua più fredda che scorre sul fondale marino. Si tratta della conferma di un’ipotesi che gli scienziati avevano già formulato, e potrebbe avere significativi risvolti per lo studio dei mutamenti climatici e non solo. “Questa scoperta dimostra che qualcosa sta cambiando”, ha spiegato Roberta Ivaldi dell’Istituto Oceanografico nella conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati della missione. Ivaldi ha poi aggiunto che “la mappatura contribuirà ad accrescere la sicurezza della navigazione, laddove abbiamo nuovi orizzonti da tutelare”.

GLI INTERESSI COMMERCIALI

Al di là delle finalità scientifiche, gli interessi commerciali in gioco nella conquista dell’Artico sono ingenti: le conseguenze dell’apertura di nuove rotte possono rivoluzionare gli equilibri globali. Lo ha spiegato con un esempio il Capo di stato maggiore della Difesa Claudio Graziano. “Un mese fa una petroliera russa (la Christophe de Margerie, ndr) ha attraversato per la prima volta la rotta marittima del nord fra Europa e Asia senza l’ausilio di navi rompighiaccio. È partita dalla Norvegia ed è arrivata in Corea del Sud in due terzi del tempo che serve nelle rotte standard, che passano dal Canale di Suez”.

LE POLITICHE ENERGETICHE E MILITARI

C’è poi la questione delle risorse: sotto il Mar Glaciale Artico c’è una vera e propria miniera. Secondo le stime riportate da Graziano, il 30% dei giacimenti di gas naturale al mondo e il 13% di petrolio sono proprio in quell’area, che sta diventando sempre più strategica anche dal punto di vista geopolitico. Se nei primi anni 2000 si è assistito a una collaborazione sempre maggiore fra le potenze più influenti, cioè Stati Uniti e Russia, ora la situazione è cambiata. “Dalla crisi della Crimea nel 2014, la Russia ha ripreso a stabilire basi permanenti nell’Artico, anche per posizionare assetti militari”, ha spiegato l’ammiraglio Valter Girardelli (nella foto), Capo di stato maggiore della Marina.

E l’Italia? Anch’essa è in gioco e, per dirla come Graziano, già da qualche tempo si sta dotando di una “strategia artica”. Il nostro Paese, assieme a Germania, Francia, Cina e India, fa parte dei 12 paesi osservatori del Artic Council, l’organismo internazionale che riunisce i paesi che si affacciano sull’oceano ghiacchiato, e ad agosto è stata ammessa come membro associato nell’Artic regional idrographic commission, che fa parte dell’Organizzazione idrografica internazionale. La missione High North, insomma, potrebbe non essere l’ultima.

Ecco un link a foto, video e altre informazioni sulla missione High North.

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