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Mario Tassone, il CDU e l’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro

Il nove maggio è stato ricordato l’assassinio di Aldo Moro avvenuto trentasei anni orsono, anni trascorsi nel ricordo dell’eccidio più violento e sofferto della storia repubblicana. Aldo Moro, cattolico impegnato in politica prima che essere un uomo pubblico fu un limpido cristiano che condivise e interpretò fino in fondo il motto del suo grande amico Papa Montini(Paolo VI): “la politica come la più alta forma di carità”. Così egli intese la sua azione di cattolico, di uomo politico, di esponente delle Istituzioni. Un vero statista! Presidente degli universitari cattolici e prestigioso, dopo De Gasperi, esponente politico della DC con Amintore Fanfani, conosceva bene il valore e il significato di “dignità della persona umana” e di “bene comune”. Conseguente a tale lezione egli agì fino all’ultimo istante della sua vita. Non si vuole qui rievocare la figura di Aldo Moro, altri in modo magistrale lo hanno fatto con dovizia e scrupolo. Si vuole sottolineare altro: il lento oblio che sta avvenendo intorno alla figura e all’opera del grande statista democristiano! Il 9 maggio, a via Caetani, a parte le presenze istituzionali e di protocollo non si sono visti tanti democristiani, tranne il sempre affettuoso e coerente amico Presidente Gerardo Bianco, non c’erano neppure quelli che fanno sfoggio dello Scudocrociato. A ricordare l’Amico trucidato dalle brigate rosse, il mondo DC era rappresentato unicamente dal segretario del CDU Mario Tassone con gli amici della Direzione. Non è una questione minima voler evidenziare l’assenza di tanti esponenti dello Scudocrociato, è vicenda invece che ha il suo significato. La vita di Aldo Moro non può appartenere oggi a chi ieri ha ostacolato e ha combattuto le  sue idee. E’ senza dubbio confortante che, post mortem, esponenti di altro credo politico si convertano al pensiero moroteo, alla sua visione della società, della politica internazionale, della politica sociale, ma sempre con la consapevolezza che il suo patrimonio ideale è nato e cresciuto all’interno del cattolicesimo politico. Tutto si può giustificare in questo tempo: confusione, qualunquismo, ibridi connubi, ma le idee non è possibile snaturarle. Sono stati offuscati ideali e partiti, con la prospettiva del nuovo e del cambiamento, dopo un ventennio si è visto quali non risultati si sono conseguiti, proprio per aver violentato le storiche culture politiche. Bisogna riscrivere grammatica e sintassi, perché una nuova progettualità politica venga elaborata, e che porti a governare il Paese nella stabilità, secondo un’etica condivisa. Etica prima di tutto! Si possono cambiare le leggi, si possono licenziare le riforme, ma se non c’è un’etica intorno alla quale riconoscersi è tutto inutile. E’ ora di abbandonare il tempo dell’anomia, della neutralità, dell’ignavia! Oggi si vive questo impensabile paradosso: i democristiani assenti dalla scena politica nazionale, grazie al greve comportamento di personaggi non definibili, mentre il Paese reclama buona politica. I democristiani, cancellati politicamente, (non hanno presentato per la prima volta liste per il Parlamento Europeo), come se nella storia d’Italia non fossero mai esistiti, stanno pagando il prezzo più alto, grazie anche a codardi e opportunisti. La loro cultura, sempre faro della civiltà italica, tuttora chiusa nello sgabuzzino dei ferri vecchi, anche per mancanza di coerenza e di coraggio a rappresentarla, mentre si avverte la sua necessaria presenza. Non a caso è stato sottolineato l’intervento di Mario Tassone e del CDU in via Caetani il 9 maggio scorso, con la speranza che il seme diventi albero. Gli antichi pregiudizi agnostici e laicisti purtroppo permangono e vanno affrontati con decisione. Le Scritture ricordano: “scossa la polvere dai calzari andate” per significare che non contano i tentativi passati infruttuosi, bisogna essere tenaci non aver paura, continuare e andare avanti. E questo è il tempo! Anche per onorare la memoria di Aldo Moro.

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