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Antonio Barbato, il (silurato) capo dei vigili di Milano. Le foto

Antonio Barbato e Maurizio Grigo
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Antonio Barbato e Maurizio Grigo
Antonio Barbato, Carmela Rozza e Maurizio Grigo
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Antonio Barbato, Carmela Rozza e Maurizio Grigo
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Antonio Barbato
Antonio Barbato e Maurizio Grigo
Antonio Barbato, Carmela Rozza e Maurizio Grigo
Antonio Barbato, Carmela Rozza e Maurizio Grigo

Antonio Barbato non è più il capo della polizia municipale di Milano. Beppe Sala ha annunciato la sua sostituzione oggi, dopo la bocciatura da parte del Comitato per la Legalità del capoluogo lombardo, guidato dall’ex pubblico ministero di Mani pulite Gherardo Colombo. Barbato era finito nelle intercettazioni di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano sui presunti affari legati al clan catanese dei Laudani.

Una vicenda che Sala ha commentato in questo modo: “Il comandante mi ha chiesto di essere destinato ad altro incarico all’interno dell’Amministrazione comunale. Apprezzando la sensibilità dimostrata da Barbato e tenendo in considerazione i 35 anni di servizio prestati per Milano, ho chiesto al Direttore generale del Comune di individuare una nuova collocazione al di fuori della Polizia locale. Non ho l’istinto del giustiziere, non mi sembra giusto farlo. Mi dispiace per Barbato ma obiettivamente ha fatto una sciocchezza. Credo che per questo fosse impossibile che rimanesse al suo posto“.

Nel frattempo il timone della Polizia locale passa all’attuale vice Paolo Ghirardi.

Ecco cosa ha scritto sulla vicenda il Comitato per la Legalità guidato da Colombo: “Il solo ipotizzare di poter accettare l’ipotesi che una società di security faccia pedinare un proprio collega (con il quale sembra esservi in corso uno scambio di querele) depone in senso avverso alla correttezza che un comandante deve avere. Ricoprire un incarico così delicato e vitale per l’ordinato svolgimento della vita pubblica, è indispensabile, a monte del rapporto di fiducia interpersonale, il più ampio (se non addirittura, unanime) riconoscimento di una costantemente ineccepibile condotta che, quotidianamente, riaffermi la pubblica autorevolezza della carica e del ruolo“.

Per tutti i dettagli sulla vicenda si può leggere questo approfondimento del Corriere della Sera.

(Foto di Imagoeconomica/Riproduzione riservata)

 

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