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L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Benjamin Netanyahu a Bruxelles. Tutte le foto

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Dura risposta dell’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogherini, al premier israeliano Benjamin Netanyahu oggi a Bruxelles, dopo due ore di discussione nel Consiglio Esteri in cui i ministri dei Ventotto si sono espressi sulla recente, controversa decisione del presidente americano Donald Trump di spostare l’ambasciata Usa nello Stato ebraico da Tel Aviv a Gerusalemme.

“Il vero pericolo, che noi tutti condividiamo con il premier Netanyahu, e su questo l’unità che i ministri hanno mostrato oggi è rimarchevole – ha detto Mogherini in conferenza stampa -, è che questa mossa possa aprire più spazio alle forze radicali in tutte le parti nella regione, e questo è uno sviluppo che non vorremmo vedere”. E anche se non c’è una specifica iniziativa dell’Ue, ha proseguito l’Alto rappresentante, “noi stiamo lavorando attivamente con i nostri partner, compresi gli Stati Uniti e altri attori nella regione, con un chiaro orizzonte, che è quello dei due Stati, nel quadro di negoziati diretti, accompagnati da una cornice internazionale regionale”.

“Non ho mai sentito da nessuno, non solo nelle ultime settimane, ma negli ultimi decenni, nessun’altra idea che quella dei due Stati per preservare la sicurezza d’Israele e il bisogno dei palestinesi di avere un proprio paese e una propria autorità. Come abbiamo sempre detto, la soluzione dei due Stati è la sola realistica e non si tratta di idealismo o di restare legati alle idee del passato”, ha osservato. “Un solo Stato non garantirebbe, con gli attuali trend demografici, lo sappiamo molto bene, la contunuazione dell’esistenza dell’identià di Israele, e non consentirebbe il diritto dei palestinesi di esistere come cittadini a pieno titolo… Quella dei due stati è la sola opzione sostenibile e realistica e finora non ho mai sentito un’idea più realistica di questa, da nessuno”, ha insistito Mogherini.

Insomma, ha spiegato l’Alto Rappresentante, “il punto è avere uno Stato d’Israele riconosciuto con Gerusalemme come capitale entro le linee di demarcazione del 1967, e uno Stato palestinese con Gerusalemme al di là delle linee di demarcazione del 1967 riconosciuta come sua capitale”. Questa, ha sottolineato, “è l’unica cosa da fare (“the only way to go”, ndr), e se altri hanno altre idee io non le ho sentite. Su questa posizione resta l”Unione europea e restano i suoi Stati membri”. “E voglio aggiungere ora, dopo la discussione dei ministri, una cosa che non avevo ancora detto: so che il primo ministro Netanyahu ha menzionato un paio di volte il fatto che si aspetta che altri paesi seguano la decisione del presidente Trump e trasferiscano le proprie ambasciate a Gerusalemme, ma – ha concluso Mogherini – può mantenere le sue aspettative per altri, perché dagli Stati membri dell’Ue questa decisione non ci sarà”.

(Testo: Askanews)
(Foto: Imagoeconomica)

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