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Boschi, Carfagna, Madia e Marcegaglia. Tutte le donne in Confindustria viste da Umberto Pizzi

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Emma Marcegaglia
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Emma Marcegaglia
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Patrizia Grieco
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Patrizia Grieco
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Patrizia Grieco
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Marcegaglia e Descalzi
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Marcegaglia e Descalzi
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Patizia Grieco e Gianni De Gennaro
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Patizia Grieco e Gianni De Gennaro
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna ed Ettore Rosato
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Laura Ravetto e Beatrice Lorenzin
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Laura Ravetto e Beatrice Lorenzin
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi e Claudio De Vincenti
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Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Marianna Madia e Giuliano Poletti
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Teresa Bellanova
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Teresa Bellanova
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Maria Elisabetta Casellati
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Maria Elisabetta Casellati
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Madia e Poletti
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Angelino Alfano e Roberta Pinotti
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Gentiloni e Casellati
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De Vincenti e Boschi
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De Vincenti e Boschi
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Madia e Poletti
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Graziano Delrio e Beatrice Lorenzin
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Maria Elena Boschi
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Emma Marcegaglia
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Maurizio Martina e Boschi
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Maria Elena Boschi
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Gentiloni e Casellati
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Gentiloni e Casellati
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Maria Elisabetta Casellati
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Maria Elena Boschi
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Boschi
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Pinotti e Delrio

Tutte le donne di Confindustria. Tra le convenute all’assemblea 2018 di Confindustria, Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Roberta Pinotti, Teresa Bellanova, Patrizia Grieco, Beatrice Lorenzin, Emma Marcegaglia, Mara Carfagna e Laura Ravetto e Mariastella Gelmini.

Perplessa sul futuro governo anche la Marcegaglia, presidente dell’Eni ed ex numero uno di Viale dell’Astronomia, inseguita dai cronisti al termine dell’assise confindustriale. “Il Paese ha bisogno di essere governato e ha bisogno di non distruggere tutte le cose che sono state fatte, le riforme buone. Lo scenario è complesso, l’Italia è fragile e quindi non bisogna fare passi indietro”.

Per Gelmini invece, dall’assemblea annuale della Confindustria “arriva un preoccupato campanello d’allarme. L’Italia non può mettere in discussione la sua appartenenza all’Ue, non può azzerare gli impegni presi sulle grandi opere infrastrutturali, non può permettersi di trascurare le politiche industriali a favore di logiche assistenzialistiche”.

Il presidente di Confindustria Boccia, nel suo intervento, “è stato chiaro e ha messo in guardia le forze politiche che stanno tentando di formare il governo: no alla chiusura dell’Ilva, sì alla Tav, sì al Tap e al Terzo Valico, no allo statalismo. Le politiche industriali, dimenticate dal ‘contratto del cambiamento’ gialloverde, devono essere il cuore pulsante per il futuro del Paese. Non possiamo permetterci pericolosi salti nel buio perché a rimetterci sarebbero solo gli italiani”.

(Foto di Umberto Pizzi – riproduzione riservata)

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