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Chi c’era e cosa si è detto al raduno leghista di Umberto Bossi (assente Matteo Salvini). Le foto

Umberto Bossi
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Umberto Bossi
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Umberto Bossi
Renato Pozzetto e Umberto Bossi
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Renato Pozzetto e Umberto Bossi
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Renato Pozzetto e Umberto Bossi
Francesco Speroni e Alessandro Patelli
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Francesco Speroni e Alessandro Patelli
Francesco Speroni e Alessandro Patelli
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Francesco Speroni e Alessandro Patelli
Umberto Bossi
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Umberto Bossi
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Umberto Bossi
Roberto Bernardelli
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Roberto Bernardelli
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Roberto Bernardelli
Umberto Bossi
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Renato Pozzetto e Umberto Bossi
Francesco Speroni e Alessandro Patelli
Francesco Speroni e Alessandro Patelli
Umberto Bossi
Umberto Bossi
Roberto Bernardelli
Roberto Bernardelli

Berlusconi ha sempre avuto grande stima di lui fin da quando era ministro, lo ha sempre definito gentleman. Ma Zaia è il re del Veneto, non penso abbia interesse a diventare imperatore d’Italia“. Con queste parole ieri Umberto Bossi ha commentato l’ipotesi Zaia presidente del Consiglio lanciata dal Cavaliere la scorsa settimana. Una frase che il fondatore del Carroccio ha pronunciato nel corso della prima uscita della neonata associazione “Fare tornare grande il Nord“, fondata da un leghista duro e puro come Roberto Bernardelli, eletto alla Camera già nel lontano 1994.

Con loro c’era un bel pezzo della Lega delle origini: Francesco Formenti, Giuseppe Leoni, Francesco Speroni, Francesca Martini, Matteo Brigandì, Oreste Rossi, Giuliana Bortolozzo, Cesare Bossetti e Alessandro Patelli. Presente anche l’attore – e militante leghista – Renato Pozzetto.

Nel corso dell’iniziativa Bossi ha parlato soprattutto di economia e di nord Italia, ma non solo. Ad esempio è intervenuto anche sul tema Europa, che il segretario del Carroccio Matteo Salvini non perde occasione per attaccare: “Ora va di moda parlare male dell’Europa, per avere i voti, ma io sono europeista, l’Europa ha sbagliato tante cose ma si può cambiare“, ha detto ad esempio Bossi, con una frase che appare tanto come una scomunica nei confronti della linea anti-europea seguita dal suo successore. Una stoccata in piena regola alla quale – ha raccontato oggi sulle colonne del Giornale Paolo Bracalinise ne è aggiunta poi un’altra anche più dura: “Sono fallite 100mila imprese, e dove? Tutte al Nord. Ma invece di agitare questo (fa segno con il pugno, ndr), stiamo zitti. La questione settentrionale è stata messo da parte da Salvini, ma in politica se lasci un vuoto viene riempito da altri. Lo Stato italiano ha massacrato le nostre imprese, il resto sono chiacchiere. Lui va al Sud a cercare voti, ma in politica servono idee chiare. Berlusconi? Io l’accordo con lui lo farei subito“.

Una domenica che ha dunque confermato l’idea di una doppia anima leghista: quella a trazione settentrionale che fa capo al fondatore e quella a trazione nazionale guidata dal segretario Salvini.

Nella gallery fotografica le foto del “ritorno in campo” di Umberto Bossi.

(Foto di Sergio Oliverio/Imagoeconomica)

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