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Paolo Gentiloni in Costa d’Avorio. Le foto

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Paolo Gentiloni e Angela Merkel
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Paolo Gentiloni e Angela Merkel
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Paolo Gentiloni e Angela Merkel
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Paolo Gentiloni, Angela Merkel e Antonio Costa
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Paolo Gentiloni e il presidente della Repubblica della Costa D'Avorio Alassane Ouattara
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Paolo Gentiloni e il presidente della Repubblica della Costa D'Avorio Alassane Ouattara
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Paolo Gentiloni e il primo ministro di Svezia Stefan Lofven
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Paolo Gentiloni e il primo ministro di Svezia Stefan Lofven
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Paolo Gentiloni con il presidente della Repubblica della Costa d’Avorio Alassane Ouattara
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Paolo Gentiloni con il presidente della Repubblica della Costa d’Avorio Alassane Ouattara
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Paolo Gentiloni con il presidente della Repubblica della Costa d’Avorio Alassane Ouattara
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Paolo Gentiloni e Jean Claude Juncker
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Paolo Gentiloni con il presidente della Tunisia Beji Caid Essebsi
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Paolo Gentiloni con il primo ministro dell'Etiopia Haile Mariam Desalegn
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Paolo Gentiloni in Costa d'Avorio
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Paolo Gentiloni in Costa d'Avorio
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Paolo Gentiloni in Costa d'Avorio
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Paolo Gentiloni in Costa d'Avorio

Secondo il premier Paolo Gentiloni, non è possibile pensare all’Africa come a un “problema” per le migrazioni, ma bisogna ripensare il continente anche come una grande “opportunità” per l’Europa. Con queste parole il presidente del Consiglio ha concluso il suo viaggio in Africa, intervenendo al Summit tra Unione africana e Unione europea ad Abidjan in Costa d’Avorio.

In Costa d’Avorio Gentiloni ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier portoghese Antonio Costa e il belga Charles Michel. Nella conferenza stampa tenuta a margine dei lavori, prima di intervenire nella sessione pomeridiana, ha rivendicato i risultati raggiunti in materia dei migranti, ottenendo un “crollo” dei flussi e allo stesso tempo un inizio di intervento per migliorare la situazione umanitaria nei campi in Libia: “Tra luglio e novembre, nel 2017 rispetto al 2016, siamo passati da 102.786 a 33.288 arrivi, un crollo del numero degli arrivi impressionante – ha detto il premier –. Siamo soddisfatti per i risultati straordinari, frutto di diverse operazioni: rafforzamento della guardia costiera libica, nuovi accordi con le Ong, sostegno e investimenti alle comunità locali”.

Il presidente del Consiglio ha anche dichiarato che grazie all’Italia è stato avviato un percorso per migliorare le condizioni nei campi in Libia: “L’attività italiana ha acceso i riflettori sulle condizioni assolutamente orribili e inaccettabili in cui da qualche anno versano i rifugiati o i migranti in Libia, ha dato nuovi strumenti grazie agli accordi con il governo Serraj per le organizzazioni internazionali dei migranti e l’Unhcr per intervenire, ha aperto loro le porte della Libia praticamente”.

Tuttavia, per Gentiloni è necessario che tutti i Paesi europei facciano la loro parte: “L’Italia ha fatto a testa alta e con orgoglio la sua parte e si augura che altri Paesi africani ed europei diano il loro contributo. La strada è tracciata, bisogna rimboccarsi le maniche, mettere mano al portafoglio perché non è possibile che queste attività siano finanziate solo da Germania, Italia e Commissione Ue”. Gentiloni rientra a Roma con la speranza di una nuova consapevolezza nei rapporti tra Ue e Africa.

(c) Tiberio Barchielli/ImagoEconomica. Riproduzione riservata

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