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Spesa pubblica e municipalizzate, ecco gli avversari del Nuovo Centrodestra

“Vi sono oggi partiti grandi o ritenuti tali destinati a diventare piccoli. Ed esistono creature politiche neonate che cresceranno e saranno protagoniste della storia. Rivelandosi la vera sorpresa delle elezioni europee di fine maggio”. Le parole pronunciate da Angelino Alfano nella giornata finale dell’Assemblea costituente del Nuovo Centrodestra riassumono una grande speranza.

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E rendono manifesta l’aspirazione a guidare nel medio-lungo respiro l’universo moderato. Terreno su cui sarà inevitabile la sfida con Forza Italia. Proprio la formazione guidata da Silvio Berlusconi emerge come l’avversario più insidioso nel percorso prospettato dal responsabile dell’interno. Rappresentando il sottile fil rouge del suo intervento senza essere mai esplicitamente nominata.

CIFRE IMPORTANTI
Le assise congressuali di tre giorni, spiega Maurizio Lupi, hanno visto la partecipazione di 10mila delegati, l’iscrizione di 120mila aderenti e la creazione di 12mila circoli rappresentati in un’assemblea nazionale di 400 membri: “A riprova che anche nel centro-destra è possibile scegliere la classe dirigente con metodo democratico e non attraverso nomine di vertice”.

La platea, grazie al voto unanime di 7.800 persone, ha eletto Alfano presidente del partito. Cifre e procedure che alimentano l’entusiasmo dell’ex segretario del Popolo della libertà: “È nato finalmente un nuovo movimento di centro-destra democratico, meritocratico, federalista, auto-finanziato e capace di raccogliere tra militanti e sostenitori 1 milioni di euro per promuovere l’iniziativa”.

PENSARE POSITIVO
Entusiasmo e volontà di concordia ne accompagnano l’intervento, che recupera e sviluppa le linee-guida indicate nella relazione di apertura. È “con un ramoscello di ulivo in mano” che il capo del Viminale guarda a un processo di riunificazione del centro-destra. Cammino che, rimarca, non deve passare per una guerra ma per un’opera di pacificazione e ricostruzione nazionale. Rilevando come nessuno degli interventi dei partecipanti abbia lasciato trapelare parole di acrimonia e rancore, il neo-presidente di NCD torna a individuare nella rassegnazione “l’avversario autentico che ha percorso il centro-destra e l’Italia”.

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ARCHIVIARE IL “VECCHIO CENTRODESTRA”
Per incarnare la speranza vitale alla rinascita economico-produttiva di una realtà che ha sofferto gli effetti di una “guerra” combattuta con mezzi diversi da bombe e carri armati, i vecchi contenitori sono del tutto inadeguati. Lo è, precisa Alfano, “il vecchio centro-destra animato da una vocazione alla sconfitta e da parole logorate dal tempo”. Una formazione, osserva senza mai nominare Forza Italia, che grazie all’opera di demonizzazione intrapresa nei confronti di NCD, rischia di legittimare un bipolarismo tra PD e sinistra da una parte e Movimento Cinque Stelle dall’altra.

IL RECUPERO DELLO “SPIRITO DEL ’94”
È per tale motivo che “tutti gli elettori moderati e riformatori intenzionati a offrire un futuro alle energie culturali, morali, economiche di cittadini liberi da ostacoli burocratici, fiscali, creditizi, non possono farsi fagocitare dal voto di protesta o di nostalgia”. Con un linguaggio che a tratti recupera messaggi e bandiere dell’originaria Forza Italia improntata all’orizzonte della rivoluzione liberale, l’ex “delfino” di Berlusconi sceglie precisi interlocutori sociali per costruire una base elettorale vincente.

Si rivolge alle donne che meritano di conciliare famiglia e lavoro, e ai giovani ricercatori “la cui causa non è appannaggio dei progressisti, così come non lo è la battaglia contro le mafie: Perché ogni voto che otterremo lo spenderemo contro le organizzazioni criminali”. Parla ai milioni di liberi professionisti, imprenditori, lavoratori, esponenti dei corpi intermedi: “Le vere vittime della crisi che soltanto il Nuovo Centro-destra aspira a rappresentare”.

VECCHI E NUOVI NEMICI
Forte del coraggio di una separazione dolorosa e strategica da Forza Italia, NCD vuole osare. E intende farlo fin d’ora nell’esperienza governo: “Una partecipazione che proseguirà per molti mesi ma che non equivale a un’alleanza perpetua con il Partito democratico”.

A giudizio del responsabile dell’interno il coraggio e l’intraprendenza non si manifesta soltanto nelle proposte. Ma si esplica nei No pronunciati contro l’introduzione di prelievi sui BOT, l’aggressione nei confronti del risparmio e della casa, gli attacchi alla libertà educativa e alle scuole non statali, alla vita e alla famiglia naturale.

Terreno su cui il Nuovo Centro-destra troverà nemici ben precisi oltre alla rassegnazione: “Il partito, sempre vivo nella cultura politica progressista, della spesa pubblica a livello statale e locale. E la selva delle mille aziende municipalizzate spesso trasformate in fonte di consenso, favoritismi, clientele”.

LA SFIDA PER L’EGEMONIA
Nella condivisione di tali principi NCD ha promosso con convinzione la lista unica con l’Unione di centro in vista del voto europeo di fine maggio. A riprova, spiega il suo presidente, della straordinaria capacità di attrazione del progetto: “Perché soltanto chi non è sicuro dei propri valori e programmi ha paura dell’incontro con altre realtà”.

Un’energia che guiderà il nuovo partito nel traguardo finale di un’aggregazione unitaria dei popolari, moderati, liberali, riformatori. È questa la missione che attende la navigazione del vascello di NCD. E il guanto di sfida lanciato “a chi auspica la fine prematura della nostra esperienza”.

Conquistare, con la forza delle idee e la passione della lotta, la leadership politica del centro-destra. Esorcizzare la propaganda di Forza Italia. E guardare avanti. La direzione di marcia del nucleo promotore di una nuova Casa popolare è segnata. Resta invece evanescente la prospettiva di una riedizione della Casa delle libertà.

TUTTI I VOLTI DEL NUOVO CENTRODESTRA DI ALFANO

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