Dopo l’inaugurazione di ieri, con la parata dei capi di Stato e di Governo di tutto il mondo, oggi sono entrati nel vivo i lavori della Conferenza sui cambiamenti climatici, la Cop21. Da oggi saranno i negoziatori tecnici a discutere gli elementi di un futuro accordo, sotto l’autorità dei due copresidenti, l’algerino Ahmed Djoghlaf e lo statunitense Daniel Reifsnyder.
IL PROGRAMMA
Questa fase negoziale durerà tutta la settimana, mentre il summit ospiterà in parallelo, seppur in maniera ridotta rispetto al programma varato prima degli attentati a Parigi, conferenze, seminari ufficiali, ma anche mostre ed eventi legati al tema del climate change.
Conclusa la prima fase di discussioni, sabato 5 dicembre i negoziatori presenteranno il loro progetto di accordo alla presidenza francese della COP21. La Francia, come presidente dell’evento, presenterà le modalità scelte per proseguire i lavori.
Da lunedì 7 dicembre i negoziatori lasceranno campo a un ministro, di norma il ministro dell’Ambiente del loro Paese, che avrà la responsabilità di disegnare l’accordo finale. I negoziati a livello ministeriale dovrebbero concludersi entro mercoledì 9 dicembre in modo da poter consentire la verifica a livello legale della bozza che sarà redatta in sei lingue: inglese, arabo, cinese, spagnolo, francese e russo, entro il 10 dicembre.
Ufficialmente i negoziati si concluderanno l’11 dicembre con l’adozione dell’accordo finale. La firma solenne dell’accordo non è in ogni caso prevista nel contesto della conferenza COP21 ma nel 2016 con una cerimonia organizzata dalle Nazioni Unite.
L’INCONTRO TRA OBAMA E HOLLANDE
Ieri sera il presidente americano Barack Obama si è concesso una serata con il presidente francese François Hollande. L’appuntamento è stato fissato all’Ambroise, in Place des Vosges. Il presidente Usa oggi ha affermato che sono già stati raggiunti importanti risultati e di avere “grandi speranze che ne raggiungeremo molti di più nelle prossime due settimane”. Poi ha aggiunto: “Abbiamo fatto passi significativi nel nostro Paese: abbiamo aumentato la produzione di energia pulita e lavorato per ridurre le emissioni. Più di 180 Paesi hanno seguito il nostro esempio nell’annunciare i propri obiettivi”.
Per Hollande, “due scogli” minacciano la conferenza internazionale sul clima. “O la barca si sovraccarica e affonda, o la alleggeriamo troppo e non va da nessuna parte”, ha affermato Hollande.
COSA È SUCCESSO OGGI
Tra i protagonisti di oggi ci sono state le isole del Pacifico, che raccolgono alcuni tra i Paesi più vulnerabili al mondo per gli impatti devastanti dei cambiamenti climatici, come tempeste di intensità eccezionale, innalzamento radicale del livello del mare, inquinamento salino delle falde acquifere e siccità.
Al centro del dibattito c’è stato anche il patrimonio forestale mondiale con un dibattito sulla necessità di concretizzare gli impegni, di governi, settore privato e società civile, per un maggiore sforzo internazionale che elimini la deforestazione e il degrado forestale naturale in pochi decenni.
Ecco gli approfondimenti pubblicati nell’ultimo numero della rivista Formiche.
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