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Ecco l’Agenda di Inguscio per il nuovo Cnr

MASSIMO INGUSCIO, cnr

Conferenza d’esordio per Massimo Inguscio, neo presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche che, presso l’Accademia Nazionale dei Lincei, ha voluto un incontro ieri con la stampa nel quale ha anche esposto le strategie di intervento che caratterizzeranno il suo mandato presidenziale.

Fisico e Accademico dei Lincei, Inguscio ha scelto come sede dell’incontro l’Accademia non a caso, date le competenze e la cultura trasversali che inevitabilmente la legano al Cnr. Tra l’istituzione di Palazzo Corsini – che procede con il passo più lento dettato dalla “saggezza scientifica”, come ha affermato nel saluto il presidente dell’Accademia Alberto Quadrio Curzio – e l’Ente scientifico di piazzale Aldo Moro, che si muove con l’urgenza che la ricerca impone, il dialogo è libero, aperto ed incentrato su un quadrilatero di concetti: la ricerca di base, quella applicata, la tecnologia e la cultura umanistica. Ai quali si aggiunge, ha sottolineato Quadro Curzio, la politica: parola “terribile e inevitabile”.

LA COLLABORAZIONE E I GIOVANI

C’è bisogno di cultura nel nostro paese, non è una novità. Cultura nel senso più ampio, quale “chiave di volta per il salto di qualità atteso”, ha detto Inguscio. La collaborazione tra le realtà scientifiche è tra le priorità delle scelte che il presidente del Cnr si è dato. Ma una ricerca scientifica libera implica il via libera all’innovazione e l’innovazione autentica, a sua volta, proviene dai giovani: “Il recente decreto per l’assunzione di giovani eccellenti va nella direzione giusta, poiché svincola gli Enti dalle pastoie burocratiche e consente loro di puntare direttamente al top. Investire su giovani competitivi, sul capitale umano, puntando su un metodo di reclutamento meritocratico, è gran parte di una buona politica della ricerca”.

SUD E TERRITORI

Altro punto della strategia sono gli investimenti nel sud Italia. La capacità di lavorare per strategie deve trovare sublimazione nel sud “dove le eccellenze spesso sono spinte a spostarsi sia per motivi relativi alla ricerca di lavoro sia perché, dal punto di vista della ricerca scientifica, c’è poco da cui essere attratti a rimanere”, ha proseguito il presidente. “Il nuovo Cnr vuole operare scelte che possano essere punti di riferimento nel territorio e in settori specifici con investimenti mirati, evitando la cristallizzazione di mobilità perché muoversi significa portare nuove esperienze, afferrare nuove conoscenze”.

RICERCA E SCELTE

Il Cnr mira a una ricerca che diventi ricchezza e quindi bisogna scegliere, ha spiegato: “Non tutti possono fare tutto, non si devono disperdere le energie. È importante invece indirizzarla verso obiettivi precisi, capire cosa sia più importante, darsi delle priorità. Determinante è il trasferimento tecnologico: nuove idee, nuovi protagonisti partecipanti come gli industriali, gli economisti, i collegamenti con le Università, perché per agire bene bisogna lavorare insieme. A tale scopo ci sono fondi per progetti specifici e la capacità di attrarre finanziamenti europei, con uno sguardo attento al bilancio e razionalizzando molti margini dei centri di spesa”.

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