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Ecco l’agenda spaziale dell’Italia

La space economy prende sempre più piede nel nostro Paese e grazie all’interesse e alla collaborazione tra istituzioni pubbliche, ricerca e industria, si sta cercando di fare dei passi importanti per trarre dal settore spaziale tutte le opportunità lavorative e di crescita economica che esso promette. C’è ancora molto da fare e concretizzare, soprattutto in riferimento all’aggiornamento della governance spaziale e al piano stralcio space economy che permetterà di realizzare programmi addizionali che richiedono, però, una effettiva concretizzazione e uno sforzo complessivo di tutti gli attori coinvolti nelle attività spaziali.

Di questo si è parlato oggi alla conferenza “La strategia italiana per lo sviluppo del settore spaziale: la ministeriale Esa, gli investimenti, le politiche” organizzata dall’Associazione per i servizi, le applicazioni e le tecnologie ICT per lo Spazio (Asas). Il presidente dell’Associazione, Lorenzo D’Onghia,  ha sottolineato l’importanza per le imprese di fare la loro parte e implementare la capacità di portare avanti progetti esecutivi da finanziare. L’invito rivolto dal presidente alle imprese è quello di dedicarsi con estremo interesse e attenzione alle attività della space economy.

Il motivo di questo caloroso incoraggiamento è presto detto: con il piano stralcio c’è la possibilità di attivare un valore complessivo di oltre un miliardo di investimenti. Il settore di sviluppo di più grande interesse è senza dubbio quello delle applicazioni e dei servizi satellitari. A tal riguardo, è interessante notare come la recente ministeriale dell’Esa abbia dedicato ampia attenzione al concetto di Spazio 4.0, che è in stretta relazione con le evoluzioni a Terra della digitalizzazione, dell’Internet of things e dei big data. Tutti fattori che dallo Spazio possono trarre forza aggiuntiva, soprattutto in considerazione delle recenti evoluzioni della new economy di derivazione statunitense, che sta vedendo nascere progetti legati al posizionamento in orbita di intere costellazioni satellitari in grado di offrire servizi di telecomunicazione e navigazione sempre più efficienti e potenziate.

Di questo collegamento con lo Spazio 4.0 ha parlato il direttore per  la politica industriale del Mise, Stefano Firpo, il quale ha messo in evidenza la sintonia della strategia Esa con i piani del governo italiano relativi all’Industria 4.0. Il segnale che lo sfruttamento a Terra dei dati satellitari potrà garantire un concreto sviluppo di attività industriali di tipo tradizionale ma rinnovati dagli avanzamenti tecnologici. Agricoltura, trasporti pubblici e privati, servizi finanziari, gestione di emergenze e attività per il tempo libero: sono solo alcuni esempi di settori in cui lo sfruttamento delle potenzialità e delle risorse spaziali potranno dare importanti soddisfazioni e miglioramenti qualitativi.

Durante la conferenza Asas sono stati analizzati i punti su cui si dovrà riflettere nei prossimi mesi. In particolare si è parlato della necessità di concretizzare l’attuazione del piano stralcio con dei programmi di sviluppo industriale strutturati e sinergici, dell’importanza di un sempre maggiore coinvolgimento della componente privata e degli sforzi regionali che, per quanto apprezzabili, hanno ancora degli ampi margini di miglioramento, come sottolineato da Firpo e dal presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi).

Ed è proprio il presidente dell’Asi, Roberto Battiston, che ha messo in luce tre aspetti utili per riflettere sul ruolo dell’Italia e sulle potenzialità da mettere a sistema. Alla recente ministeriale dell’Esa è stato confermato il 3° posto del nostro Paese (dopo Germania  e Francia) per il finanziamento dei programmi non obbligatori che rientrano nel quadro delle attività dell’Agenzia spaziale europea. Una conferma dell’impegno italiano che, messo a paragone con il potenziamento dei finanziamenti britannici in ambito Esa, rappresenta un aspetto simbolico di forza e opportunità. Per i prossimi anni (cinque/sei) sono stati messi a disposizione 880 milioni di euro. Un aspetto su cui Battiston non ha risparmiato critiche al Paese è legato ai temi dell’occupazione. Nonostante gli investimenti che si stanno riversando nel settore spaziale, il dato occupazionale nel settore spaziale, soprattutto dei giovani, resta ancora debole. “C’è una sostanziale tendenza a usare gli investimenti per mantenere l’esistente. Si deve invece dimostrare che si tratta di risorse che fanno crescere l’occupazione. L’Asi porrà molta attenzione sui ritorni occupazionali degli investimenti pubblici”. Infine, il presidente Battiston ha fatto pressione affinché la legge sulla nuova governance italiana dello Spazio veda la luce nel giro di poco tempo, entro massimo due mesi.

Durante la conferenza Asas il presidente D’Onghia ha consegnato il premio Space economy al colonnello Paolo Puri (nella foto), responsabile della componente italiana di Galileo, il servizio di navigazione satellitare europeo per il quale la Commissione europea ha annunciato il 15 dicembre l’avvio degli initial service. Il riconoscimento al colonnello Puri è derivato anche dal suo ruolo centrale per mantenere entusiasmo e integrazione  degli sforzi degli stakeholder spaziali italiani. Nel suo discorso il colonnello, oltre a ringraziare i numerosi esperti che, in modo più o meno diretto, hanno permesso al Paese di iniziare a mettere in piedi un discorso strutturato sullo Spazio (generale Carlo Magrassi, generale Carmine Masiello, Roberto Battiston, Claudio De Vincenti, Stefano Firpo e Antonio Bartoloni) ha ricordato che ora ci attende un’agenda fitta di iniziative e impegni, soprattutto per sviluppare il settore delle applicazioni spaziali.

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