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Il capo delle spie Usa conferma: allo studio nuove sanzioni contro la Russia

Durante una colazione di lavoro con la stampa, il Director della National Intelligence, Dan Coats, ha detto che il governo americano sta già valutando nuove sanzioni contro la Russia per l’interferenza durante le presidenziali, negli affari internazionali americani e dei suoi alleati. Abbiamo assunto maggiore consapevolezza su quello che i russi potrebbero fare in qualsiasi momento, ha detto il Dni, sia in ambito elettorale che di interferenza in generale, per questo vogliamo restare sul punto.

L’annuncio del coordinatore ultimo delle 17 agenzie che compongono l’intelligence americana arriva mentre l’inchiesta chiamata usualmente Russiagate e condotta dallo special consuel Robert Mueller, nominato dal dipartimento di Giustizia per indagare l’entità di queste interferenze e verificare eventuali connessioni con il candidato vincitore, ha prodotto la prima condanna (ai danni di un elemento laterale che ha mentito all’Fbi nelle sue ricostruzioni), che però passa a distanza di sicurezza dal presidente Donald Trump.

Però le dichiarazioni di Coats vanno anche inquadrate in un contesto più delicato: le relazioni formali tra Russia e Stati Uniti (più in generale, usando una terminologia datato che però funziona bene per inquadrare l’allineamento: tra Russia e Occidente) sono a un minimo che evoca scenari da Guerra Fredda – anche se su linee più discrete i contatti non mancano. Mosca è accusata di aver tentato di avvelenare con un agente nervino di fabbricazione militare un ex agente del suo servizio segreto militare che anni fa aveva passato informazioni agli inglesi. E di averlo fatto su suolo britannico.

Dopo l’accusa alzata da Londra, e basata su varie ricostruzioni di Scotland Yard e Mi5, gli Stati Uniti hanno guidato la cordata che ha risposto allineandosi col governo britannico. Risultato: 150 diplomatici espulsi da vari Paesi europei e dal territorio statunitense con l’accusa di essere spie al lavoro, coperte dalle ambasciate.

La decisione, a cui è seguita una contromossa simmetrica russa, ha un evidente significato sovrapponibile alle parole di Coats. L’Occidente vuole punire queste ingerenze russe, che siano interferenze sul risultato elettorale attraverso la diffusione di fake news o attacchi cyber, oppure attività di spionaggio di vario genere, fino al regolamento di conti clandestino con un traditore.

Coats ha detto che gli Stati Uniti concordano con il primo ministro britannico Theresa May, che si è lanciata subito nel denunciare la Russia come l’unico stato nazionale in grado di utilizzare l’agente nervino che ha prodotto l’avvelenamento dell’ex spia. Secondo Coats, la Russia ha voluto avvelenare Sergei Skripal per mandare un messaggio a chiunque tra i loro agenti pensasse di poter tradire; fa parte delle “malign activities” tipiche di Mosca, ha spiegato il direttore.

Per altro, ha aggiunto, non è un caso che il tentato omicidio sia avvenuto mentre Vladimir Putin era impegnato nel massimo sforzo per ottenere partecipazione al voto che poi l’ha rieletto: era un modo, secondo Coats, di veicolare un segnale di forza e controllo sul potere. Una via, ha detto, per convincere gli elettori a pensare che lui è l’unico leader in grado di riportare la Russia in cima al mondo dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dell’Urss nei primi anni ’90 perché ha in pugno (duro) su tutto quello che riguarda la Russia.

Quando un giornalista ha chiesto a Coats come mai tra le misure prese da Washington dopo il caso Skripal c’era la chiusura del consolato di Seattle, il direttore ha spiegato che i russi non avevano scelto come punto diplomatico la città dello stato di Washington “per il clima e per le sue ottime condizioni di vita”, ma perché si trova vicino alla Base navale Kitsap, così come alle operazioni della Boeing.

Kitsap è una base importantissima perché è una delle sole quattro in cui gli americani conservano il deterrente atomico. A Kitsap inoltre si trovano anche i sottomarini nucleari della US Navy, ed è anche un enorme deposito di stoccaggio di carburante di vario genere. Coats ha spiegato che il consolato era nato lì per fare da base logistica alle attività di spionaggio russe a uno dei fulcri strategici degli Stati Uniti.

Il controspionaggio dell’Fbi li osservava, il caso Skripal è stato un’occasione per regolare i conti in questa guerra di spie  nemmeno troppo moderna.

 

 

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