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Gianni Letta, il gran sacerdote dell’armonia nel tempo del “tutti contro tutti”

Gianni Letta

In questi tempi politicamente incerti e verbalmente spesso volgari la galleria di fotografie di Umberto Pizzi (qui tutte le foto) ci permette qualche ragionamento intorno alla figura di Gianni Letta, nei dintorni del suo compleanno. Le immagini, come è noto, parlano da sole e consentono quindi di cogliere subito l’aspetto chiave, riassumibile con una semplice espressione di derivazione calcistica: “Letta c’è”, cioè lo trovi in tutte le situazioni che contano, in tutti gli snodi delicati.

Vale per gli appuntamenti culturali o istituzionali della città (Roma), ma vale anche per tutti i momenti della vita politica da alcuni decenni a questa parte, prima da direttore de Il Tempo e poi da prezioso consigliere di Silvio Berlusconi, affiancato come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in tutte le esperienze di governo.

Ci sono però due aspetti per alcuni versi meno immediatamente riconoscibili dell’agire quotidiano di Gianni Letta che meritano qui una sottolineatura, proprio in occasione di questa iniziativa di Formiche. Li mettiamo in evidenza con assoluto intento politico, non a caso proprio nei convulsi giorni d’inizio della legislatura, quando si cerca di formare una maggioranza di governo con le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti.

Aspetti che sintetizziamo con due parole, memoria ed armonia.

Memoria perché ogni volta che Letta prende la parola ad un convegno o alla presentazione di un libro fa uno sforzo ormai raro, quello cioè di andare indietro nel tempo e trovare il senso di di un autore o di un argomento attraverso la sua storia, con gli episodi, i successi, le criticità. Letta così obbliga tutti i presenti a prendere consapevolezza con una verità tanto semplice quanto rivoluzionaria: siamo quello che siamo (tutti, indistintamente) perché veniamo dalla,storia che abbiamo vissuto e dalle scelte che abbiamo compiuto.

Nessuno è quello che è per un caso e, in qualche modo, tutto si tiene.

Armonia perché Letta cerca sempre quello che unisce, senza adagiarsi su quanto divide. Già, perché è troppo facile puntare il dito sulle differenze, sulle avversità, sulle nefandezze, più o meno volute. Ben più difficile e cercare di tenere insieme una storia dignitosa, provare ad avvicinare anziché allontanare, ricucire anziché strappare. Siamo circondati da professionisti della benzina gettata sul fuoco, da provocatori un tanto al chilo, da speculatori (raramente disinteressati) sulle disgrazie altrui.

Poi c’è Letta, lì a ricordarci ogni giorno che governare è fatica, che andare d’accordo è coma scalare l’Everest ogni santo giorno, che per arrivare a qualche risultato bisogna fare leva su quello che unisce, perché dividersi fa allegria ma conclude poco.

È il Letta sacerdote unico dell’armonia che vogliamo qui evidenziare, culture di una materia tanti essenziale quanto poco praticata. E sia chiaro: ogni riferimento all’attualità politica è voluto. Non una, ma mille volte.

(GLI 83 ANNI DI GIANNI LETTA VISTI DA UMBERTO PIZZI. FOTO D’ARCHIVIO)

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