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Raggi e la via ad Almirante. Quando un sindaco diventa una barzelletta

“Non sapevo nulla, mi sorprende. Sono qui da lei e mi sono allontanata dal consiglio comunale da qualche ora”.
Così il sindaco di Roma Virginia Raggi commenta da Bruno Vespa la decisione di dedicare una strada a Giorgio Almirante, per decenni leader del Movimento Sociale Italiano.

Vorrei lasciare da parte il merito della vicenda, che è profondamente opinabile e che vede chi scrive in netto e irrimediabile dissenso con la decisione dell’assemblea capitolina.
Penso che invece meriti qualche riflessione la stupefacente reazione del sindaco, poiché denota la più assoluta assenza di governo politico della sua amministrazione, la più totale mancanza di collegamento con la sua maggioranza (che ha votato quasi compatta in favore della proposta formulata da Fratelli d’Italia), nonché una incredibile inadeguatezza culturale e politica.

Roma è la capitale d’Italia ed ha vissuto i mesi drammatici dell’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale, ha vissuto le ore cupe e spaventose di via Rasella e della vergogna delle Fosse Ardeatine, ha vissuto la fuga del Re e la cattura del duce, i bombardamenti a San Lorenzo e le deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento, la liberazione per mano americana dopo mesi di tragedie.

Roma ha pagato con il sangue la sua natura di capitale ed oggi, di fronte a una decisione di tale rilevanza, giusta o sbagliata che sia, il sindaco dice che nessuno l’ha informata.
Non oggi, non ieri, non nei giorni addietro. Nessuno, nemmeno un qualsiasi consigliere comunale o un membro dello staff si è degnato di avvisare il sindaco di una imminente decisione di questo genere.

Allora, caro sindaco Raggi, vengono avanti due sole possibilità.
La prima è che lei abbia mentito per non so quale motivo, magari anche soltanto perché colta di sorpresa dalla domanda di Vespa.

La seconda ipotesi è invece quella che lei fosse davvero ignara di quanto sarebbe avvenuto in consiglio comunale.
Ne qual caso Lei dimostra la sua totale, definitiva e anche un po’ ridicola inadeguatezza al compito cui è chiamata.

Lei che ha cambiato assessori come fossero caramelle, Lei che assiste al disastro della città come se fosse colpa sempre degli altri, guardando nella telecamera con aria corrucciata.
Forse meritiamo tutto questo però, meritiamo Lei come sindaco.
Allora vuol dire che ci siamo comportati davvero male e per un tempo infinito, a tal punto da ricevere un biblica punizione.

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