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Grillo e il boomerang della “manina” sul Venezuela. Complotto o ammissione?

Beppe Grillo grida al complotto dopo le accuse del giornale spagnolo Abc sui 3,5 milioni di euro che dieci anni fa il governo venezuelano avrebbe consegnato a Gianroberto Casaleggio, tramite il console a Milano. Ma nel farlo sembra confermare le “relazioni pericolose” ancorché legittime con il regime sudamericano allora guidato da Hugo Chávez (e non solo) già raccontate su Formiche.net e confermate anche dal deputato venezuelano destituito Américo De Grazia (che lo scorso anno si era rifugiato nella nostra ambasciata a Caracas e ora è in Spagna) e da Giovanni Favia, ex esponente di spicco del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna ed ex consigliere regionale prima dell’espulsione nel 2012.

“Bisogna cercare di capire quale sia stato lo scopo di far uscire questa notizia falsa, appositamente costruita, mentre il governo italiano è impegnato in una difficile fase di uscita da una crisi spaventosa, sul piano economico e sociale, causata dal coronavirus”, scrive sul blog di Beppe Grillo l’ex diplomatico Torquato Cardilli, già ambasciatore d’Italia in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola, in un articolo dal titolo eloquente “L’ombra del grande fratello sullo scoop spagnolo”. E ancora: “La storia ci ha insegnato che spesso i servizi segreti hanno fabbricato documenti e prove false per ingannare amici e nemici, facendoli apparire come veri”. 

Per l’ambasciatore ci sono due ipotesi. La prima: “Che gli ambienti di destra spagnoli, attraverso il quotidiano Abc (…), abbiano inteso fare un favore alla destra italiana tanto per controbilanciare il danno di immagine per lo scandalo della vicenda Metropol di Mosca (…), vicenda che ha tutto il sapore anche essa di una cosa montata ad hoc da un altro servizio segreto”. La seconda ipotesi “Ci conduce sul terreno più proprio della politica estera per il contesto internazionale in cui si inserisce”, scrive l’ambasciatore Cardilli sottolineando come “da un paio di anni” (cioè da quando il Movimento 5 Stelle è al governo) l’Italia abbia “mostrato maggiore indipendenza di politica estera in vari scacchieri a partire dall’inclinazione commerciale verso la Cina manifestata nel famoso memorandum sulla Via della Seta che ha fatto imbufalire il padrone della Casa Bianca a Washington per le implicazioni tecnologiche (5G e diffusione del Huawei)”.

Poi il passaggio che, visto il sito ospitante, suona quasi come un’ammissione di quelle relazioni pericolose. “Il fatto che l’Italia abbia mantenuto con la Cina, l’Iran, il Venezuela, la Russia rapporti più o meno intensi può far sorgere il sospetto che la polpetta avvelenata contro la forza maggioritaria nel governo e nel Parlamento italiano sia stata cucinata proprio oltreoceano, nel momento in cui il nostro paese è in una posizione di estrema debolezza per gli effetti disastrosi del coronavirus sull’economia e sulla tenuta sociale”. Infine, conclude l’ambasciatore Cardilli: “Insomma, indebolire o appannare l’immagine di Conte sostenuto da una forza di maggioranza accusata di aver accettato finanziamenti da un governo di uno Stato canaglia apparirebbe come un avvertimento”.

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