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Pnrr, ecco come verranno spesi i soldi. La ricetta di Colao al Meeting di Rimini

Insieme al ministro Colao, durante l’incontro moderato dal presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini sono intervenuti l’amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo e il country manager & ceo di Generali Italia Marco Sesana

“La parte più importante del Piano nazionale di ripresa e resilienza non è la transizione ecologica, ma gli ambiti della ricerca, della formazione, delle competenze e delle nuove conoscenze”. È quanto affermato dal ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale Vittorio Colao, intervenendo ieri al Meeting di Rimini all’incontro “Italia 2021, cosa vuol dire innovare”, palco in cui il ministro ha provato a fare luce su quanto ci aspetta ora, alle soglie dell’attuazione del Pnrr, vero e proprio (auspicato) new deal del tempo presente. Il tema dell’incontro è cioè il rimbalzo positivo che il Pil italiano può vivere, seppure in maniera fisiologica, al seguito dello scoppio della crisi pandemica e dopo un periodo di forte sofferenza economica. La speranza è che, dopo la crisi che ha caratterizzato non solo l’ultimo anno e mezzo ma gli ultimi vent’anni del Paese, oggi si possa tornare a vedere una ripresa significativa. Uno degli aspetti sottolineati da Colao è che tutto questo sarà possibile solamente se il Piano verrà accompagnato anche da un significativo cambiamento dell’apparato produttivo e culturale, nella duplice direzione di innovazione tecnologica e investimento in capitale umano.

INNOVAZIONE E CAPITALE UMANO, PERCHÉ UN FILO UNICO LE UNISCE

“Alla base dell’innovazione c’è sempre una profonda competenza tecnica, una grande voglia di rompere paradigmi e di passare qualcosa alle generazioni successive che prima non c’era”, è quanto affermato da Colao. “Questo è quello che dobbiamo di nuovo instillare nei giovani in Italia, che era lo spirito diffuso in Italia negli anni cinquanta e sessanta. Ci sono analogie con quel periodo, come la voglia di ripartenza e le risorse messe in campo”. Nel suo intervento, il Ministro ha così snocciolato numeri e modalità di intervento del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. C’è infatti un tema fondamentale di governance, di come cioè verranno spesi i soldi, e se effettivamente ciò accadrà. “C’è un livello politico, che ha sottoscritto il Pnrr, responsabile di prendere i soldi e utilizzarli; c’è un livello di coordinamento, rappresentato dai vari ministeri, responsabili delle iniziative a fronte di target scritti nel piano; c’è un un modello organizzativo che sarà diffuso sul territorio”.

Per Colao, tutti questi livelli hanno però un collante straordinario in cui è insita la vera sfida del Pnrr, che rischia di avvalorare o compromettere ogni speranza sul futuro economico del Paese. Si tratta della sfida dei “target da rispettare entro certi tempi”, la “grande prova a cui tutti i livelli saranno chiamati”. “Tutti si stanno attualmente attrezzando per condividere con chi poi dovrà attuare questi obiettivi temporali e di raggiungimento”, ha commentato Colao, citando gli altri ministri del Governo Draghi, in particolare Roberto Cingolani o Maria Cristina Messa. “Dobbiamo essere molto duri con noi stessi. Non possiamo permetterci di slittare. Io penso che potrà essere entusiasmante. Ma siamo tutti sulla stessa barca”. Entrando nel merito dei di numeri, Colao ha quindi posto l’attenzione sui 30 miliardi di euro legati agli “investimenti in capitale umano, con la contaminazione tra pubblico e privato”. “Poi c’è la parte infrastrutturale, con 7 miliardi dedicati a ciò che riguarda le reti e altrettanti per la digitalizzazione della pubblica amministrazione; 13 miliardi arriveranno per gli incentivi alle imprese private per la parte di digitalizzazione, complementari agli incentivi alla formazione e all’up-skilling”.

SANITÀ, FORMAZIONE, SCUOLE: COLAO SPIEGA COME VERRANNO INVESTITI I SOLDI DEL PNRR

Infine c’è il tema della sanità, dove in Italia “ci sono zone di eccellenza e francamente zone che non lo sono, e dovremo essere molto pragmatici per mettere assieme il meglio del privato e il meglio del pubblico, il meglio del fisico e quello del digitale, per garantire a tutti un diritto fisico che purtroppo oggi non è servito dappertutto alla stessa maniera”, ha spiegato il manager. Mentre invece per quanto riguarda il digitale, “è giusto non parlare solo di opportunità ma anche di rischi, legati alle persone che potrebbero rimanere indietro”. “Dobbiamo avere coscienza che è necessario fare equipaggiare tutti. Per questo, la parte più importante del Pnrr è sulle competenze, sulla ricerca e sulla formazione”. Da qui, il ponte con il tema della scuola. “Ci sono tantissime risorse che verranno destinate a rinforzare il nostro sistema di ricerca educativo, per borse di studio, formazione dei professori, per ridisegnare la formazione professionale e la contaminazione tra pubblico e privato”.

Insieme al ministro Colao, durante l’incontro moderato dal presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini sono intervenuti l’Amministratore Delegato di Leonardo Alessandro Profumo e il Country Manager & CEO di Generali Italia Marco Sesana. “Il Pnrr ci offre la possibilità di permettere a figli e nipoti di vivere meglio”, ha esordito Profumo, spiegando che il primo tema è perciò quello della “responsabilità, anche individuale, di ciascuno di noi”. “Digitale, transizione ecologica e coesione, sono tre temi che facevano parte dell’enciclica Laudato Sì”, ha fatto notare l’Ad di Leonardo, ponendo l’accento sulla necessità di curare “ciò che le persone sanno fare”. “La nostra cura deve essere legata all’accompagnare l’insieme delle risorse nello sviluppo di capacità che possano consentire di mantenere a tutti viva la partecipazione nel mondo del lavoro”, ha chiosato, ricordando le iniziative prese in questa direzione nell’azienda da lui guidata. Che, ha sottolineato, investe in ricerca e sviluppo 1,5 miliardi di euro l’anno, pari al 12 per cento del fatturato.

GLI INTERVENTI DI ALESSANDRO PROFUMO (LEONARDO) E DI MARCO SESANA (GENERALI)

Profumo ha poi posto l’accento con i giornalisti sul tema della cyber-security, “sempre più importante, ancora più con l’arrivo della pandemia e con la diffusione dello smart-working, che ha ampliato sempre più la superfice che può essere attaccata”. “Il nostro Paese si sta attrezzando in maniera estremamente significativa. È stata approvata una norma sull’agenzia per la cyber security, che è proprio focalizzata sull’aumentare la resilienza a eventi di questo tipo”, è la considerazione dell’Ad. “Noi come Leonardo siamo iper-attivi, abbiamo una divisone totalmente focalizzata sul tema della cyber-security, abbiamo due software (uno in Italia e uno in Inghilterra) che hanno la capacità, analizzando ciò che avviene nel dark web, di proteggere noi stessi e i nostri clienti da attacchi cyber: questi infatti non avvengono mai in modo improvviso ma c’è sempre una certa organizzazione dietro”.

“Io credo che l’innovazione sia questo, sia un tema di persone che scelgono di avere un’attitudine diversa e di partecipare in modo attivo al cambiamento”, è invece la chiosa dell’amministratore delegato di Generali Italia, Marco Sesana. “La motivazione al cambiamento, che è innovazione, succede se si ha ambizione, un desiderio, un sogno, ed è vero sia per le grandi aziende che come Paese. Per le grandi imprese l’innovazione parte dal definire una direzione aziendale, una ragione di sviluppo del proprio percorso strategico. L’ambizione genera attitudine al cambiamento. Generare nuovi prodotti, esserci per le persone, sviluppare in modo più semplice ciò che prima era difficile. Il primo motore dell’innovazione è il voler guardare la realtà in modo diverso. Per questo l’innovazione parte innanzitutto dalle persone”.

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